Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: accenno

Numero di risultati: 7 in 1 pagine

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La regione

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1921
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 194-231.
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2. - Il primo atto collettivo fu quello del congresso di Bologna (giugno 1919), approvando l'ordine del giorno di monsignor Gentili per il rispetto delle autonomie delle terre redente; e seguì tosto altra affermazione politica nelle dichiarazioni del presidente del consiglio on. Nitti nel luglio 1919 ad una commissione di deputati popolari prima e al segretario politico del partito dopo, a favore delle autonomie delle terre redente, specialmente scolastiche, che per il significato della nomina dell'on. Credaro a commissario di Trento sembravano compromesse. Questa posizione presa dal partito popolare fu costantemente continuata dal succedersi di ministeri; si ottenne che nel discorso della corona e nella legge di annessione, se ne facesse speciale accenno; si deve all'azione singola e collettiva dei deputati popolari e della deputazione trentina la più oculata e strenua difesa di quelle autonomie. Come a coronamento di questa azione il sottoscritto, segretario politico del partito, andò a Trento nel gennaio 1921 per una solenne affermazione autonomistica e regionale.

Pagina 197

Il Mezzogiorno e la politica italiana

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Sturzo, Luigi 3 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 309-353.
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Questo accenno vale per la terza causa di inferiorità nostra, cioè la uniformità legislativa, specialmente nel campo economico. Questo errore iniziale del regno italiano è riconosciuto da tutti, ma non è affatto rimediato.

Pagina 335

Si facevano le leggi: accenno a quelle agrarie. Il disboscamento pazzo del mezzogiorno imponeva una ricostruzione forzata, che rinsaldasse le nostre pendici appenniniche e i nostri burroni, se mi è lecito dire, nembrodici. La legge del 1877 fu il salvacondotto di tutto il devastamento delle foreste alte e dei densi sottoboschi. Quando si pensò al rimboscamento, si ideò una commissione di classifica, la quale dimenticò che le Alpi erano una cosa e un'altra le montagne e le rupi del mezzogiorno. Si parlò della zona del castagno uguale per tutta Italia; o geografia ignorata dalla burocrazia, come ti sei vendicata a nostro danno!

Pagina 335

Accenno ai problemi agricoli — e voi ne comprendete la ragione, — ma dovrei anche accennare ad altri problemi, compreso quello della scuola. Anzi, principale quello della scuola, la quale per una legislazione uniforme di orari, di metodi, di criteri didattici, ha reso pochi servizi al mezzogiorno, dove le ragioni dell'analfabetismo non sono nella infingardaggine delle popolazioni o nel pregiudizio politico e religioso, come si disse un tempo, ma nelle condizioni sociali ed economiche che dovevano vincersi e superarsi con metodi speciali, come qualche volta han fatto iniziative private e da ultimo l'istituto contro l'analfabetismo. Tutta la storia dell'edilizia scolastica e del regime economico degli enti statali, fino alla legge Daneo-Credaro, dimostra l'errore di questa uniformità, che ha perpetuato le condizioni di inferiorità del nostro mezzogiorno, al quale non riparò la legge del 1906.

Pagina 337

Di un partito e un programma radicali in Italia

402719
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 192-206.
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Certo, se essa vi fosse, e se acquistasse una più diretta efficacia sulla nostra vita pubblica ed un più grande valore politico, se una democrazia industriale potesse formarsi a democrazia di governo, essa sarebbe atta a volere un programma di politica di lavoro, di iniziativa, di risveglio delle energie nazionali, un programma radicale assai simile a quello tracciato dal Nitti; e l'energia spiegata prima nel creare sé stessa, impiegare vigorosamente a promuoverne 1'attuazione. Ma questa democrazia radicale non c'è, o non si occupa di politica, o non è concorde: essa è assenteista o clericale a Bergamo, moderata a Milano, affarista in Liguria, camorrista nel mezzogiorno; in molta parte maneggia denaro non italiano ed è non italiana di origine; ed è, anche essa, poco colta e poco battagliera. La classe nuova, che crei nel nostro mondo una situazione politica nuova, crediamo si debba ancora attenderla per un pezzo; il cavalierato del lavoro non l'ha rivelata.

Pagina 202

La crisi religiosa in Francia (Lettere al "Corriere della Sera")

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 207-245.
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Un breve accenno, ora, alla Chiesa protestante francese. Essa è divisa in due rami, la Chiesa luterana, e la Chiesa libera riformata; in comune, hanno in Parigi una facoltà ed un seminario teologico, dove insegnò, sino alla fine della vita, Augusto Sabatier e dove 1'altro Sabatier, l'autore della Vita di S. Francesco di Assisi, ha fatto i suoi studi. I protestanti hanno accettata la legge di separazione: le loro comunità avevano già, del resto, delle associazioni cultuali, e la sola differenza consiste, per essi, nel controllo finanziario dello Stato, controllo del quale alcuni si lamentano, come di un peso grave, altri invece sono contenti, poiché ciò forzerà, dicono, i loro fedeli ad una maggiore regolarità amministrativa.

Pagina 221

Introduzione alla sezione "Dall'idea al fatto (1919)"

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1955
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 3-9.
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Basta questo accenno per comprendere lo stato d'animo dei cattolici italiani che nel campo sociale avevano come antesignano autorevole e prudente il prof. Giuseppe Toniolo, mentre nel campo politico primeggiava Filippo Meda, in quello sociale, dopo i tentativi di Murri e dopo lo scioglimento dell'opera dei congressi, avevano preso posizione organizzativa l'avv. G. B. Valente nei sindacati e nelle mutue, il conte Zucchini nella cooperazione; mentre nel campo municipale e provinciale, e relative associazioni nazionali, tenevano il campo Meda, Rodiné e l'on. Gilardoni. Chi scrive fu per più di venti anni consigliere nazionale e vice presidente dell'associazione dei comuni e per quindici anni sindaco effettivo (col titolo di prescindano perché prete) al comune di Caltagirone.

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