Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La Stampa

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AA. VV. 1 occorrenze

Giugiaro gli ha disegnato un muso accattivante da delfino acrobatico e giocherellone: ultima metamorfosi del mostro vorace, fumigante e scaracchiarne, di carducciana memoria. Un profilo adatto a un treno superveloce, capace di piegarsi a secondare con grazia e perizia le inclinazioni del percorso e a raddrizzarsi con levità. Per di più l'esemplare di oggi si chiamava Botticelli, un nome che avrebbe dovuto rappresentare un altro salvacondotto di flessuosità e di eleganza. Ma i nomi talvolta non sono ominosi, si ribellano alle scommesse. E il Botticelli è uscito goffamente dai binari. La motrice ridotta a un groviglio di lamiere, di materiali sfigurati fino a perdere la loro pulita, originaria natura: irriconoscibili come i corpi straziati. I vagoni apparivano incastrati l'uno nell'altro, capovolti, salvo l'ultimo, rimasto dritto a dare la misura del disastro, a servire da modello esemplare. Vicino ai binari, un velo di neve sulla terra bruna, valigie intatte e rigatteria sparsa, qualche scarpa spaiata. Il filo di sangue sul volto di uno scampato e le tute dei soccorritori, i colori violenti della speranza. Questo il perimetro, gli indizi di una disfatta per le Ferrovie italiane. Si è pensato, per un momento, a un attentato, anche perché sul Pendolino viaggiava Cossiga; ma non si sono sentiti scoppi e d'altronde il luogo era troppo esposto per traffici criminosi. A massi sui binari, ma era soltanto la psicosi dovuta ai lanci omicidi sulle autostrade. Si è pensato a una velocità troppo elevata nel prendere una curva stoppata dalla stazione vicina; ma già in serata arrivava una netta smentita. Un magistrato ipotizza il reato di disastro colposo, e i sindacati hanno risposto preventivamente denunciando i tagli massicci del personale che generano stress e rendono precaria la manutenzione. È il gioco inevitabile delle parti, destinato a smorzarsi e arrendersi nell'attesa della verità. Quella che si aspetta magari dalla scatoletta che, almeno per scaramanzia, non dovrebbe più essere chiamata nera. Meglio astenersi allora dai commenti e dalle polemiche abusive, da qualsiasi forma di involontario sciacallaggio. Lo esigono i poveri morti e anche lo stupore, profondo, inattaccabile, dei sopravvissuti. Lo esige lo stesso Pendolino. La scatola nera, l'indagine sui relitti, il controllo dei binari ci diranno se possiamo fidarci ragionevolmente di questa specie di delfini, se la rete ferroviaria è all'altezza dei tempi. Se possiamo estenderla, rassicurando, oltre agli ambientalisti, i passeggeri tutti. A colpo accusato, dobbiamo capire se a mettere un masso per traverso è stato il caso, la fatalità, l'appuntamento di alcune persone con il proprio destino. O non piuttosto l'imprevidenza, la fretta, il falso orgoglio: la responsabilità degli uomini. L'importante è fare presto, dare risposte, non perdersi in una Ustica di lungaggini e mezze verità.

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