Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIOR

Risultati per: accettiamo

Numero di risultati: 8 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Il contegno dell'on. Degasperi e dei liberali nell'ultima fase

387857
Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Ma in ogni caso codesti 10 km da Cembra a Grumes, che costano 2 milioni mentre dal Lavis-Cembra se ne spendono quattro, questi 10 km in più di quello che noi accettiamo e che viceversa avrebbero accettato Tambosi, Battisti e compagni, non è distanza tale che autorizzi a posare i liberali e i socialisti da immacolati difensori dell’intransigenza e della dignità e lanciare contro di noi l’invettiva di traditori della causa nazionale, degli interessi di Trento, straziatori dell’unità del paese, vili servitori del Governo. Anche voi v’eravate messi sulla strada dei compromessi e della transazione, perché vi spingeva la stessa fatalità di cose, la stessa congruenza di forze che hanno spinto anche noi sulla stessa via. Ma per voi Egna-Predazzo e Lavis-Cembra + 10 km sarebbe stato un trionfo, per noi Egna-Predazzo + Lavis-Grumes — 10 km rappresenta il tradimento del paese). La differenza maggiore si rilevò durante quest’ultimo periodo, perché i liberali, sopra erronee informazioni credevano o fingevano di credere che la valle di Fiemme fosse d’accordo nel gran rifiuto. Ma avranno dovuto disingannarsi. Io stesso che in luglio avevo dichiarato di sentirmi esonerato dall’occuparmi ulteriormente della cosa, dovetti accorgermi che la mia dichiarazione fu troppo affrettata. Non solo i tedeschi avrebbero forzata una decisione, parlavano ai Ministeri per la Egna-Predazzo e sovratutto ci aspettavano nuovamente al varco della dieta, ma in Fiemme si lavorava attivamente per la finanziazione della Egna-Predazzo. Dopo il primo convegno di Panchià in cui gli otto comuni più importanti, fatta eccezione di Cavalese, insistevano per la Egna-Predazzo-Moena, durante l’inverno si costituì un comitato dei 5 comuni più interessati, i quali fecero un piano di finanziazione, avviarono formali e concrete trattative con Bolzano, e si deve all’influenza mia e dei miei amici, se li abbiamo trattenuti per un lungo periodo da pubbliche manifestazioni o da formali impegni. Di ciò esistono protocolli e relazioni documentate.

Due monumenti

387909
Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Il popolo trentino, plaudente alla redenzione, reclama il diritto di decidere sui proprio ordinamenti interni

387923
Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Allora accettiamo volentieri l’accusa di eretici, giacché sentiamo che questa guerra che ha tutto sconvolto sarebbe inutile senza il trionfo delle nuove idee (applausi). Del resto noi non facciamo che prevenire e sussidiare quel movimento decentralistico che si manifesta anche in Italia dove, se forse le autonomie non sono ancora intese come le intendiamo noi perché manca alla tendenza la forma concreta, si è però d’accordo sul principio di ridurre il potere della burocrazia e aumentare quello degli enti locali. Su questo dobbiamo insistere anche se ci troviamo a cozzare contro l’accusa dei pavidi che volessero gratuitamente tacciarci di antipatriottismo (applausi). Si dirà: aspettate un po’, fidatevi delle dichiarazioni ripetute degli uomini di governo.

Congresso degli Universitari catt. a Mezolombardo

388043
Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Accettiamo l’augurio della concordia e dell’unione in certi momenti. Solo osserviamo che l’invito andava diretto non a noi, ma a coloro che, collo spirito di setta e di prepotenza, questa cooperazione rendono, ad uomo coerente nei suoi principii, impossibile. Non a noi andava diretto l’invito che abbiamo l’onore oggi di aver fra noi come oratore, l’amico Luigi Carbonari, lo strenuo difensore dell’italianità, dove l’esserlo è grave e pericoloso. (Applausi prolungati). A questo giovane, che appartiene alle nostre file, vogliamo oggi rendere omaggio, tanto più che il plauso dei non consenzienti, è venuto meno quando s’è scoperto, che a quella strenua opera di difesa, lo guidavano i suoi principi intransigentemente cattolici. Chiedo quindi scusa alla sua modestia, ma ritengo doveroso, che il congresso degli studenti, riconosca i suoi meriti e lo additi al pubblico come esempio. (Applausi). Il dott. Degasperi presenta quindi il seguente ordine del giorno, che viene accolto da applausi fragorosi e grida di viva S. Sebastiano, viva Carbonare, viva lo studente Carbonari! Il congresso di Mezolombardo, mentre protesta contro gli attentati del Tiroler Volksbund diretti contro l’integrità nazionale del Trentino, eccita studenti e popolo tutto ad opporsi con tutte le forze agli avversari nazionali, addita all’ammirazione ed all’esempio dei trentini la difesa dei benpensanti del comune di Folgaria e in modo speciale l’opera energica ed efficacissima dello studente Carbonari.

