Signori, se vi ha cosa per la quale io senta viva ripugnanza, quella si è di parlare di me stesso, e credo bene interpretare l'animo dei miei onorevoli amici Fabrizj Nicola, Calvino e Cadolini dichiarando che ad essi accade di sentire, per la stessa cagione, lo stesso disgusto. Ma poichè non si può sfuggire dalla necessità, spero che la Camera, compresa della medesima, vorrà porgere benignamente ascolto alle mie parole.
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