Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: accettarono

Numero di risultati: 7 in 1 pagine

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La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400325
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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Ora c'è fra tutte queste credenze, ridotte alla loro più semplice espressione ed al loro valore sostanziale, una credenza la quale e per l'antichità sua nella storia religiosa dell'umanità e per il numero di anime che l'hanno accettata e seguita e per le esperienze collettive che ne hanno provato l'efficacia storica, e per l'elevatezza insuperata dei precetti morali nei quali si traduce e per la intensa vita interiore che essa ha saputo destare ed alimentare nelle anime che la accettarono sinceramente, si impone in particolar modo all'attenzione nostra. Essa è, inoltre, la fede nella quale siamo nati, che noi professiamo e che in noi e nella società nostra ha lasciato tracce meravigliose e non facilmente cancellabili del suo passaggio.

Pagina 113

Il Partito Popolare Italiano

403382
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 92-127.
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Ma i cattolici tipo Meda accettarono volentieri quello che il nuovo pontefice e la nuova situazione offrivano, senza per questo rinunziare intieramente all'antico programma popolare. Meno dialet¬tici e più abili, essi si proponevano bensì di far argine alla democrazia radicale e socialista, ma senza rinunziare alla forza ed al vantaggio che potevano venire dal legare a sé ed alla propria azione politica quanto più fosse possibile degli elementi popolari e delle aspirazioni delle masse al benessere. Essi offrono al popolo i risultati materiali d'una ascensione economica e politica come compenso per la rinunzia alle ragioni ed ai valori ideali della sua liberazione spirituale. Tendono ad averne, con benemerenze positive, un mandato di fiducia, del quale si avvantaggerà anche la Chiesa.

Pagina 111

I primi cattolici in Parlamento

403660
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari– Società Naz. di Cultura, 1908, 86-107.
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Solo scopo, fiaccare e decimare la rappresentanza dei partiti estremi alla Camera; sicché si accettarono candidati che, come l'on. Faelli, avevano fatto sino allora aperta professione di anticlericalismo.

Pagina 91

La Democrazia Cristiana in Italia

404346
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 62-90.
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Del socialismo accettarono il metodo: la lotta di classe, e in parte anche il realismo politico, scisso dalla filosofia del materialismo storico. Quanto al primo punto, non può esservi dubbio. Essi aderirono incondizionatamente alla organizzazione del salariato come classe a sé, in contrasto con gl'imprenditori e i detentori del capitale, anche se cristiani e cattolici; accettarono gli scioperi, come mezzo di lotta, ed indussero spesso propri seguaci a parteciparvi, accanto ai loro compagni di mestiere; qualche volta, ne promossero anche ed organizzarono per loro conto. L'accusa di krumiraggio, così frequente in quegli anni di scioperi vasti ed appassio nati, non potè essere portata contro di essi Tipico il caso del celebre sciopero degli scaricatori dei porto di Genova, che ebbe poi per conseguenza la caduta del ministero Saracco (1900). I d. c. genovesi avevano rapidamente organizzato dei lavoratori liberi in buon numero. La direzione romana del movimento, saputolo, disapprovò vivamente la cosa, e le calate del porto furono disertate anche dai lavoratori d. c.. Non essi, certo, volevano, predicando la benevolenza ai padroni, le trattative pacifiche e l'accordo a ogni costo ai lavoratori, smorzare e snervare, col pretesto della religione, e a servizio degli industriali e de' proprietari, il magnifico sforzo del quarto stato. Il movimento loro non avrebbe mai potuto divenire uno specchio per le allodole, o un modo dì far reclute elettorali per i partiti dell'ordine e della reazione.

Pagina 80

Che cosa fu il modernismo?

404473
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 6-36.
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Per essere essi rimasti nella Chiesa – certo con molte delle loro idee – e per esservi rimasti altri, mistici, che accettarono l'autorità e la disciplina, e taluno sinanche il giuramento antimodernista con restrizioni autorizzate, si potrebbe forse oggi parlare di un modernismo di dentro la Chiesa, distinto da quell'altro di fuori, del quale parliamo, e tendente a ricongiungersi con esso, quandochesia. Ma, a parte il caso singolo di taluni mistici, la cui ortodossia è un singolarissimo fenomeno psicologico di rinunzia e insieme di superiorità e dì individualismo religioso (caso che meriterebbe anche esso d'essere attentamente esaminato) noi dobbiamo dare la sua parte, nella storia recente del romanismo, ad un altro fatto, che ha spiegazioni antiche quanto l'umanesimo. Tutta la storia del governo politico-ecclesiastico di Roma ci insegna che, per servire la Chiesa o, meglio, la Curia, e dirigere gli affari di questa non è necessario scegliere fra la fede o la dottrina cattolica ed altre dottrine e fedi e visioni della vita che sieno opposte a quella; in verità, assai poco intende del cattolicismo e del papato di questi ultimi secoli chi non capisce ciò. Il problema psicologico è, in questo caso, un altro; e può essere paragonato a quello del celibato del clero.

Pagina 29

Clericalismo

404674
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 73-85.
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Dopo il 1870, clericali furono chiamate in Italia le persone e le associazioni che si proponevano di lottare, comunque, per la rivendicazione dei diritti della Santa Sede, coordinando o subordinando alla politica di questa verso il nuovo Stato la loro azione politica caratterizzata dall'astensione. Ma quelli che apertamente accettarono il fatto compiuto, che dicevano non dover più la Chiesa occuparsi di rivendicazioni temporali, essere restrizione ingiusta dei diritti dei cattolici il subordinare l'esercizio del voto politico da parte di questi alla rivendicazione del dominio politico perduto, nessuno avrebbe allora chiamato clericali: benché, non ostanti le asserzioni di certa stampa, fosse impossibile contestare ad essi il diritto di esser chiamati cattolici, e la Chiesa non avesse mai pensato ad escluderli dalla sua comunione.

Pagina 76

Basta ricordare la schiera numerosa di quelle che, come il Gioberti, il Rosmini, e molti loro amici, ebbero una parte più o meno diretta ed efficace nella costituzione dell'unità d'Italia, o la accettarono ed approvarono apertamente.

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