I maggiori particolari che si hanno oggi riguardano gli scontri accaniti svoltisi sul settore britannico. Il corrispondente della Liberté così descrive il violento cozzo tra gli inglesi e la Guardia prussiana:
Il nemico continua qui i suoi accaniti contrattacchi. Nel settore della fronte ad est di Baranowiczi il nemico ha fatto alcuni sterili attacchi.
Ventidue chilometri più in là, a Desulo, i vandali si sono accaniti contro un pullman dell'Azienda regionale del trasporti, prima di scaricare il loro ottuso furore sugli arredi delle scuole materna ed elementare.
Progressisti di mezza età si abbandonano nel buio al rimpianto d'un tempo in cui le scelte erano semplici e ai ricordi delle proprie giovinezze battagliere, si esaltano i ragazzi, appassionati di cause giuste purché non immediatamente impegnative, accaniti contro nemici preferibilmente morti, bisognosi di martiri storici più che ansiosi di eroismi quotidiani.
Sino a un anno fa Guitry fu uno dei più accaniti avversari del cinema. Ve lo ricorderete l'ultima volta che venne qui a recitare al Manzoni. A metà dello spettacolo uscì a fare un piccolo discorsetto, o come dicono loro causerie, di cui la gran parte consisteva in una fiera tirata d'orecchie al cinematografo. Lo rimproverava di faciloneria, d'ignoranza, di gusti plebei; gli negava il diritto di essere un'arte, ma solo un giocattolo, una curiosità meccanica, tutt'al più un mezzo di riproduzione. Insomma, le solite obbiezioni futili, esposte con quella leggerezza brillante che al mondo è il privilegio della futilità (per questo hanno così poca fortuna le cose serie). Soprattutto, Guitry ci teneva a mettere in chiaro che mai e poi mai egli avrebbe fatto del cinematografo. Non lo diceva, ma lo lasciava intendere tra le righe: il cinematografo aveva urgente bisogno di lui. Ebbene, era inutile circuirlo, inutile insistere, il suo rifiuto sarebbe stato definitivo e irrevocabile. «Non possumus».
Uscendo sulla ruota di Palermo dopo 124 settimane ha permesso a un gruppo di accaniti giocatori — sette persone — di vincere la somma di 146 milioni. Gli scommettitori, tuttora sconosciuti hanno infatti puntato circa tredici milioni sull'ambata del 28. Siccome lo Stato pagherà esattamente lire 11 e 23 per ogni lira giocata, la vincita è di circa 146 milioni.
Esistono pochi collezionisti altrettanto accaniti come quelli che raccolgono vecchio materiale iconografico sull'automobile: cartoline, pubblicità, cataloghi, libri e riviste, stampe, manifesti, libretti d'istruzione, fotografie originali. Il campo è vastissimo, rispecchia l'estensione di quel «fenomeno automobile» che dai tempi pionieristici fino allo scoppio della seconda guerra mondiale — pur ancora lontano dalle dimensioni di massa dei giorni nostri — ha così profondamente mutato il divenire della civiltà. Vecchio discorso. Se non esistessero i collezionisti (e prima di loro i «conservatori») la documentazione storica delle conquiste umane sarebbe monca e approssimativa.
I più accaniti giocatori del Lotto, non è una sorpresa, sono i napoletani. È un primato che detengono da sempre: l'anno scorso su 27 miliardi incassati in tutta Italia dal Lotto quasi sette erano usciti dalle tasche dei partenopei i quali spendono in media 3200 lire a testa all'anno. Seconda la graduatoria con forte distacco, è Roma. Seguono Milano e Genova. A Torino quest'anno si prevede che i botteghini del Lotto incasseranno quasi tre miliardi. Contrariamente a quanto si potrebbe crdere, ambi e quaterne non hanno sofferto troppo per la concorrenza del Totocalcio il cui incasso medio nella nostra città è di un miliardo e mezzo all'anno cioè appena la metà di quanto i torinesi destinano al Lotto.
Accademia della crusca
