Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: accettato

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La regione

399764
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1921
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 194-231.
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Il progetto accettato dal ministro Facta che promise di portarlo presto alla camera, e oggi nelle mani del suo successore; spero arrivi sano e salvo in porto, senza i soliti ritocchi delle persone incompetenti (*) (*) Il ministro Soleri fece proprio il progetto e lo presentò alla camera. Il ministro Bertone attuò la cessione dei dazi di consumo ai comuni. Altri provvedimenti speciali dati per decreto erano stati elaborati in armonia con tale progetto..

Pagina 225

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400224
Murri, Romolo 9 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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Accettato il senso che alla vita ed all'essere umano dà la religione, io penso, e ve l'ho detto, che non convenga arrestarlo a mezza via, venire a comode transazioni, dare alla religione una stanza, magari un appartamento, nella coscienza, pregandola poi di non voler troppo curiosamente scrutare che cosa avvenga nelle altre stanze della vostra casa spirituale. La religione non è per noi un sistema di dottrine o una sequela di riti; essa non può essere che una vita piena e sincera di anime alle quali dottrine e riti servano, come abbiamo detto, per dirigersi, per conoscere sé stesse, per vincere il male ed unificare la propria coscienza. E la norma del bene che noi proponiamo è indeclinabile; essa vince tutte le contingenze di tempo e di luogo e non può piegare dinnanzi a nessuna difficoltà: odiare e perdere l'anima propria per riacquistarla in Cristo può voler significare qualche volta perdere ricchezze e pane, rinunziare a cose lungamente amate, imporsi delle privazioni gravissime, subir anche dolori corporali e la morte: meno non chiede questo adattamento di povere esistenze fragili e bisognose di tanti varii sussidii della vita, in un mondo triste e nemico del bene, a un precetto eterno e assoluto di bene.

Pagina 143

E io penso — e spero di avervi consenzienti in questa mia opinione — che, agli occhi di chi giudichi serenamente, questa severità del precetto cristiano quanto alla continenza appare come salvaguardia inevitabile d'ogni ulteriore elevazione dell'uomo e della società umana; e che nella lotta che tutti coloro i quali pensano altamente dell'umanità e della civiltà sentono di dover oramai muovere più vigorosa all'impudicizia, la quale rapisce alle nostre giovani generazioni tanta vita e possanza e gioia spirituale, il concorso della religione debba essere accettato e cercato con infinita gratitudine.

Pagina 146

Il cristianesimo, se non è da noi accettato come conviene, non ci salva da tale degenerazione: ed anche oggi molti cercano Dio, la Madonna, i Santi per la loro utilità egoistica e per i fini immediati della loro esistenza terrena: paiono cattolici e non sono neanche religiosi. Esaminate la vostra coscienza e vedete se in essa, o nei più intimi e segreti moventi della vostra attività interiore, voi riscontrate i segni d'una religiosità viva e sincera.

Pagina 15

Dopo quel che io ho detto, dei dubbi possono essere ancora in voi circa l'uso dalla Chiesa universalmente accettato di ricevere al battesimo anche i bambini, anzi di amministrarlo, per norma, a poca distanza dalla nascita. Che una società, fondata sul libero consentimento dei soci, abbia un rito speciale per l'iscrizione dei suoi è semplice ed ovvio; ma che questa società prenda come suoi dei bambini appena nati, e che essa si faccia promettere da altri, per essi, fedeltà ed obbedienza, e che su questi inconsapevoli soci eserciti poi la sua autorità, pare oggi a molti irrispettoso per la libertà della coscienza umana e quasi tirannico; ed alcuni genitori cominciano a non volere che i loro bambini siano battezzati, ed anche ad impegnarsi a questo con un vincolo sociale, col pretesto che questi medesimi, divenuti uomini, sceglieranno il loro Dio e la loro fede.

