Una vivace contesa spartisce da tempo in due opposte schiere musicologi ed appassionati: gli uni sostengono che a Rimski spetta il merito di aver reso meglio eseguibile e rappresentabile il Boris, scritto con mano inesperta dal pur geniale Mussorgski; gli altri opinano che Rimski ha gravemente deteriorato l'originale, secondo finalità accademiche e commerciali. La verità sta nel mezzo: e lo si constatò sin dalla primavera del '40, quando le rappresentazioni fiorentine appagarono l'attesa messianica, di cui il Boris primigenio appariva circonfuso.