Al rapporto, invitate, convennero inoltre le massime autorità cittadine, il Prefetto e il generale designato d'Armata, il Podestà e i generali, il Preside e i magistrati e il Rettor Magnifico, i consoli, i senatori, gli accademici, i deputati. Eran sul palcoscenico i più illustri nomi della nostra terra, operanti negli innumeri comparti della vita pubblica, i capi delle grandi aziende, le personalità della scienza e delle arti. È perciò che di tutti omettiamo i nomi, poiché tutti eran presenti e l'enumerazione sarebbe ardua e vana. Le gerarchie federali eran sul palcoscenico a fianco del loro gerarca amatissimo, Piero Gazzotti; nei due palchi di proscenio avevano preso posto i feriti i mutilati gli invalidi della Rivoluzione, i parenti dei nostri Caduti; nella sala, dalla gremitissima platea alle rigurgitanti gallerie la moltitudine in camicia nera. Le donne fasciste occupavano le prime file di poltrone, al comando della loro Fiduciaria provinciale; falange fervida serrata di camerate a cui Achille Starace vorrà in seguito rivolgere il suo plauso particolare. Sui frontali delle balconate enormi scritte ridicono memorabili parole del Duce: e il nome del Duce ricorre un po' ovunque sulle pareti, penduto sui policromi gonfaloni, risuonante nella atmosfera accesa, inesausto sulla bocca di tutti. E nel nome di Mussolini ebbe inizio la severa manifestazione. Fu Starace a ordinare il Saluto al Duce non appena si tacque l'enorme applauso che accolse il suo arrivo; quindi Piero Gazzotti iniziò la lettura della sua relazione sulla attività svolta dalla Federazione torinese durante tre anni di vita.
Accademia della crusca
