Nel campo della borghesia professionista e studiosa, per il lungo e perseverante infiltramento di una filosofia anticristiana e materialista, per l'influenza massonica negli studi e negli ordinamenti statali, per una amoralità sistematica nel campo degli affari e nella economia capitalistica, è stato alimentato il pregiudizio anticlericale e laico, che in molti si è fermato a una concezione antitetica col sentimento nazionale e con la supremazia statale, elevata a primo etico della vita pubblica. In altri il pregiudizio è arrivato sino alla lotta antireligiosa non solo negli elementi educativi e morali ma persino nelle manifestazioni di gerarchia e di culto. Bisognava rompere il cerchio assiderante, che metteva quasi fuori della vita pubblica coloro che non accettavano o contrastavano questa ambientazione di pensiero, con l'accusa di antipatriottismo, e che negava a coloro che apertamente professano la regione cattolica e cercano di trarre da essa ispirazioni pratiche di vita sociale, ogni diritto di essere e di rappresentare una massa organizzata nelle grandi assise della nazione.
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