La preparazione all'inserimento reale in ambito lavorativo, in genere, non è troppo curata neppure a livello universitario in cui molto spesso gli accademismi superano la visione concreta utile per galassie non accademiche. La soluzione può trovarsi nella realizzazione di una politica del lavoro attenta, che coniughi istruzione e formazione in una prospettiva di lungo termine.
D.lg. n. 274 del 2000; per altro verso, accennano uno spartito nuovo, "inaudito" tanto nelle aule giudiziarie quanto in quelle accademiche. Quanto al primo aspetto, esse riaffermano, in primo luogo, l'ammissibilità di risarcimenti provenienti non direttamente dal reo ma dall'istituto assicurativo cui esso è legato e, in secondo luogo, la necessità che la complessiva opera riparativa sia effettiva ed integrale. Quanto all'innovazione, questa consiste nel rimodellamento dei requisiti della causa estintiva sulla finalità riconciliativa (centrale nel sistema del giudice di pace): parametro prioritario e decisivo del giudizio sull'idoneità delle condotte riparatorie ad estinguere il bisogno di pena viene ad essere, in definitiva, la completa soddisfazione delle richieste avanzate dalla vittima. Se la consolidazione effettuata dalla Corte è del tutto condivisibile, essendo coerente con il dettato legislativo e con il fondamento oggettivo, compensatorio e sanzionatorio dell'istituto, l'innovativa implementazione del fine conciliativo risulta fortemente dissonante rispetto ad entrambi questi ultimi, una forzatura, foriera di prassi distorsive nonché di una drastica riduzione dell'operatività di tale importante strumento normativo.
Il rafforzamento del rapporto tra istituzioni accademiche e territorio è stato spesso posto in risalto nel dibattito pubblico che ha preceduto ed accompagnato l'approvazione della legge 240/2010, di riforma del sistema universitario. In questo contesto, il saggio si pone l'obiettivo di verificare, prendendo a riferimento i nuovi statuti di autonomia approvati in attuazione della riforma, se davvero questo rapporto sia un dato significativo, che contraddistingue le finalità, l'organizzazione e la complessiva governance delle Università. Il quadro che ne risulta è, a ben vedere, non privo di ombre e la riforma "Gelmini" non pare aver realmente proiettato sul territorio (né, tanto meno, aperto agli interessi locali) le istituzioni accademiche.