Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: acad

Numero di risultati: 41 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Elementi di genetica

425453
Giuseppe Montalenti 1 occorrenze
  • 1939
  • L. Cappelli Editore
  • Bologna
  • biologia
  • UNIPIEMONTE
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Acad., Med. XV, 1914.

Pagina 421

Sulla fina anatomia degli organi centrali del sistema nervoso

430739
Camillo Golgi 2 occorrenze

Pagina 136

Acad. d. Wissensch 1880. che detta sostanza si presenta in forma di reticolo, ma non forniva prova di sorta che le figure reticolari da lui disegnate fossero realmente di sostanza cornea; i disegni che egli ne dà anzi dimostrano ad evidenza che si tratta di ben altro; d'altra parte la sua asserzione appare tanto meno giustificata, in quanto che egli asseriva pure che il reticolo corneo esiste nel pulcino anche prima della formazione della mielina, mentre le ricerche chimiche degli stessi Ewald e Kühne ed altre successive hanno appunto dimostrato che essa formasi più tardi, e si trova solo quando è sviluppata anche la mielina.

Pagina 141

Fondamenti della meccanica atomica

436491
Enrico Persico 2 occorrenze
  • 1936
  • Nicola Zanichelli editore
  • Bologna
  • fisica
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Acad. Sc., 12, 80 (1926).

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Acad. Sc., 12, 80 (1926). , la quale ha avuto importanza decisiva nello sviluppo ulteriore della fisica atomica, mostrandosi sempre più feconda di risultati conformi alla esperienza. Tale ipotesi consiste nell'attribuire all'elettrone, oltre alla carica elettrica ed alla massa, anche un momento magnetico di valore uguale a cioè ad un magnetone di Bohr) ed un momento angolare (meccanico) avente la stessa direzione ed avente il valore : come se si trattasse di una piccola trottola,il cui asse fosse magnetizzato. Anzi, in un primo tempo si pensò di poter interpretare queste proprietà pensando l'elettrone come una sfera elettrizzata ruotante intorno ad un asse: la rotazione della massa avrebbe prodotto il momento angolare meccanico, mentre la rotazione della carica elettrica, equivalendo ad un sistema di correnti circolari, avrebbe dato luogo al momento magnetico. Questo modello si è ben presto dovuto abbandonare, ma tuttavia l'ipotesi di Uhlenbeck e Goudsmit ha conservato il nome improprio di «ipotesi dell'elettrone rotante», (spinning electron in inglese) ed il momento angolare di un elettrone si suole anche oggi designare col nome di spin. L'elettrone ha dunque perduto la simmetria, sferica, per acquistare un asse privilegiato, quello del suo spin.

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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso

458336
Carlo Darwin 34 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
  • UNIPIEMONTE
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American Acad. of Sciences, vol. VII, febbraio 1868. Il professore Schaaffhausen (Anthropolog. Review, ottobre 1869,pag. 373) osserva sui «vestigi dei sacrifici umani trovati tanto in Omero come nel Vecchio Testamento».

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American Acad. of Sciences, vol. VII, febbraio 1868. Il professore Schaaffhausen (Anthropolog. Review, ottobre 1869,pag. 373) osserva sui «vestigi dei sacrifici umani trovati tanto in Omero come nel Vecchio Testamento»., non ammettere che in quasi tutte le nazioni civili rimangono alcune traccie di qualche rozzo costume, come la forzata prigionia delle mogli. Di quale antica nazione chiede lo stesso autore, si può dire che fosse in origine monogama? La primitiva idea di giustizia, come lo dimostra la legge della battaglia ed altri costumi di cui rimangono ancora alcune traccie, era parimente molto rozza. Molte superstizioni che esistono ancora, sono gli avanzi di antiche false credenze religiose. La forma più alta di religione – la grande idea di Dio che odia il delitto ed ama la rettitudine – era nei tempi primitivi ignota.

