Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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Sapere non c'è dato; ma sì credere, sperimentare anche interiormente; e prova della dottrina che noi accettiamo non è, anche qui, l'evidenza dialettica di essa, ma la forza di bene che ne attinge lo spirito, l'incremento normale della vita della coscienza, la sicurezza morale con cui questa, procedendo al raggio della poca luce che le è data, sente accrescersi in sé la vita e la fede nella vita e la confidente aspettazione d'una vita più intensa e più piena. E le anime pie e sinceramente cristiane hanno l'esperienza quotidiana di questa comunione spirituale non con il loro Dio solamente, ma con i cari e i patroni che sono con Dio e con le anime sorelle viventi nel corpo; con questi è il loro pensiero, questi ascoltano parlare nel silenzio della coscienza, ad essi chiedono e da essi hanno consiglio e conforto e pace, per essi soffrono e pregano e sperano. E l'effetto immancabile è una più fervida e larga vita di bene; una più possente reazione contro gli odii e le cupidigie che dividono gli uomini per cose sì piccole e labili; un diffondersi intorno nelle anime d'un senso vivo e possente di amore e di solidarietà spirituale. Ma quanto rara è poi anche fra i cristiani questa vita e comunione vera di anime!

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Il bivio della politica ecclesiastica in Italia (colloquio con un giornalista)

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 138-148.
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Noi aderiamo liberamente all'uno ed all'altra, ma conserviamo la visione dei limiti precisi di ciò che essi valgono e devono e possono; li accettiamo, non come cose aventi valore per sé, al di fuori della nostra coscienza, poiché esse non hanno realtà concreta e vivente che in questa nostra coscienza, ma come cose fatte per questa ed operose in questa. Essa deve accettarle, ma per svolgere ed arricchire la sua vita; e quindi assimilarle e possederle. Sicché quando noi vediamo lo Stato e la Chiesa eccedere, nell'azione dei loro rappresentanti, e quello diventare, ad esempio, una autorità teologica, questa un dominio politico, noi non ci poniamo, come farebbero altri popoli, contro l'uno o contro l'altra, in atteggiamento ribelli, proponendoci di distruggerli, ma con libera parola richiamiamo gliuomini che, violando un principio ad essi confidato, eccedono, ai loro giusti confini. Questo è il segreto, forse, del genio politico che gli italiani hanno portato nella loro attività pubblica; queste è anche la tradizione che essi devono conservare.

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