Il TRISE, il nuovo tributo comunale sui servizi destinato a sostituire la TARES, non fa altro che introdurre un ulteriore nuovo tributo, la TASI, orientato a compensare le perdite di gettito derivanti dall'esclusione dall'IMU delle abitazioni principali non di lusso (diverse da quelle accatastate nelle categorie A1, A8 e A9). Nella sostanza, la TASI, tranne che per l'individuazione dei soggetti debitori quando il titolare del diritto reale sull'immobile è diverso dal conduttore, si comporta come una vera e propria addizionale IMU dell'1 per mille di aliquota base. La potestà impositiva dei Comuni è limitata; tuttavia, le aliquote massime d'imposizione delle diverse categorie d'immobili (IMU + TASI) vedono comunque un incremento dell'1 per mille. La TASI, inoltre, non prevede alcuna forma di detrazione minima; pertanto, i proprietari di abitazioni principali con valore catastale basso, adesso esclusi - nei fatti - dall'IMU, dovranno pagare la TASI.