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Acad. St-Petersburgh, 1780, part. II,pag. 69. Egli fu seguito da Rudolphi, nella sua Beiträge zur Anthropologie, 1812. Un sunto eccellente delle prove di cioè dato da Godron, De l’espèce, 1859, vol. II,pag. 246, ecc.

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Acad. St-Petersburgh, 1780, part. II,pag. 69. Egli fu seguito da Rudolphi, nella sua Beiträge zur Anthropologie, 1812. Un sunto eccellente delle prove di cioè dato da Godron, De l’espèce, 1859, vol. II,pag. 246, ecc.. Quella opinione fu respinta principalmente perchè la distribuzione delle razze variamente colorate, molte delle quali debbono avere da un pezzo abitato i paesi ove stanno attualmente, non coincide colle corrispondenti differenze di clima. Si deve anche dare molto peso a certi casi come quello delle famiglie olandesi, che, secondo ciò che abbiamo sentito da un testimonio autorevolissimoSir Andrea Smith, come viene citato da Knox, Races of Man, 1850, p. 473., non hanno mutato per nulla colore, dopo di aver dimorato per tre secoli nell’Africa meridionale. L’aspetto uniforme nelle varie parti del mondo degli zingari e degli Ebrei, sebbene l’uniformità di questi ultimi sia stata molto esagerataVedi intorno a questo argomento De Quatrefages, Revue des cours scientifiques, 17 ottobre 1868,pag. 731., è pure un argomento in appoggio. Si è creduto che un’atmosfera umidissima o asciuttissima possa avere maggiore azione per modificare il colore della pelle che non il semplice caldo; ma siccome D’Orbigny nell’America meridionale e Livingstone in Africa hanno dedotto conclusioni diametralmente opposte riguardo all’umidità o all’asciutto, si deve considerare come dubbia qualunque conclusione intorno a questo argomentoLivingstone, Travels and Researches in S. Africa, 1857,pag. 338, 339. D’Orbigny citato da Godron, De l’espèce, vol. II, p. 266..

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Wiman, nei Proc. of American Acad. of Sciences, vol. IV, 1860, p. 17.

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Wiman, nei Proc. of American Acad. of Sciences, vol. IV, 1860, p. 17.. Negli embrioni di tutti i vertebrati respiranti l’aria atmosferica, certe ghiandole, chiamate corpi di Wolff, corrispondono ed operano come i reni dei pesci adultiOwen, Anatomy of Vertebrates, vol. I, p. 533.. Anche fino all’estremo periodo embrionale si possono osservare talune vistose rassomiglianze fra l’uomo e i sottostanti animali. Bischoff dice che le circonvoluzioni del cervello nel feto umano alla fine del settimo mese sono a un dipresso allo stesso punto in cui è lo sviluppo del babbuino adultoDie Grosshirnwindungen des Menschen, 1868, 595.. Il pollice del piede, siccome nota il professore Owen Anatomy of Vertebrates. vol. II, p. 553. «che forma il fulcro nella stazione eretta e nel camminare, è forse il tratto più caratteristico della struttura umana»; ma in un embrione di circa un pollice (25 mill.) di lunghezza il prof. Wyman Proc. Soc. Nat. Hist., Boston 1863, vol. 9, p. 185. ha trovato «che il pollice del piede era più corto degli altri, e invece di essere parallelo con quelli, faceva un angolo sul lato del piede, corrispondendo così a quella condizione che è permanente in questa parte nei quadrumani». Io voglio conchiudere con una citazione di HuxleyMan’s place in nature, p. 65., il quale, fatta la domanda se l’uomo si origini in un modo differente da un cane, un uccello, una rana od un pesce, dice, «la risposta non è oggi dubbiosa; incontestabilmente il modo di origine e gli stadi primieri dello sviluppo dell’uomo sono identici con quelli degli animali che gli stanno immediatamente sotto nella scala; incontestabilmente per questi riguardi egli è assai più vicino alle scimmie che non siano le scimmie al cane».