Pagina 188

Ma questa inserzione nel cristianesimo è insieme un dovere riconosciuto e accettato, un dovere imposto alla vita morale. Quando la vita interna incomincia a destarsi nel bambino, quando egli, con i grandi occhi pieni di stupore, incomincia ad osservare, a raccogliere nella sua piccola anima le impressioni della vita esteriore, a reagire a certe forme più evidenti di male, o ad accettarne certe altre, od a ricevere imagini che avveleneranno più tardi i suoi sensi, o ad agire senza riserbo e con quasi selvaggia spontaneità, il sacramento nel fanciullo può essere ed è il più spesso violato dai genitori, dai parenti, dai maestri di lui; la società cristiana, che lo ha ricevuto nel suo seno, non può far nulla in quella piccola anima avida di luce e di bontà senza il consenso di coloro i quali la hanno in custodia; essa lo sa cosi bene che non si é fidata delle promesse dei genitori, ed ha voluto dei garanti, scelti fra gli amici di questi, dei quali la Chiesa potesse fidarsi, i padrini. Eppure il più spesso oggi, anche nelle famiglie che portano al fonte battesimale i loro figli, il bambino cresce educato al male, stretto, da una inesorabile solidarietà, alla colpa dei genitori, dei fratelli maggiori, dei compagni, dei maestri: per tutte le finestre per le quali la vita esterna e l'esperienza umana entrano in quell'anima vi entrano insieme le suggestioni del male. Ed egli è un cristiano! Ed i suoi sono cristiani! E la società in cui vive è cristiana! Io penso che un profondo scoramento dovrebbe oggi stringer l'anima d'ogni parroco il quale amministri il battesimo. Egli sa che quella professione di fede è puramente verbale, che i genitori e i padrini ignorano ciò che dicono e ciò che fanno, che la loro promessa è fallace, che quel bambino avrà in casa, per sue prime esperienze, le collere, il turpiloquio, le bestemmie dei genitori e dei mille compari che essi hanno nella colpa e nel vizio; sa che il padrino, il compare, il quale oggi prende innanzi a lui impegno dell'educazione cristiana del fanciullo, avrà una intiera e perfetta indifferenza per la vita spirituale di questo: prenderà parte a qualche banchetto, darà, forse, domani qualche dono al fanciullo, e null'altro.

Pagina 190

Il timore d'una pena che segue il male come tale, e non soltanto questa o quella colpa, per ragioni occasionali e passeggere, rimuove la volontà da ogni cosa od atto che sia colpa grave; esso è quindi, benché diremmo quasi negativamente, atto di riconoscimento dei superiori fini della vita e del dominio del bene sul male, e la Chiesa ha potuto quindi accettarlo come materia sufficiente nell'atto morale del colpevole che invoca il perdono di lei e del Volere divino; l'opera di questo Volere divino accettato, benché per timore, la grazia, farà poi il resto. Ma non è colpa della Chiesa se per molte generazioni l'enorme numero dei fedeli fu poco sensibile ad un più elevato motivo di vita e di purgazione interiore; e coloro stessi che biasimano il cattolicismo per la pratica della penitenza debbono riconoscere l'influenza enorme che questa ebbe nel raffrenare le passioni ed addolcire i costumi. Basti ricordare l'apparizione di qualche umile frate francescano nelle città italiane dei secoli di mezzo, dilaniate da profonde discordie civili, e l'onda possente di commozione popolare che la sua parola provocava, ricordare la vita e l'opera di frate Francesco, di Antonio di Padova, di Caterina da Siena, di frate Bernardino, di frate Giovanni da Capistrano e di mille altri, per avere un esempio evidente dell'efficacia di questa minaccia divina sulle fiere e rudi coscienze dei popoli che il cristianesimo dominò, dove non giungesse la parola dell'amore, con quella del rimprovero e del terrore.

