Sono arrivato a Damasco, dalla capitale libanese Beirut, per vedere cosa accade in Siria, la quale è oggi uno dei centri dell'attenzione mondiale. È stato un viaggio piuttosto turistico, privo di emozioni drammatiche, contrariamente alle voci di profughi siriani giunti nel Libano; si parlava di concentramenti di truppe alla frontiera e che la Siria era isolata da una «cortina di ferro». Invero le limitazioni sono più che altro di natura poliziesca e non nuove, tutt'al più accentuate. Funzionano regolarmente i telefoni fra Damasco e Beirut e continuano i servizi automobilistici anche con Virali attraverso il deserto.
Nel cinema non accade così: il pubblico s'affeziona al tipo e si dispiace quando un attore se ne scosta. Io cerco ora d'interpretare personaggi più aderenti alla vita: di rado gli uomini sono eroi, più spesso sono stanchi e pieni di difetti» .