Data l'attività umana volta alla ricchezza, essa non investiga in essa le ragioni ed i precetti dell'onestà o moralità; ma, accettate (dalla filosofia) queste norme etiche che superiormente la governano, ne considera l'efficacia utile rispondente a quei fini etici medesimi. In altre parole, ammesso che un atto relativo all'acquisto od uso della ricchezza sia lecito ed onesto, l'economia definisce in qual modo e con quali procedimenti esso torni utile o proficuo,ossia più confacente a conseguire il benessere materiale dei popoli, stromento alla sua volta al bene morale voluto dall'etica stessa.
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Ma lo svolgimento delle singole industrie sembra avvenire normalmente (fra variazioni notevoli, a seconda del genio dei popoli o delle loro sedi marittime e continentali o delle primitive tradizioni) con questa successione: — dapprima si svolgono certe forme di industrie rurali, p. e. la pastorizia e la produzione granaria, perché indispensabili alla sussistenza; — le industrie manifatturiere, in ispecie le arti fabbrili per l'armi di difesa e le tessili per le vesti, seguono dappoi, perocché esse richiedono più vario e pieghevole ingegno e certo possesso di capitale; — ultimi si intrecciano e si ampliano i commerci, perché questi suppongono numerose popolazioni, distinzione di classi e di nazioni e certa efficacia di leggi etico-giuridiche generalmente accettate, che li guarentiscano. Vero è però che il commercio,ultimo nel suo ordinamento ed esplicazione, diviene ulteriormente il primo per efficacia, ogni successivo ampliarsi e perfezionarsi di esso traendo dietro di sé la trasformazione e il progresso di tutte le altre industrie.
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