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Caton, nella Ottawa Acad. of Nat. Sc., 1868, p. 13. Pel Cervus Eldi del Pegu, vedi il luogotenente Beavan, Proc Zoolog. Soc., 1867, p. 762.. Ma nella renna il caso è molto diverso, perchè ho inteso dal professore Nilsson, che ebbe la bontà di fare per me studi speciali in Lapponia, che le corna appaiono nei giovani animali dopo quattro o cinque settimane di età, e si sviluppano nello stesso tempo nei due sessi. Quindi, noi abbiamo qui una struttura sviluppata in un periodo di età insolitamente giovanile in una specie della famiglia, e comune ai due sessi in questa unica specie.

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Caton, nella Ottawa Acad. of Nat. Sc., 1868, p. 13. Pel Cervus Eldi del Pegu, vedi il luogotenente Beavan, Proc Zoolog. Soc., 1867, p. 762.

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Cope, On the Origin of Genera, dai Proc. of Acad. Nat. Sc. of Philadelphia, ottobre 1868.. D’altra parte, se i giovani non riuscissero mai ad ottenere una femmina, l’abito di riprodursi di buon’ora verrebbe presto o tardi al tutto eliminato, essendo esso superfluo e traendo seco uno sciupio di forze.

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Cope, On the Origin of Genera, dai Proc. of Acad. Nat. Sc. of Philadelphia, ottobre 1868.

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Intorno alla struttura ed al mutare delle corna della renna, Hoffberg, Amoenitates Acad., vol. IV, 1788, p. 149. Vedi Richardson, Fauna Bor. Americana, p. 241; per quello che riguarda le varietà o specie americane, vedi pure il maggiore W. Ross-King, The Sportsman in Canada, 1866, p. 80.

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Quindi sembra che le corna debbano essere state trasmesse dal maschio alla femmina in un periodo susseguente alla divergenza delle varie specie da uno stipite comune; ma questo non ebbe luogo per darle un qualche speciale vantaggioIntorno alla struttura ed al mutare delle corna della renna, Hoffberg, Amoenitates Acad., vol. IV, 1788, p. 149. Vedi Richardson, Fauna Bor. Americana, p. 241; per quello che riguarda le varietà o specie americane, vedi pure il maggiore W. Ross-King, The Sportsman in Canada, 1866, p. 80..

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Caton, Ottawa Acad. of Natur. Sciences, maggio 1868, p. 9.. Da queste varie considerazioni noi possiamo concludere che l’avere la femmina della renna corna benissimo sviluppate è dovuto a ciò che i maschi le acquistarono dapprima come armi per combattere altri maschi; e secondariamente al loro essersi sviluppate, per qualche ignota cagione, in una età insolitamente giovanile nei maschi, e la loro conseguente trasmissione ai due sessi.

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Caton, Ottawa Acad. of Natur. Sciences, maggio 1868, p. 9.

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Caton (Ottawa Acad. of Nat. Sciences, maggio 1868, p. 9) dice che il cervo americano si batte colle zampe anteriori dopo che «la quistione di superiorità sia stata una volta fermata e riconosciuta nella mandra». Bailly, Sur l’usage des cornes, Annales des Sc. Nat., tome II, 1824, p. 371.

