È questo il punto che io intenderei di chiarire; imperocchè riferendomi, per esempio, alle risultanze generali dell'esercizio del 1881, io noto che la somma delle entrate ordinarie effettive accertate per quell'anno, posta a fronte delle spese pure ordinarle ed effettive, diede un avanzo di circa 75 milioni, su cui si sarebbe potuto calcolare per far fronte alle spese straordinarie. Ma, o signori, le spese straordinarie accertate per il 1881 ammontarono a 194,970,000 lire, poco meno dunque di 195 milioni: vale a dire che ci siamo trovati a fronte di una spesa straordinaria, par sopperire alla quale non possedevamo che un avanzo di 75 milioni d'entrate ordinarie permanenti. Bisognava trovare altri 120 milioni. Il nostro bilancio fortunatamente possiede ancora delle risorse straordinarie per far fronte ad una parte di questa spesa, che non troverebbe più l'equivalente nel bilancio ordinario; ci sono ancora, come diceva testè, i residui dei beni demaniali che si vanno vendendo, ed i residui dei beni ecclesiastici; ma, signori, questi residui vanno man mano cessando tutti gli anni, e coll'alienare questi beni si perde anche il reddito che essi danno. Bisogna anche tener conto di questa condizione di cose per vedere in quale stato il bilancio si trovi, e in qual modo si possa far fronte a 195,000,000 di spese straordinarie. Se a questi 195,000 ,000 si contrappone quest'eccedenza che, come dissi, per quell'anno fu di 74 milioni…
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Accademia della crusca