Pagina 217

I varii atti dell'uomo sono regolati dai proprii fini: secondo la differenza di questi e la natura dei mezzi atti a raggiungere quei fini nella maniera che esiga minore dispendio di forze, si hanno per ciascun ordine o ramo dell'attività umana, politica, economia, arte, igiene, sport, ecc. delle norme e leggi speciali, pratiche o tecniche, secondo le quali debbono essere ordinati gli atti relativi. Ma la volontà umana non si esercita intorno a questi varii e molteplici fini e mezzi particolari se non perché essa, trascendendoli tutti, cerca qualche cosa di più elevato e profondo, a cui tutti conferiscono un poco ma che nessuno di essi dà pienamente, e cerca certi suoi fini ultimi, non riducibili cioè ad altri, e proporzionati al valore che essa volontà dà alla vita ed alle esistenze in genere, al concetto di felicità e di bene il quale la guida e la ispira, alla concezione generale del mondo e dello cose che è come la sua particolare filosofia. Questo voler qualche cosa, più o meno consapevolmente, come il più e il meglio che la vita possa dare o promettere, come il termine della nostra irrequieta attività interiore ed esterna, questo nostro dirigere la vita verso un qualche cosa di lontano e di ultimo che è come la ragione di tutto il resto, imprime alla vita di ciascuno di noi il suo speciale orientamento etico o religioso. Ora è appunto il nostro rapporto con questi fini ultimi e supremi della nostra vita, con questo più e meglio che essa può darci, con la visione generale delle ragioni e del valore dell'essere, che la carità regola, e per essa e con essa regola la religione; la quale, lasciando ad ogni atto che procede dalla nostra interiore attività consapevole l'indole che gli viene dal suo fine particolare e dalle norme che dirigono il raggiungimento di questo, regola poi il volere irrefrenabile e trascendente che pone quell'atto, ma ponendolo lo travalica, per chiedere a un bene particolare ottenuto {{44}}un altro più vasto e più lontano bene del quale è sitibondo Che la politica, l'economia, la letteratura ecc. siano regolate da leggi e norme proprie, e che la religione non debba immischiarsi di esse in quanto tali, è comunemente accettato. Anche il diritto è distinto dalla religione; poiché esso regola rapporti di fatto, esistenti fra gli uomini non per sole ragioni ideali ma per il corso delle determinazioni empiriche dell'attività umana individuale e sociale. Della morale si chiede se essa possa essere identificata con la religione. Ma rapporti morali sorgono fra gli uomini anche indipendentemente dagli scopi religiosi della vita ed è quindi concepibile una morale, prescindendo da Dio e dai nostri doveri verso Lui. La religione, tuttavia, una volta riconosciuta ed accettata, pervade e domina tutti gli altri atti e rapporti, e più particolarmente gli atti morali, in quanto per essi la coscienza e la volontà umana si pongono in un atteggiamento più o meno favorevole od opposto al raggiungimento del fine ultimo ed adeguato di ogni particolare volizione, che è appunto il bene assoluto; il quale è l'oggetto proprio della vita religiosa..

Pagina 42

Poiché, qualunque dottrina si voglia tenere sulla società umana e sulla sua natura, è evidente che la sede prima ed ovvia di questo precetto e di questo spirito religioso non può essere che la coscienza umana individuale, noi dobbiamo ora vedere in che modo il precetto religioso divenga vita ed attività religiosa: quali sieno i principii e le maniere d'agire dell'uomo individuo, alla luce e sotto l'influenza del cristianesimo sinceramente accettato.

Pagina 90

Dalle prime parole il cui significato cominciaste a discernere fanciullo, sino all'ultimo numero, che avete letto questa mattina, del vostro giornale, tutto quello che è passato avanti all'animo vostro e vi si è fissato un momento, riguardasse i problemi filosofici o i religiosi o i morali, ha agito su questa vostra fede, ve l'ha insensibilmente insinuata nell'animo, l'ha rinsaldata o scossa o modificata o avviata a lente modificazioni; voi ne avete ricevuto qualche cosa dalle persone che fecero l'educazione vostra in casa o nella scuola, dai vostri compagni ed amici, dalla società e dalle leggi, dai romanzi letti, dal teatro, dall'arte, dai giornali; avete, il più spesso inconsapevolmente, accettato, riflettuto, avvicinato, vagliato in voi stessi; avete discusso con gli amici, subito l'influenza dei vostri cari, più ancora, quella dei vostri desiderii e delle vostre passioni.

Pagina 97

La filosofia neo-tomista e il movimento moderno della filosofia cristiana

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1900
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1900-1902, pp. 104-107.
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Quest'indirizzo è stato ultimamente accettato in parte dalla Società Scientifica Catt[olica] Italiana La «Società Cattolica italiana per gli studi scientifici» fu promossa e fondata nel 1899 da Giuseppe Toniolo, con l'appoggio di mons. Riboldi, vescovo di Parma, e di mons. Callegari, vescovo di Padova, con lo scopo di stabilire un nuovo rapporto tra scienze e fede. L'inaugurazione ufficiale della Società avvenne il 13 settembre 1899 a Como, in occasione della celebrazione centenaria della morte di Alessandro Volta. Cfr. F. VISTALLI, Giuseppe Toniolo, Roma 1954, pp. 469-475.. Essa ha un largo campo di studio e di lavoro; la

Pagina 106

Sedici mesi di amministrazione

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1907
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 306-314.
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Per questo ho accettato l'invito della Comm[issione] Elettorale delle Ass[ociazioni] Catt[oliche] ed ho deciso rompere il silenzio di sedici mesi e più, cercando nel contatto col corpo elettorale quella vigoria di propositi, che i lavori, i dispiaceri, i sacrifizii possono aver logorato.

