L'A. rileva che la procedura di concordato preventivo è riservata all'imprenditore commerciale non piccolo, ivi compreso l'imprenditore cessato o defunto e le società di persone irregolari ed a coloro che possono accedere alla procedura di amministrazione straordinaria. Non sono soggetti i soci illimitatamente responsabili di società di persone e non sono state considerate le imprese di gruppo. Le novità più significative riguardano il presupposto oggettivo della procedura e più precisamente lo stato di crisi, che comprende anche l'insolvenza, senza essere stato definito dal legislatore, sì che si pone l'interrogativo se esso possa identificarsi con l'insolvenza reversibile, come si era affermato in passato per la temporanea difficoltà dell'amministrazione controllata, determinando problemi di non poco conto in materia di consecuzione di procedure concorsuali e di prededucibilità nel successivo fallimento dei crediti sorti in pendenza di concordato.
Alla base dello studio è il rapporto tra il diritto della proprietà intellettuale riconosciuto dall'autore di un'opera dell'ingegno e il più generale interesse della collettività alla libertà della circolazione delle idee, della fruizione delle informazioni; interesse che giustifica l'esistenza della stessa esclusiva concessa all'autore, ma che parte dalla materiale delimitazione del diritto perché venga individuato un adeguato spazio per gli utilizzatori, nel giusto contemperamento tra gli opposti interessi. Senza perdere di vista il principio enunciato, l'A. affronta un'attuale problematica che si pone, nell'era della globalizzazione, in relazione alla libertà di condivisione delle conoscenze informatiche: la questione delle opere open source. L'indagine è rivolta ad elaborare alcuni criteri di valutazione al fine di individuare, in chiave moderna, il punto di equilibrio tra tutela del diritto di autore e interesse della collettività alla conoscenza e alla libera circolazione e fruizione delle idee, anche alla luce delle recenti norme poste dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. Viene analizzata la filosofia open source, mentre un adeguato spazio è riservato ai modelli di licenza, con l'esame della clausola copyleft. E poiché risulta importante definire i contorni del principio di copyleft assunto nelle diverse clausole contrattuali, al fine di determinare l'appartenenza dei diritti del risultato derivato, speciale attenzione è dedicata alle elaborazioni creative di opere open source. Infine l'indagine è rivolta ad analizzare le misure di tutela del software libero e dell'open source adottate dall'U.E. e, in particolare, il progetto FLOSS (Free/Libre/Open Source Software) caratterizzato dalla identificazione dei modelli e delle pratiche commerciali più convenienti, specialmente nella fase di transizione delle operazioni sul software. Nell'U.E. è prevalsa, dunque, la tendenza ad incoraggiare l'utilizzazione di software open source, nell'interesse della collettività, specialmente nel settore pubblico e in quest'ordine di considerazioni si pone, appunto, l'emanazione della Direttiva 19 dicembre 2003 della Presidenza del Consiglio del Ministri, che favorisce lo "Sviluppo e l'utilizzazione dei programmi informatici da parte delle pubbliche amministrazioni", a conclusione di una articolata indagine conoscitiva avviata qualche anno prima. Non è da sottovalutare, infatti, l'importanza di assicurare la trasparenza nell'attività delle pubbliche amministrazioni". Risulta evidente come possa ritornare utile alla collettività poter accedere ad informazioni e documenti, mentre d'altra parte si presenta l'esigenza per le amministrazioni di potere interscambiare le loro capacità operative. Il free software è caratterizzato, infatti, da sicurezza, affidabilità ed efficienza: questi sono proprio i requisiti richiesti per un programma utilizzato dalle pubbliche amministrazioni. E' opportuno, dunque, che la collettività si sensibilizzi al fenomeno open source. Se è vero, infatti, che nel diritto di autore è implicito il diritto ad esprimere il frutto della propria attività creativa come manifestazione della libertà di espressione che si concretizza nel riconoscimento della qualità e della dignità del "creatore" dell'opera intellettuale, non si può presentare un'opportunità migliore di quella offerta con l'open source che consente di migliorare le proprie conoscenze tramite la condivisione delle idee informatiche. L'adesione ad una licenza di codice aperto non implica, infatti, la perdita dei diritti morali e soprattutto del diritto alla paternità dell'opera, ma solo l'attribuzione di una facoltà di uso per determinate finalità la cui realizzazione risponde ad un interesse dell'autore (ma anche degli utenti) meritevole di tutela, perché sicuramente dal giusto contemperamento tra ricerca orientata al mercato e ricerca collettiva si può realizzare lo sviluppo economico e culturale della società.
La sentenza in commento, conformemente a quanto sostenuto dalla giurisprudenza amministrativa e contrariamente alle disposizioni dei regolamenti vigenti presso le amministrazioni, consente al datore di lavoro di accedere alle dichiarazioni rese dai propri dipendenti in sede ispettiva, sulla base della prevalenza del diritto di difesa sul diritto alla riservatezza. L'A. propone un'analisi della prassi regolamentare vigente presso le Direzioni Provinciali del Lavoro e presso l'Inps e una riflessione sulle recenti modifiche alla disciplina dell'accesso agli atti del procedimento amministrativo.
I civ. 5 luglio 2006, n. 15326 in tema di doveri di fedeltà e crisi coniugale; Cass. sez. un. civ. 1 agosto 2006, n. 17461 in tema di diritto alla salute e diritto di parcheggio degli emodializzati per accedere al centro medico; Cass. sez. un. civ. 25 luglio 2006, n. 16890 in tema di rimozione di cartelli pubblicitari posti lungo le strade comunali e giurisdizione; Cass. sez. un. civ. 21 luglio 2006, n. 16751 in tema di emissione dell'euro e diritto di signoraggio; Cass. sez. un. civ. 19 luglio 2006, n. 16461 in tema di Repubblica Popolare Cinese e limiti all'efficacia panprocessuale del giudicato sulla giurisdizione; ord. Cass. sez. un. civ. 10 luglio 2006, n. 15614 in tema di giurisdizione relativa alla rimozione del crocifisso dall'aula scolastica; Cass. sez. un. civ. 10 luglio 2006, n. 15614 in tema di giurisdizione in caso di interferenze di trasmissioni radio e televisive; Cass. sez. III civ. 6 luglio 2006, n. 15383 in tema di incidente stradale su tombino scoperto e responsabilità oggettiva del custode del bene demaniale.
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