Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: accennare

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Il discorso dell'on. Degasperi a Milano

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Basti accennare alla regolazione dei contratti agrari (legge Micheli e Mauri), al latifondo, alle proposte per le camere dell’agricoltura, ai progetti per la registrazione delle associazioni sindacali e per il Consiglio superiore del lavoro. Ma è certo che la bufera politica sopravvenuta troncò o rese nulla gran parte dell’opera legislativa che un partito come il nostro, venuto dalla scuola cattolica sociale, avrebbe voluto e potuto svolgere in favore del paese. Un altro punto sul quale si concentrarono in questi ultimi anni gli sforzi del partito, fu quello dell’organizzazione del Parlamento che è anche il problema della formazione parlamentare del governo. Ma si ricordi come scoppiò la crisi Bonomi. Labriola, che era allora nella grande compagine della democrazia, proclamò che bisognava «liberare il governo dalla triennale schiavitù dei popolari». Di Cesarò rimproverò ai ministri popolari di essere stati in Vaticano in occasione d’un grande lutto. Di fronte alla crisi, la direzione del partito confermava che la collaborazione del gruppo popolare non è possibile senza garanzie di carattere programmatico ed organico che diano maggiore stabilità alla vita parlamentare. Il quadro sintetico e conclusivo di questa situazione è dato da quella seduta dei direttori dei gruppi democratici e popolari che si raccolsero nel febbraio del ’22 nella sede della democrazia. Fu là che, frustrato ogni tentativo di corridoio e di manovra subacquea, i democratici addivennero con noi ad una discussione che portò ad una intesa programmatica sulla libertà d’insegnamento (esame di Stato), e alla proclamazione del principio del comitato di maggioranza che doveva organizzate il governo. Ben si ricorda però che ogni soluzione logica della formazione della maggioranza venne frustrata dalla spregiudicata manovra di Mussolini che, smentendo Federzoni, dichiarò di votare per l’ordine del giorno Celli. E si venne così a Facta, ministero che doveva cadere per la contraddizione interna e perché vano si dimostrò ogni sforzo di raggiungere una tregua fra i due estremi. Mussolini aveva parlato della possibilità dell’insurrezione contro lo Stato e i socialisti proclamarono lo sciopero generale politico. La situazione si svolse così, che il Consiglio nazionale popolare, raccolto il 20 ottobre 1922, a due anni dalla riunione che abbiamo citato nel principio, si credette in presenza di una minaccia della rivoluzione di destra, onde l’appello diceva: «Non è vano il timore che siano in pericolo le istituzioni dello Stato italiano», ma continuava «non si può tornare indietro e credere di poter governare senza mantenere saldo il regime democratico non nella forma inorganica e accentratrice di ieri, ma nella forma organizzata e decentrata di domani», e concludeva facendo appello alle nuove forze della nazione di voler decidersi a vivere entro le istituzioni costituzionali rinunciando alle organizzazioni armate. La collaborazione che venne data poi, a rivoluzione compiuta, non rinnega queste tendenze perché, come verrà proclamato a Torino, essa mira alla normalizzazione costituzionale. C’è bisogno di dire, conclude l’oratore, che anche su questo terreno, a giudicare dai risultati immediati, noi siamo dei vinti?

Una conferenza dell'on. Degasperi a Merano. Il contraddittorio coi socialisti

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Alcide de Gasperi 2 occorrenze

Degasperi esordisce dichiarando che, data la situazione speciale di Merano, non intende farvi un’esposizione polemica del programma popolare, ma accennare ad alcuni punti, su cui potrà essere meno pronunciato il dissenso. Non intende occuparsi ex professo della questione dell’Alto Adige né fissare il nostro atteggiamento di fronte ai tedeschi, ma non può non rilevare che, da quando egli ed i suoi amici venivano a parlare ai lavoratori italiani di Merano ad oggi, la situazione politica è radicalmente mutata ed egli può parlare questa sera in un comizio indetto dalla sezione più settentrionale del Partito popolare italiano. Nessuna intenzione aggressiva lo muove, anzi, poiché a Merano regnò quasi sempre una pacifica convivenza fra italiani e tedeschi, non sarà fuori di luogo che vengano rivolte proprio da qui ai tedeschi alcune parole che contribuiscono ad una spiegazione leale.

Ciò gli dà occasione di accennare rapidamente all’attuale momento politico, quale è caratterizzato dall’affacciarsi alla vita politica in forma imponente del movimento operaio. Non è vero, come vanno affermando i propagandisti del socialismo, che movimento operaio e partito socialista siano la stessa cosa. Fin dall’inizio dell’epoca nuova si distinsero accanto a Saint Simon e Louis Blanc, Lammenais, Lacordaire e Montalembert, accanto a Marx Lassalle, Ketteler e Kolping. Due scuole, due teorie e due organizzazioni si divisero il campo in tutte le nazioni latine. Nei paesi anglosassoni, in Inghilterra, in America, in Australia le più grandi organizzazioni operaie sono fuori del socialismo. Questo fatto, che inutilmente si vuol negare, fa riflettere. Ciò vuol dire che la differenziazione non è causata dal non volere le organizzazioni non socialiste rappresentare l’interesse immediato ed il progresso indefinito della classe lavoratrice, ma è motivata dall’idea del materialismo storico, a cui il socialismo educa le organizzazioni sue. Chi non accetta tali principi non può essere socialista cosciente, per quanto sia caldo fautore della classe operaia.