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Caton (Ottawa Acad. of Nat. Sciences, maggio 1868, p. 9) dice che il cervo americano si batte colle zampe anteriori dopo che «la quistione di superiorità sia stata una volta fermata e riconosciuta nella mandra». Bailly, Sur l’usage des cornes, Annales des Sc. Nat., tome II, 1824, p. 371., il signor Bailly venne ora a conchiudere che le corna loro siano più nocevoli che non utili! Ma questo autore dimentica le battaglie campali fra i maschi rivali. Siccome io ero molto incerto intorno all’uso od all’utilità dei rami, mi rivolsi al sig. McNeill di Colinsay, il quale ha osservato lungamente e con molta cura i costumi del cervo, ed egli mi informò che non ha mai veduto nessuno dei rami venir messo in opera, ma che le corna della fronte, piegandosi in giù, sono una grande difesa per la fronte, e le loro punte sono del pari adoperate per aggredire. Sir Filippo Egerton, mi ha pure riferito, per quello che riguarda il cervo comune ed il daino, che quando combattono essi repentinamente si avventano insieme, e piantando le corna contro il corpo dell’avversario ne segue una lotta disperata. Quando uno è finalmente obbligato a cedere, il vincitore cerca di immergere le sue corna frontali nel vinto nemico. Da ciò sembra che i rami superiori sono principalmente od esclusivamente adoperati per urtare e per schermirsi. Nondimeno in alcune specie i rami superiori sono adoperati come armi offensive; quando un uomo venne aggredito da un Wapiti nel parco del Giudice Caton nell’Ottawa, e parecchi uomini cercarono di liberarlo, il cervo non alzò mai il suo capo dal terreno; infatti tenne il suo muso quasi posato sulla terra col naso fra le zampe anteriori, tranne quando volse il capo da un lato onde prendere una nuova via per prepararsi a ferire. «In questa posizione le sue corna erano dirette contro i suoi avversari. Volgendo il capo dovette necessariamente sollevarlo un tantino, perchè le sue diramazioni erano tanto lunghe che non poteva volgere il capo senza alzarle da un lato, mentre dall’altro toccavano il terreno». Il cervo con questo maneggio a poco a poco fece retrocedere la comitiva di salvatori alla distanza di 50 o 60 metri e l’uomo aggredito fu uccisoVedi la interessantissima relazione nell’appendice allo scritto dell’on. J. D. Caton, citata sopra..

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Hoffberg, descrivendo la renna addomesticata della Lapponia, dice: «Foeminae majores et fortiores mares prae caeteris admittunt, ad eos confugiunt, a jumeribus agitatae, qui hos in fugam conjiciunt»Amoenitates Acad., vol. IV, 1788, p. 160.. Un ecclesiastico, il quale ha allevato molti maiali, mi assicura che le scrofe respingono sovente un maschio e ne accettano immediatamente un altro.

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Amoenitates Acad., vol. IV, 1788, p. 160.

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Ottawa Acad. Nat. Sciences, 1808, p. 36, 40; Blyth, Land and Water, intorno alla Capra aegagrus, 1867, p. 37.

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Ottawa Acad. Nat. Sciences, 1808, p. 36, 40; Blyth, Land and Water, intorno alla Capra aegagrus, 1867, p. 37.; ma non si può guari supporre che siano state acquistate per incutere terrore ai loro nemici. Una delle antilopi sopra menzionate, la Portax picta, ha un grande e ben distinto ciuffo di peli neri sul collo, e questo è molto più grande nel maschio che non nella femmina. Nell’Ammotragus tragelaphus dell’Africa del Nord, specie della famiglia delle pecore, le zampe anteriori sono quasi nascoste da una straordinaria crescenza di peli, che vengono dal collo e dalla metà superiore delle zampe; ma il signor Bartlett non crede che questo mantello sia di alcun uso pel maschio, nel quale è molto più sviluppato che non nella femmina.

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Ottawa Acad. of Nat. Sciences, 1868, p. 4.

