Ma noi, che, forse a torto, crediamo di essere guardiani della integrità del bilancio, e desideriamo che sia chiaro e schietto; e non dia ragione all'onorevole Sonnino, il quale asseriva ieri che nel bilancio male si legge presentemente, e peggio si leggerà in avvenire; noi vi domandiamo: È egli opportuno, è egli corretto, o signori, che si iscrivano delle maggiori entrate di 200 mila lire, come quella per la tassa di manomorta, e si trascurino dei minori introiti, che superano i 10 milioni, come accadde per la dogana? È egli opportuno, è egli corretto che nelle spese, con delle ragioni che sarebbero discutibili e che forse discuterò in appresso, non si metta nulla per l'aggio; non si metta nulla per ciò che riguarda le maggiori esigenze dell'esercito, rispetto al vettovagliamento; e poi si registrino, con somma cura, delle economie di spese di qualche migliaio di lire? Ecco le domande che vi indirizzo, e la preghiera che vi fo, perchè vediate se non è mestieri di ben determinare che cosa sia questa legge di assestamento; a quali criteri, a quali principi debba informarsi.
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Le economie non debbono farsi, perdonatemi la parola, in modo, frettoloso, come accadde per quelle annunziate il due marzo e anco per alcuni risparmi introdotti successivamente nel bilancio, e che, come si era preveduto, mancarono in gran parte al loro scopo.
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