Pagina 306

La questione meridionale

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 234-239.
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Ho accettato, io siciliano, di parlare in Bologna sulla Questione Meridionale non solo per un senso di carità sentita verso il natio loco, troppo vituperato e troppo sconosciuto, non solo perché sento che è una nobile missione rivendicare la verità e farla conoscere a chi, per quanto abiti mentali vi facciano ostacolo, non vi ripugna con le prevenzioni della volontà; ma anche perché noi cattolici, che oggi diamo all'Italia lo spettacolo del come sappiamo sentire cristianamente tutta la vita moderna, sentiamo anche quanto importanza abbia nella vita nazionale e nello sviluppo delle coscienze proletarie, una adeguata percezione del problema del Nord e Sud Italia, e una pronta e sicura visione delle vie di rinnovamento; al quale noi, se comprendiamo per intiero la nostra missione, dobbiamo partecipare con la vergine potenzialità dei nostri ideali.

Pagina 234

Introduzione alla sez. "Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922)

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 101-131.
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Essi, anzitutto, si sono posti sul terreno pratico dell' organamento dello stato costituzionale, non solo come forma di governo legittimo (la chiesa come tale è indifferente verso ogni organizzazione statale ed ogni forma di governo), ma come regime accettato, voluto e difeso, perché rispondente alle ragioni di fatto e al progressivo divenire della società civile; e anche perché lascia margine e dà i mezzi alle necessarie modifiche e agli sviluppi che sono richiesti da una organizzazione popolare o democratica dello stato, in quanto il popolo (demos) possa partecipare più intensamente al regime del proprio paese.

Pagina 109

La crisi religiosa in Francia (Lettere al "Corriere della Sera")

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Murri, Romolo 3 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 207-245.
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E tuttavia il Governo stesso, facendo un passo innanzi nella via di un liberalismo, del quale si possono bensì discutere le intenzioni ispiratrici ma non negare le manifestazioni visibili, accetterà, si dice — ha anzi già accettato nel fatto — una proposta di legge che abolisce il dovere di annunciare previamente le riunioni pubbliche all'autorità civile; con che il clero potrà liberamente e senza fastidi ufficiare nelle chiese. Sicché la lotta non si continuerà qui - diversamente da quello che si può giudicare in Italia - su di un terreno di agitazioni pubbliche e di nuovi conflitti politici, almeno ora e per qualche tempo. Ma ciò stesso rende la crisi più profonda e, in qualche senso, più definitiva.

Pagina 207

Ora i rappresentanti di questa tendenza, che è certamente la più numerosa, se pure non è sempre stata la più forte, vi dicono che la legge è, nella sostanza, quale essi l'hanno voluta: che se la Chiesa non fosse partita da un punto di vista della sua posizione e dei suoi diritti sociali che è incompatibile con lo spirito laico dello Stato moderno, ed avesse accettato la legge, essa avrebbe certamente goduto d'una libertà larga e sincera, conservato i suoi beni, fatto valere nelle associazioni di culto i suoi principi gerarchici. E vi citano il celebre articolo IV della legge, nel quale è detto che i beni delle singole chiese sarebbero resi ad associazioni organizzate secondo i principi propri di queste chiese medesime. La frase è volutamente generica; ma in essa c'è posto, evidentemente, per il riconoscimento della gerarchia e della disciplina cattolica. Il Consiglio di Stato ed i Tribunali civili, che un altro articolo di legge chiama arbitri nelle contese fra diverse associazioni di culto, avrebbero dovuto limitarsi a constatare quale, fra due associazioni sedicenti cattoliche in conflitto, osservasse le leggi interne del suo proprio culto; quale cioè fosse unita al vescovo e in comunione con Roma, e quindi veramente cattolica.

Pagina 223

Ma crisi simili, quanto più sono profonde, tanto più promettono di essere anche risolutive; e noi comprendiamo quindi perché l'abbé Lemire abbia accettato di far parte della commissione parlamentare nominata per l'esame delle carte Montagnini e di esserne anche vicepresidente, e si dichiari favorevole, con certe riserve, alla pubblicazione. I cattolici francesi si correggeranno meglio di certi loro errori e guariranno più facilmente da certe illusioni quando avranno osservato più da vicino tutta la gravità degli uni e la vanità delle altre.

Pagina 244

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