La classificazione dei partiti trentini

388046
Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Ed eccovi di nuovo un nome sbagliato che non si riferisce a nessun programma e che noi non accettiamo. Che cosa sia il clericalismo nessuno ve lo sa dire, come la nonna non vi saprebbe dire chi sia l’orco o il salvanello. Ma intanto e i nostri avversari e le nonne adoperano la parola e l’immagine per spaventare ed atterrire. Che importa se l’orco non esiste quando la sua immagine serve agli scopi degli avversari? Qualcuno ha tentato di definire il clericalismo il quale sarebbe l’abuso della religione per scopi politici. Questa definizione io accetto volentieri, perché sarà facilmente dimostrabile che i clericali non siamo noi. Sapete chi era un clericale, secondo questa definizione? Era clericale il sommo sacerdote Caifas, il quale abusò della religione per mantenere la sua influenza ed accusò Cristo di ribellione alla religione ebrea ed al popolo romano, confondendo religione e politica a seconda che gli giovava. Ma non siamo clericali noi seguaci di quel Cristo che insegnò: «Date a Cesare quel ch’è di Cesare e a Dio quel ch’è di Dio». Era clericale, per venire a tempi più vicini, don Abbondio che per paura di don Rodrigo abusava del suo posto per tradire due poverelli che chiedevano la benedizione della religione al loro matrimonio. Era un clericale don Abbondio che non si ricordava dei superiori che per abusarne. Ma non sono clericali i nostri preti che col coraggio di fra Cristoforo affrontano le ire dei signorotti, non sono clericali i nostri sacerdoti che anche nella vita pubblica lavorano in un solo spirito coi loro superiori. E osservate la cosa strana; agiscono da clericali quei sacerdoti i quali sono in stretto accordo coi liberali, Caifas strinse alleanza con Pilato e Pilato è il prototipo dei nostri governanti liberali. Don Abbondio agì da clericale quando si piegò alle voglie di don Rodrigo, e don Rodrigo era un liberale di tre cotte, uno di quei signorotti ch’esistono anche da noi, i quali se non mandano in malora un matrimonio hanno però la forza di impedire la formazione di una cooperativa, di una società operaia! L’oratore passa quindi a dimostrare in che consiste invece il cosiddetto clericalismo dei cattolici per concludere che il nostro clericalismo non è che la difesa e la rappresentanza degli interessi religiosi nella vita pubblica. Di fronte a questo nostro programma anche la classificazione dei partiti trentini diventa più facile e più proficua.

Per il 1° anniversario della sezione operai S. Giuseppe e per l’inaugurazione della compagnia del ven. n. Suplrizio in Caltagirone.

398214
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1896
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 17-29.
  • Politica
  • UNIOR
  • ws
  • Scarica XML

Se vengono, che siano i benvenuti; se ci aiutano, accettiamo di gran cuore i loro aiuti: ma che si fondi su costoro la nostra speranza di azione, oh! non mai. Cani muti che non sapranno latrare, sotto velo di prudenza, si nasconderà l'inerzia; sotto il manto di religiosità, si avrà solo l'egoismo, che domina in Italia la classe colta.

Pagina 20

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400980
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
  • Politica
  • UNIOR
  • ws
  • Scarica XML

Sapere non c'è dato; ma sì credere, sperimentare anche interiormente; e prova della dottrina che noi accettiamo non è, anche qui, l'evidenza dialettica di essa, ma la forza di bene che ne attinge lo spirito, l'incremento normale della vita della coscienza, la sicurezza morale con cui questa, procedendo al raggio della poca luce che le è data, sente accrescersi in sé la vita e la fede nella vita e la confidente aspettazione d'una vita più intensa e più piena. E le anime pie e sinceramente cristiane hanno l'esperienza quotidiana di questa comunione spirituale non con il loro Dio solamente, ma con i cari e i patroni che sono con Dio e con le anime sorelle viventi nel corpo; con questi è il loro pensiero, questi ascoltano parlare nel silenzio della coscienza, ad essi chiedono e da essi hanno consiglio e conforto e pace, per essi soffrono e pregano e sperano. E l'effetto immancabile è una più fervida e larga vita di bene; una più possente reazione contro gli odii e le cupidigie che dividono gli uomini per cose sì piccole e labili; un diffondersi intorno nelle anime d'un senso vivo e possente di amore e di solidarietà spirituale. Ma quanto rara è poi anche fra i cristiani questa vita e comunione vera di anime!

Pagina 279

Il bivio della politica ecclesiastica in Italia (colloquio con un giornalista)

403777
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 138-148.
  • Politica
  • UNIOR
  • w
  • Scarica XML

Noi aderiamo liberamente all'uno ed all'altra, ma conserviamo la visione dei limiti precisi di ciò che essi valgono e devono e possono; li accettiamo, non come cose aventi valore per sé, al di fuori della nostra coscienza, poiché esse non hanno realtà concreta e vivente che in questa nostra coscienza, ma come cose fatte per questa ed operose in questa. Essa deve accettarle, ma per svolgere ed arricchire la sua vita; e quindi assimilarle e possederle. Sicché quando noi vediamo lo Stato e la Chiesa eccedere, nell'azione dei loro rappresentanti, e quello diventare, ad esempio, una autorità teologica, questa un dominio politico, noi non ci poniamo, come farebbero altri popoli, contro l'uno o contro l'altra, in atteggiamento ribelli, proponendoci di distruggerli, ma con libera parola richiamiamo gliuomini che, violando un principio ad essi confidato, eccedono, ai loro giusti confini. Questo è il segreto, forse, del genio politico che gli italiani hanno portato nella loro attività pubblica; queste è anche la tradizione che essi devono conservare.

Pagina 145