Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: accettano

Numero di risultati: 9 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Per la solenne inaugurazione della cassa rurale di prestiti S. Giacomo

398275
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1897
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 30-45.
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Dico il più sicuro credito, perché la responsabilità dei soci, solidale in faccia ai terzi, ha solo quei limiti che essi soci s'impongono e che i terzi accettano. Onde se un depositante o mutuante dà alla Cassa L. 2000, la Cassa con tutti gli averi dei soci deve rispondere di quelle 2000 lire. Qui sta una differenza interessante tra la banca e la Cassa Rurale. Quella, formata per azioni, è responsabile col capitale sottoscritto, dei depositi che accetta e dei mutui che contrae; terminato quel capitale, o trasformato per incanto da proprietà sociale a proprietà individuale, secondo i celebri sistemi della Banca Romana e di mille altre, anche di nostra conoscenza, chi si è visto, si è visto; e chi non si è visto, può andar limosinando. Nella Cassa Rurale invece il depositante o il mutuante per riavere il suo capitale, può procedere contro la Cassa e contro i singoli responsabili, sino all'estinzione del suo credito.

Pagina 32

La regione

399713
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1921
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 194-231.
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Oggi nessuno può concepire in tal senso una finanza autonoma,che potrebbe degenerare in una finanza anarchica; oggi anche i più irriducibili comunalisti ed autonomisti accettano la tesi della finanza locale coordinata,perché la pressione tributaria sia omogenea e proporzionata e non vi siano interferenze che isteriliscano alcuna categoria di tributi. Fissata così la caratteristica, io non esito a dire che debba essere la finanza regionale coordinata;però non basta avere dei cespiti prestabiliti da leggi, entro il cui ámbito si possa svolgere l'attività tributaria della regione; ad essa dovrebbero essere devoluti quei fondi che oggi lo stato amministra a mezzo dei vari ministeri dei lavori pubblici, lavoro, agricoltura, industria e commercio e istruzione, a scopi specifici locali; purché, come vengono date alle regioni le funzioni oggi attribuite ai vari dicasteri, così verrebbe ad essere attribuito il relativo normale bilancio di spesa, sotto forma di concorso ordinario e straordinario.

Pagina 218

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400314
Murri, Romolo 3 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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Dall'una parte fu facile osservare che molti di coloro i quali accettano, non solo i dommi e le definizioni della Chiesa, ma tutta in blocco la teologia delle scuole cattoliche e aderiscono ad essa con la certezza degli antichi inquisitori, sono poi non raramente, nella vita pratica, disonesti, egoisti, invidiosi, cattivi col prossimo, avari; che la loro vita è immensamente lontana dalla semplicità e dalla bontà del precetto evangelico, e che anche la religione è stata assai spesso da essi trasformata in strumento di agi economici, di potere politico, di ambizioni, di dominio e di asservimento delle anime. Dall'altra parte molti, i quali hanno un senso vivo di malessere morale ed un desiderio ardente di purificazione e di arricchimento interiore, sentono che tanti particolari minuti, tante formule concrete costituiscono come un imbarazzo per la loro fede e per i movimenti interiori dell'anima loro; e ripugnano a rientrare nel cattolicismo ed a rimanervi, come se tutti quei particolari fossero impacci e non mezzi di elevazione spirituale. Inoltre essi hanno acquistato nelle scuole e nella vita sociale delle idee che trovano molto difficile metter d'accordo con i dommi della Chiesa od almeno con la teologia dalla quale quei dommi sono presentati e difesi.

Pagina 104

Ma c'è poi la fede delle anime desiderose del bene, che accettano silenziosamente nel loro cuore la parola di Gesù e, diffidando di sé medesime, vogliono vivere in unità di credenza e di intenti con tutte le anime che il cattolicismo associa in una sola vita spirituale; fede buona e vivente, schiva di questioni inutili, che trasferisce colui che lo segue dal mondo delle apparenze sensibili nel mondo delle realtà spirituali e gli fa come prendere radice sul terreno di queste e lo associa veracemente in vincolo di carità cristiana ai fratelli e gli fa sentir Dio nell'anima; fede che è appunto “sostanza di cose sperate ed argomento delle non parventi” per l'anima la quale si abbandona ad essa e vive. Iddio dà alla coscienza nostra la luce della fede, non perché essa si affissi curiosamente su questa, ma perché si metta in cammino e vada; andando noi, la luce cresce; guardandola, essa ci confonde la vista. Il cattolicismo è una vita, e solo chi lo vive l'intende appieno e la vita e lo sviluppo di essa è il criterio, riflesso e mediato, ma sicuro, della bontà delle faticose costruzioni mentali della nostra filosofia della fede; non sono gli acuti di mente ma i puri di cuore ai quali è promessa, nel Vangelo, la visione di Dio.

Pagina 110

In questa solidarietà di vita delle anime, a noi non riesce tuttavia di discernere quello che è ripetizione di stati d'animo identici, o diffusione e ripetizione di essi per mezzo dei veicoli esteriori e sensibili della vita dello spirito, da quello che è vero contatto immediato di spiriti, contiguità e quasi compenetrazione di essi per vie inafferrabili al senso: il dubbio intorno al valore vero ed alla realtà intima di questa vita di rapporti spirituali riafferra e tormenta coloro i quali non accettano, con animo docile e volonteroso, l'autorità d'una credenza comune. Noi cristiani abbiamo nel nostro antichissimo credo un articolo il quale ci parla appunto di questa società d'anime o comunione dei santi. È un aspetto solo della dottrina che abbiamo esaminato; una famiglia più ristretta, e in qualche senso separata dal resto, nella grande famiglia delle anime umane; uno speciale vincolo, quello che è posto dalla santità, o dalla vita interiore delle anime cristiane. I credenti sparsi pel mondo, quelli che, vissuti un giorno, riposano nel Signore, i nuovi venuti che, prima di acquistare conoscenza di sé, sono messi dai sacramenti in mezzo a questa circolazione di vita che è la Chiesa invisibile, ed anche altri esseri, partecipanti per altre vie e con altre nature la realtà dell'essere spirituale, ma raccolti intorno a Dio come a centro e quiete delle loro aspirazioni costituiscono tutti insieme una società in cui rapporti frequenti corrono fra tutti i socii e che una vita divina alimenta e governa.

