Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La Stampa

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AA. VV. 6 occorrenze

Nella foto grande lo scrittore Jean-Hedern Hallier che condusse una campagna contro Mitterrand qui accanto

Nella foto grande lo scrittore Jean-Herden Hllier che condusse una campagna contro Mitterand qui accanto

A sinistra, una donna attraversa un cordone di polizia a Seul Qui accanto, agenti antisommossa ianciano lacrimogeni sulla folla

«Non abbiamo visto Cossiga - ha continuato - ma c'è stato raccontato che a causa dell'incidente era caduto e ha detto a quelli che erano accanto a lui di non muoversi perché la carrozza era in bilico. Abbiamo saputo che sul pendolino c'è una scatola nera come sugli aerei e questo dovrebbe permettere di capire la causa. Le condizioni meteorologiche erano buone a Piacenza mentre prima e dopo abbiamo trovato nebbia. Quanto ai soccorsi e all'assistenza di polizia e ferrovie sono stati encomiabili». Un altro passeggero del pendolino deragliato, Marco Bonarrigo, anch'egli giornalista di «Bicisport», ha raccontato che prima dell'incidente il treno «non andava velocissimo. Io leggevo i giornali e ho sentito una forza che ci ha spostato in avanti».

E il sindaco Formentini era seduto in prima fila accanto a un Bossi con moglie e figli, e c'erano Pagliarini e tutti gli assessori. Ogni tanto un urlo dalla platea o dalla galleria: «Bossi!». Applausi, slogan, autografi. Assente al gran completo il cosiddetto mondo della cultura, che ha criticato fino all'ultimo le scelte della giunta comunale. Non c'era il nuovo direttore Lang e non c'era Carnerana, il presidente del consiglio d'amministrazione, né alcun consigliere. C'era invece l'avvocato Dotti, l'ex parlamentare di Forza Italia. I cronisti assediano Bossi, in luminescente cravatta verde pisello. Che significato dà a questa manifestazione-spettacolo? «Un simbolo: la città riparte. La gente voleva vedere il teatro aperto, e con la Lega c'è riuscita». Perché tanti artisti hanno rifiutato di intervenire? «Siamo in un Paese russo e fascista. Una volta gli artisti li seppellivano fuori dalle città perché li consideravano eretici: bene, io sto con gli eretici, perche la Lega è una forza eretica. Non sto con gli artisti che si fanno seppellire nei Palazzi». Ha mai visto uno spettacolo di Strehler? «Non credo. Forse qualcuno». Adesso verrà più spesso a teatro? «Debbo occuparmi di un altro teatro, il teatrino politico. Non ho tempo per quello serio». Il discorso si allarga, passa alla politica stretta, alla Bicamerale: «Essa non ha niente a che vedere con le riforme - dice Bossi -. Il suo unico significato è che Berlusconi vuol tenere in piedi il governo Prodi. Nient'altro. Non so che cosa diano in cambio a Berlusconi, ma so che la Bicamerale non c'entra nulla con le riforme». Il sindaco Formentini è stato netto: «Il Piccolo potevamo lasciarlo come l'abbiamo trovato tre anni e mezzo fa: incompiuto dopo tredici anni. Sarebbe restato come monumento a Tangentopoli e allo spreco. Invece, per rispetto ai soldi spesi dai milanesi, abbiamo voluto finirlo: e l'abbiamo finito. Ho visto una coppia di sposi che entrava: "Prendetevelo - gli ho detto -. È roba vostra”». All'uscita, gruppi di leghisti saltavano e gridavano: «Chi non salta, un italiano è». Non è stata un'inaugurazione ufficiale: quella verrà più avanti, in maggio, con l'avvio del Cinquantenario del Piccolo. È stata invece una «presentazione», una «festa popolare», come l'ha definita l'assessore alla Cultura Philippe Daverio. Una festa che è parsa soprattutto della Lega. Le opposizioni ripetono: questa presentazione è propaganda in vista delle prossime elezioni comunali.

Al di là della macabra moda del momento (non c'è giornata in cui non si registri un episodio di violenza legata al lancio di sassi) la stessa zona, due anni fa, fu teatro di un episodio analogo: accanto alla tangenziale che da Torino porta a Caselle alcuni giovani furono fermati con l'accusa di aver scagliato delle pietre dalla massicciata sulla ferrovia. Non c'erano stati feriti, ma il fatto aveva comunque suscitato molto clamore. Un precedente caso di agguato contro un autobus, invece, si era verificato nell'agosto 1994, a Borgaro. In quel caso però non c'erano stati feriti. Ma erano stati trovati i responsabili: tre ragazzini nomadi erano stati fermati e accompagnati in questura. Una vicenda che i giornali seguirono con un certo clamore, anche perché era quello il periodo della scoperta della prima «moda» dei sassi. E clamore fra i passanti ha pure scatenato il fatto accaduto ieri sera ai danni del pullman numero 46. La gente, già impaurita per il dilagante fenomeno dei massi scagliati dai cavalcavia e ormai anche sui treni in corsa, si domandava, di questo passo, dove si finirà: «Anche contro i mezzi pubblici e in piena città - commentava allarmata una ragazza -, che vigliacchi ».

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