L'evoluzione della cultura e la stampa quotidiana

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Ed ecco, o signore e signori, quello che volevo dirvi oggi, quello stigma di sana modernità che vorrei le mie parole quasi un ferro rovente avessero impresso nella nostra mente, prima di accennare alla funzione del giornale nella vita quotidiana, come suona il tema mio. Dico, accenno soltanto perché non voglio ripetermi, che un anno fa avevo l’onore di parlare diffusamente e con molta ampiezza della stampa e dei suoi compiti alla quale conferenza giacché io mi sento anzitutto propagandista mi rimetto oggi per tutto quello che non abbia oggi valore di effetto immediato.

Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 4 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Vuolsi qui accennare alla scuola dell'economia etico-giuridica,che può dirsi anche cristiana,in quanto rinviene la più compiuta esplicazione delle teorie utilitarie e della loro efficacia pratica, nel cristianesimo dogmatico e storico; vale a dire sotto la luce superiore delle verità religiose da esso proposte che perfezionano la morale e il diritto razionale, e dentro il giro di quella civiltà storica perenne e universale che fu da quello rigenerata.

Pagina 1.9

Per noi basti accennare come essa si accompagni presto o tardi alla formazione di una coscienza economica nazionale cioè alla convinzione di una speciale comunanza di interessi materiali. Allora colla unità morale di al popolo coincide la unità economica.

Pagina 2.106

A noi conviene soltanto accennare come esse si traducano in talune risultanze concrete che interessano le leggi dell'economia.

Pagina 2.9

Basti accennare come, al par del microbo, che ad un certo momento tutto invade ed ammorba, la dissoluzione della famiglia nei rapporti fisiologici, in quelli educativi e in quelli economici (per la dissipazione dei beni) presto o tardi divenne a vario grado universale; e tutt'altro che evolversi, essa retrocesse verso la inanizione. Ciò non solo nelle popolazioni selvagge colla anticipata degenerazione brutale d'ogni vincolo del sangue, ma altrettanto nei popoli civili più antichi dell'Asia centrale specie della Caldea, in cui già remotamente come dice la Bibbia «ogni carne era corrotta nelle sue vie», provocando la divina maledizione; come più tardi si ripeté colle abominazioni dei camiti, e colla corruttela della famiglia greca ai tempi di Pericle e di quella tristemente famosa dell'impero, Roma farneticava ancora nelle dissolutezze il giorno in cui Alarico dava l'assalto e il saccheggio alla novella Babilonia (Gibbon). E le stesse razze germaniche, invaditrici negli ultimi anni dell'impero, erano quivi ben lungi dalla severità del costume familiare descritta da Tacito (Maurer). Così al chiudersi dell'età pagana precipitava tutto intero il mondo antico, perché non esisteva più famiglia. Si avrebbe potuto ancora parlare di una ordinata economia domestica?

Pagina 2.91

Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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. — Qui basti accennare come ognuno di questi gruppi sociali non raffigura un più ampio organismo produttivo, se non quando ad una distinzione economica di rami di produzione corrisponda la genesi di classi distinte di produttori,adibite a ciascuna industria con proprie attitudini tecniche, con una serie di interessi particolari che all'arte rispettiva le avvinca raffermate da costumi etico-giuridici, e con sedi per ciascheduna ben definite, il tutto rassodato da tradizioni comuni.

Pagina 117

La regione

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Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1921
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 194-231.
  • Politica
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A completare l'esposizione credo opportuno accennare in proposito allo stato di diritto e di fatto,trovato nelle provincie annesse riguardo alle autonomie (amministrative e legislative); anche in riferimento ai corpi tecnici esistenti.

Pagina 211

E qui cade opportuno accennare alle funzioni e competenze statali in ordine alle regioni, per completare il quadro della costruzione del nuovo ente. È chiaro anzitutto come una funzione coordinatrice delle attività speciali delle regioni spetti ai vari dicasteri specifici; dico coordinatrice, sianei rapporti fra varie regioni tra di loro, sia nella distribuzione e assegnazione a ciascuna regione di fondi speciali (agricoltura, istruzione, lavori pubblici e così via), sia per la parte reclami in seconda istanza per le materie nelle quali la legge stabilisce un intervento statale; oltre, s'intende, a quanto dà luogo ad azione contenziosa o giurisdizionale, per le quali restano ferme le attuali leggi vigenti, salvo una revisione per migliorare gli istituti stessi, cosa che non ha diretta connessione con la riforma regionale.