Pagina 274

Per l'autonomia politica dei cattolici. Democratici e Cristiani

402843
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 56-72.
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Ne segue perciò che, in quanto fanno opera di cristiani e mirano a un risultato di «cristianesimo vissuto» essi agiscono come membri d'una società religiosa, liberamente accettata e seguita; e, con la stessa volontà con la quale accettano questa, aderiscono alle norme varie che di essa definiscono lo spirito e la direzione. Ora questa società, e in nome di essa l'autorità, può riguardare in due modi l'azione esterna, politica e sociale, de' suoi membri; e prima in quante stabilisce, per l'azione di essi singoli, delle norme che il fedele non può violare, senza venir meno ai doveri sociali ed al vincolo collettivo, norme le quali debbono essere, conformemente alla natura della società da cui emanano, d'indole morale e religiosa: e con ciò essa pone dei criterii dei quali questi debbono tener conto nella loro azione, pur essendo poi liberi di disporre questa come loro meglio aggrada in ordine ai particolari fini che vogliono ottenere. Tale sarebbe, ad es. il caso della Società dei padroni del nord in Francia. Cattolici dichiarati e professanti, essi debbono astenersi: nella loro azione collettiva di padroni, da atti e da misure che violassero le interpretazioni ufficiali e stabilite dei doveri di giustizia sociale e di carità: ma sono poi intieramente liberi, di fronte alla Chiesa, nel regolare l'andamento delle loro officine, la misura dei salari, le opere di assistenza, l'azione sui poteri locali e sulla politica generale, ecc. L'essere e il chiamarsi cattolici li obbliga: solo a rispettare le disposizioni positive della autorità religiosa per quella parte dei loro atti che involge l'adempimento di un dovere religioso.

Pagina 61

La nuova politica ecclesiastica

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 149-165.
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Da alcuni anni, tuttavia, c'è fra i cattolici stessi una tendenza vigorosa a contestare alla curia romana questa direzione della loro attività politica; e su questo fondamentale problema va nettamente delineandosi una profonda divisione fra di essi. Dall'una parte sono tutti quelli che, pur dissentendo in parte dalla politica vaticana, accettano tuttavia, o per principio (e sono i clericali nerissimi rappresentati dall'Unità, dalla Difesa, dalla Civiltà Cattolica, ecc. ecc.) o per necessità di fatto e come minor male, come la Lega Lombarda, l'Osservatore Cattolico, (oggi fusi nell'Unione, in base a un accordo elettorale riguardante tutta la Lombardia) il Momento, ecc., di agire di concerto con il Vaticano e con l'autorità ecclesiastica; e si mostrano favorevoli a ogni tentativo di riordinare e riallacciare le file dì una organizzazione clericale politica più o meno ufficiale e confessionale. Dall'altra parte, con la Lega democratica na¬zionale, sono quelli i quali vogliono che i cattolici italiani provvedano da sé stessi, come han fatto i tedeschi in Germania e poi in Austria, alla formazione di un loro partito politico, indipendente come tale dal Vaticano nell'apparenza e nel fatto, autonomo, non confessionale, aperto tutti coloro i quali accettino la posizione e il programma politico e sociale della Lega stessa. Il conflitto tra la Curia romana e la L. d. é aperto ed acuto, come tutti sanno; ed é conflitto, non solo fra due tendenze e due tattiche, ma fra due principi.

Pagina 158

Da un Papa all'altro

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1905
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 30-55.
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E quella pressione noi vediamo esercitarsi dovunque siano dei partiti di cattolici modernamente organizzati; i quali, costretti da necessità positive a metter da parte schemi astratti di società giuridiche perfette, accettano ed assumono lo Stato come una concreta organizzazione giuridico-politica, avente esigenze ed interessi nettamente determinati, e cercano solo di influire, o dal di dentro o dal di fuori, su di esso, in un determinato senso, senza tentare di trarlo da quella formale ed effettiva neutralità religiosa che le condizioni della coscienza contemporanea gli impongono. Ciò richiede da parte dei cattolici e della loro azione politica una abitudine di libertà, una maturità di senno civile, una larghezza d'animo che è dubbio se i cattolici italiani abbiano ancora acquistato, ma che, nella pratica della vita correggendo le antiche tendenze di intolleranza clericale, e negli studi positivi le abitudini d'un pigro dogmatismo logico e formale, essi potrebbero rapidamente acquistare.

Pagina 52

Clericalismo

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 73-85.
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Ora, ha un bel motteggiare il Tempo e dire che per esso sono clericali tutti quelli che pensano e agiscono cristiani: è ovvio che chi combatte il cristianesimo per sé ed in sé abbia interesse di dire e di agire così, di addossare al cattolicismo la responsabilità di posizioni prese, di alleanze politiche, di tutela di interessi economici contro i quali il socialismo si leva; ma è strano che fra i cattolici stessi vi sieno di quelli i quali accettano la lotta su di un terreno così favorevole agli avversarii; sul terreno sul quale il cattolicismo è stato così spesso e amorosamente sconfitto lungo tutto il secolo scorso.

Pagina 84

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