Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400877
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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Ed accettando la Chiesa così, come essa chiede di essere accettata, nello spirito di Colui che la fondò, cadrebbero molte preoccupazioni che oggi, di qua come di là dai confini di essa, ne intorbidano nelle coscienze il concetto e l'azione. Fra queste, le più delicate e importanti sono forse quelle che riguardano i rapporti fra la Chiesa e la società civile. È noto oggi a tutti come, caduto, con gli antichi regimi, il privilegio politico del quale godevano gli istituti ecclesiastici, (foro speciale, mano morta, esenzione militare, autorità civile unita sovente alla ecclesiastica, ecc.) e sostituite per legge agli antichi rapporti disposizioni che coartano in molte cose la libertà ecclesiastica, né lo Stato, sul quale premono potentemente correnti laiche ed atee, vuole arrestarsi dove è, geloso della potenza del clero e desideroso di togliere radicalmente alla vita civile ogni impronta di cristianesimo; né la Chiesa o cede alla persecuzione o si rassegna a godere del solo diritto civile; posizione, quest'ultima, ripugnante ed assurda, dove essa Chiesa è tale robusta organizzazione ed esige sì vasti e complessi mezzi di azione — scuole, benefizi, monasteri, chiese, atti solenni di culto pubblico, matrimonio religioso ecc. — da non poter intendersi né che il dritto comune basti a sì possente associazione né che lo Stato si disinteressi interamente della vita di essa. Dunque, né l'ingiustizia della persecuzione né l'ipocrisia del dritto comune; e poiché oggi, nelle condizioni a noi note di civiltà e di cultura, è vano pensare ad un amichevole accordo delle due società, non ci è possibile attenderci che la lotta fra di esse. E questa lotta avrà, del resto, numerosi vantaggi; terrà deste ed alacri le forze e gli animi dei contendenti e li porterà a svolgere, nella maniera più conforme alle esigenze degli spiriti, le attitudini e l'opera propria. Solo, la lotta sia gara serena, senza fanatismi ed intolleranze: gara di educazione, di servigii resi ai progressi della cultura e della vita morale dei popoli, di perfezionamento nei mezzi di giovare agli umili ed ai dolorosi, di organizzare gli sforzi e gli animi umani, di promuovere la vita intensa e l'incremento della persona e della coscienza umana.

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Il Parlamentarismo in Italia e la funzione del partito socialista

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 166-191.
  • Politica
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Sonnino, accettando il potere, non si assicurasse la facoltà di sciogliere, alla prima opportunità, la Camera; egli forse sperò di vincere questa con la bontà e la rapidità del lavoro, di potere giungere alle vacanze estive, lontane di soli quattro mesi e quindi a novembre, ed in questo tempo lavorare a procurarsi una maggioranza stabile, o aver tempo almeno di fissare le linee caratteristiche di un indirizzo di governo e cadere poi dignitosamente su questo. Ma quel che l'on. Sonnino sperava, la maggioranza antica temeva, e, a quel che si vide, temeva grandemente; per lo che si affrettò a rovesciare l'inviso ministero. È inutile chiedersi qui sino a che segno il proposito dell'on. Sonnino fosse basato su previsioni illusorie e quali doti mancassero a lui per riuscire nella prova. Certo egli parve difettare, nel momento della lotta, di quella sicurezza di sé e dei proprii atti di quel vigore di affermazione che dominano avversarii fiacchi e ne sconvolgono i piani e si impongono agli incerti; e questa sicurezza di sé mancò, oltre che a lui, anche al suo alleato, il partito socialista. Se esso fosse stato alla Camera, il giorno in cui si decisero le sorti del nuovo ministero, assai probabilmente queste, non sarebbe caduto; poiché pa{{173}}recchi voti di astenutisi e di contrarii si sarebbero uniti ai voti del partito socialista per procurare al governo uno maggioranza, benché debolissima.

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