Pagina 219

Il Mezzogiorno e la politica italiana

401410
Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 309-353.
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Accenno ai problemi agricoli — e voi ne comprendete la ragione, — ma dovrei anche accennare ad altri problemi, compreso quello della scuola. Anzi, principale quello della scuola, la quale per una legislazione uniforme di orari, di metodi, di criteri didattici, ha reso pochi servizi al mezzogiorno, dove le ragioni dell'analfabetismo non sono nella infingardaggine delle popolazioni o nel pregiudizio politico e religioso, come si disse un tempo, ma nelle condizioni sociali ed economiche che dovevano vincersi e superarsi con metodi speciali, come qualche volta han fatto iniziative private e da ultimo l'istituto contro l'analfabetismo. Tutta la storia dell'edilizia scolastica e del regime economico degli enti statali, fino alla legge Daneo-Credaro, dimostra l'errore di questa uniformità, che ha perpetuato le condizioni di inferiorità del nostro mezzogiorno, al quale non riparò la legge del 1906.

Pagina 337

E qui cade acconcio accennare a quel tentativo di unione doganale, che nell'agosto scorso parve per un momento possibile con l'Austria. Tale unione, se concepita come una soluzione del problema austriaco, che tanto interessa l'Italia, era certo un errore; però, se prospettata come un elemento di un piano politico futuro, sarebbe di grande importanza, anche perché risolverebbe il problema di Trieste e di Fiume. Quando le condizioni monetarie lo potranno consentire, una unione economica e possibilmente doganale dell'Italia con la Jugoslavia, l'Austria, la Cecoslovacchia e l'Ungheria potrà inaugurare un regime di liberi scambi. Potrebbe soffrirne qualche industria, ma i commerci aumenterebbero, e una nuova vita si infonderebbe nel vecchio corpo della nostra economia.

Pagina 347

Il bivio della politica ecclesiastica in Italia (colloquio con un giornalista)

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 138-148.
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Fra queste, io mi contenterò di accennare solo una, che è oggi, fra noi, la più importante: una radicale riforma dell'istruzione sia civile che religiosa, in tutti i suoi gradi. Dall'una parte il clero dovrebbe pareggiare il suo insegnamento al governativo sino a tutto il liceo,Questa riforma è stata poi introdotta, in principio; ma potrà molto difficilmente essere attuata in pratica, anche pel divieto fatto ai chierici di frequentare le Università dello Stato, per abilitarvisi all'insegnamento. e favo¬rire in ogni modo una più intensa istruzione dei suoi nelle materie civili e sociali, eduna assai più larga partecipazione di essi a tutte le opere di educazione popolare. Dall'altra parte lo Stato dovrebbe introdurre di nuovo nell'insegnamento superiore le scienze che riguardano la religione come oggetto di studi o filosofici o critici o positivi; la filosofia della religione, innanzi tutto, la storia comparata delle religioni, l'esegesi dei documenti storici sui quali riposa l'apologetica storica del cattolicismo, la storia della cultura cristiana. Esso concorrerebbe così, molto efficacemente, allo sviluppo della vita religiosa in senso meravigliosamente conforme allo sviluppo del pensiero scientifico e della democrazia. È inutile, credo, proseguire; questo breve cenno basterà, per gli intelligenti lettori del suo giornale. —

Pagina 147

La nuova politica ecclesiastica

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 149-165.
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Noi possiamo ora, dopo questo esame delle questioni di politica ecclesiastica quali si offrono nella Chiesa, accennare assai brevemente a quel che riguarda la posizione, innanzi ad esse, dello Stato e dei partiti. Il primo, in fondo. non ci interessa più per sé stesso, poiché abbiamo visto subire esso, in questo, le idee e gli interessi dei gruppi politici che lo hanno conquistato, nel giuoco dell'equilibrio parlamentare. Quanto ai partiti politici, una breve osservazione mostra che essi si avvolgono tutti nello stesso equivoco della politica clericale; essi associano, cioè, l'interesse del loro dominio alla prevalenza di queste o quelle credenze religiose. I moderati sfruttano politicamente le credenze cattoliche; i popolari si propongono di sfruttare quelle altre credenze religiose che sono l'ateismo il materialismo naturalistico e via dicendo; questi come quelli ambiscono, come mezzo di dominio, un accordo con la teologia e con i teologi, sieno poi questi teologi i membri della S. R. U. I., o i membri delle associazioni del libero pensiero, i filosofi ardigoiani, i penalisti lombrosiani, i biologi alla Sergi. Gli uni e gli altri hanno il concetto di una unica organizzazione delle coscienze e degli individui umani, che legiferi, sia per mezzo di due organi distinti che di un solo organo, sul battesimo e sui simboli come sulle imposte e sul rimboschimento, sui doveri etici dell'uomo e sul contratto di lavoro, sull'immortalità dell'anima e sulla prescrizione delle cambiali. Fatto storico curioso: in mazzo a questi due clericalismi, il rosso ed il nero, il primo programma di politica ecclesiastica basato sulla libertà vera e piena di coscienza sarà presentato e sostenuto da cattolici: l'aconfessionalità dello Stato sarà conquista loro, come conquista cristiana fu, nei primi secoli, la sottrazione delle coscienze religiose al dominio del potere civile.

Pagina 164