Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La Stampa

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AA. VV. 2 occorrenze

Girando per Tripoli, colpisce vedere - come del resto accade anche in Italia - immigrati che lavorano in quel segmento del mercato che, evidentemente, è stato lasciato libero: per esempio, l'edilizia o le pulizie. Insomma, è una mandopera preziosa, irrinunciabile. Qual è allora il problema?

Certo, accade anche dì veder sfilare due frecce grigio metanizzato marchiate Audi e Porsche, con tanto di lampeggio per chiedere strada a chi ha l'ardire di occupare la corsia di sorpasso con velocità adeguata al codice. E proprio la sfanalata consente di distinguere il tipo di automobilista che pretende di poter violare la legge. I guidatori delle due frecce (Audi e Porsche) arrivate quasi incollate hanno scelto il lampeggio morbido, come a significare: «Guarda che sto arrivando, per cortesia spostati». Poi, c'è la frenesia del pilota di una Mercedes con targa italiana, che martella la leva della fanaleria per ottenere l'effetto: «E allora? Non mi hai visto? Perché non ti levi da davanti? Vuoi che ti passi sopra?». Nel viaggio di rientro a Torino, ecco spuntare un altro interprete dell'arte di sfanalare: il guidatore di una Opel «Meriva» con i vetri oscurati e la targa francese opta per un paio di lampeggi lunghi, annunciati già da lontano. Tradotti: «Perché devi occupare questa corsia dal momento che vai così piano? Lo so, il codice della strada non lo consente, ma tu fatti gli affari tuoi e spostati». Appassionati del lampeggio più o meno selvaggio e violatori del codice ancora muniti di pudore vengono attraversati da un brivido quando intravvedono in lontananza un lampeggiante azzurro. L'adrenalina si scarica sul piede destro, che scivola dall'acceleratore al freno in un nanosecondo. Qualcuno, però, è distratto e finisce per essere affondato da una pattuglia della Polstrada: è un camion bianco, con l'autista che suda come se i gradi fossero 60 anziché 28 e mezzo come segna il termometro dell'auto. Ma la razza dei guidatori è scaltra, ha imparato a studiare le abitudini di chi veste la divisa e viaggia su quelle auto con i lampeggianti. Come fossero nemici anziché persone che ogni giorno controllano le strade per salvare vite. Così, una pattuglia ferma nella strategia degli Schumacher dilettanti significa strada libera per un po'. Non è sempre vero, ma l'azzardo fa parte del gioco. C'è anche chi decide di alzare la posta, come il guidatore di una Opel «Astra» station wagon bianca che ieri viaggiava senza cintura di sicurezza e scendeva sotto il «muro» dei 130 chilometri l'ora soltanto per chiacchierare al cellulare, premuto sull'orecchio destro dalla mano destinata a volante e leva del cambio. Appena finita la telefonata, però, la lancetta del tachimetro è tornata sopra i 130 e la Opel si è piazzata sulla corsia di sorpasso. Come dire: «La legge sono io». Finché non spunta la luce di un lampeggiante azzurro nel retrovisore.

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