Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400273
Murri, Romolo 3 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
  • Politica
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No, vi ho già detto; solo, alla fede nel Cristo e nella società universale e perenne dei cattolici essi ne sostituiscono un'altra; la fede nelle opinioni degli amici e delle amiche delle quali temono il biasimo e l'opinione sfavorevole; la fede nel maestro, che, a sua volta, ebbe fede in qualche fanatico sacerdote della scienza, nel giornale il quale traffica opinioni e coscienze, nell'osceno libello settimanale; fede nell'agitatore politico cui l'ambizione di potere e di ricchezza solleva il petto e snoda la lingua; fede forse nell'ultimo in cui si imbatterono nell'angolo d'un salotto o di una via o di una taverna; ma ad ogni modo fede, e solo fede, e spontanea e irriflessa, poiché di altro non si alimenta la loro vita morale; e rendersi conto di una di quelle affermazioni che sono accettate con tanta facilità esigerebbe anni di studii e di meditazione, e tanti sussidii di ricerca coscienziosa quanti appena ne hanno le università meglio fornite.

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Le conclusioni certe alle quali esse giungono in questo campo della loro ricerca debbono essere accettate da noi: ciò che era criticamente o storicamente falso poté anche giovare alla nostra fede sino a che essa, ritenendolo vero, se ne servì per rappresentarsi più facilmente e comodamente certe verità religiose; scoperto l'errore, noi troviamo che questo è di indole puramente letteraria e storica, ma in nessun modo di indole teologica: poiché alle realtà spirituali nelle quali noi crediamo rimane, nella storia della rivelazione cristiana e nelle fonti autentiche di questa, quanto è necessario per presentarle ai nostri spiriti e permetterci di intenderle ed appropriarcele. La nostra fede cristiana implica l'azione illuminatrice e riparatrice di Dio nella storia e, quindi, una serie di affermazioni e constatazioni storiche senza le quali noi vedremmo quella fede sfumare nei campi del soggettivismo. Ma questo pensiero non può sottrarre alla critica l'esame di ciascun dettaglio in particolare di quei fatti storici, senza una implicita confessione di sfiducia in sé stesso. Ed infatti, se dall'una parte noi vediamo che su certe conclusioni della critica non può esservi più dubbio, anche se esse spaventano delle anime semplici, questa critica stessa, ben lungi dal distruggere tutto, molte cose ha sottratto alla discussione e molte ne ha ricostruite. Faccia dunque essa liberamente; noi siamo certi della sua buona testimonianza: come la lancia della leggenda, essa piaga e risana.

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Se dite che Dio non c'è e l'anima non c'è, non è già che voi ne sappiate qualche cosa più di me: credete che sia così e difficilmente sapreste voi stesso dirmene il perché: spesso quelle che vi sembrano le ragioni della vostra convinzione o le avete cercate dopo o non convincono neanche voi; i giudizii esistenziali sorsero forse in voi come giudizii di valore, poiché quelle esistenze nelle quali voi credete hanno un effetto decisivo sulla vostra vita morale, e, secondo che questo effetto vi piace o vi ripugna, voi accettate o meno quelle realtà. Se dite che non val la pena di preoccuparsi di un avvenire ignoto, e non ve ne preoccupate, voi credete che le cose visibili e sensibili e gustabili hanno maggiore realtà delle supposte o intravvedute realtà spirituali, e sono più adatte a voi e più desiderabili; lo credete, non vi siete mai preoccupato di dimostrarvelo, ma agite secondo quella fede; fosse essa anche la fede nella bellezza della donna e nella vostra, nel denaro, nella salute, nelle stoffe di seta, nei brillanti, in un paio di cavalli. Voi riponete la verità e l'essere in questi vostri effimeri ideali, vi affidate ad essi; credete in essi, ed infatti domandate loro di empire la vostra vita interiore, di dar consistenza al vostro essere, che da sé non l'ha, di farvi felici.

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