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Ottawa Acad. of Nat. Sciences, 1868, p. 4. che nè la pelliccia rossa estiva del cervo della Virginia, nè la pelliccia turchina d’inverno, vengono per nulla alterate dalla castrazione. Nella maggior parte o in tutte le specie molto ornate di Tragelaphus i maschi sono più scuri che non le femmine senza corna e le loro creste di peli sono più pienamente sviluppate. Nel maschio della stupenda antilope di Derby (Derbyan Eland) il corpo è più rosso, tutto il collo più nero, e la fascia bianca che separa questi colori più larga che non nella femmina. Nella grande antilope del Capo pure il maschio è lievemente più scuro che non la femminaIl dott. Gray, Cat. of Mamm. in Brit. Mus., parte III, 1852, p. 134, 142; parimente il dott. Gray, Gleanings from the Menagerie of Knowsley, in cui vi è uno stupendo disegno dell’Oreas derbianus; vedi il testo intorno al Tragelaphus. Per la grande antilope del Capo (Oreas canna), vedi Andrea Smith, Zoology of S. Africa, tav. 41 e 42. Vi sono pure molte di queste antilopi nel giardino della Società zoologica..

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American Acad. of Sciences, vol. VII, febbraio 1868, p. 475) conchiude che la poligamia ed ogni forma di matrimonio durante i tempi primitivi erano essenzialmente ignoti. Sembra pure, dall’opera di sir J. Lubbock, che Bachofen crede anch’egli che il matrimonio comunale prevalesse in origine.

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American Acad. of Sciences, vol. VII, febbraio 1868, p. 475) conchiude che la poligamia ed ogni forma di matrimonio durante i tempi primitivi erano essenzialmente ignoti. Sembra pure, dall’opera di sir J. Lubbock, che Bachofen crede anch’egli che il matrimonio comunale prevalesse in origine. e di cui il giudizio val molto più del mio, credono che il matrimonio comunale fosse la forma originaria e universale che prevalesse in tutto il mondo, comprese anche le unioni fra fratello e sorella. La prova indiretta a favore di questa credenza è sommamente forte, e si fonda principalmente sui termini di parentela che sono adoperati fra i membri della stessa tribù, che implicano una relazione colla tribù sola, e non con uno dei due genitori. Ma l’argomento è troppo grande e complesso perchè se ne possa riferire qui anche solo un estratto, e mi limiterò a poche osservazioni. È cosa evidente che nel caso di matrimonio comunale, o anche di unioni molto rilasciate, che la parentela del bambino con suo padre non può essere conosciuta. Ma sembra quasi incredibile che la parentela del bimbo colla madre, possa essere stata al tutto ignorata, massimamente che le donne nella maggior parte delle tribù selvagge allattano i loro bambini per un tempo assai lungo. Quindi in molti casi la linea di discendenza viene tracciata dalla madre sola, escludendone il padre. Ma in molti altri casi i termini adoperati esprimono una relazione colla tribù sola, escludendone anche la madre. Sembra possibile che l’intimità fra i membri parenti della medesima tribù barbara, esposta ad ogni sorta di pericoli, potesse essere tanto più importante, a cagione del bisogno di aiuto e di vicendevole protezione, che non fra madre e figlio, tanto da produrre il solo uso di nomi esprimenti la primiera parentela; ma il signor Morgan è convinto che questo modo di vedere non è per nulla sufficiente.

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Acad. Nat. Sci. Filadelfia, maggio 1866. Intorno agli abitanti dell’Australia vedi Huxley in Lyell’s Antiquity of Man, 1863,pag. 87. Intorno agli isolani delle Sandwich il prof. J. Wyman, Observations on Crania, Boston, 1868, p. 18.

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Acad. Nat. Sci. Filadelfia, maggio 1866. Intorno agli abitanti dell’Australia vedi Huxley in Lyell’s Antiquity of Man, 1863,pag. 87. Intorno agli isolani delle Sandwich il prof. J. Wyman, Observations on Crania, Boston, 1868, p. 18.. Un distinto dentista mi ha assicurato che vi è quasi tanta diversità nei denti quanta ve n’è nelle fattezze. Le arterie principali scorrono così spesso anormalmente, che è stato giudicato utile per la chirurgia calcolare sopra 12000 corpi quanto sovente s’incontri una data disposizioneAnatomy of the Arteries, di R. Quain.. I muscoli variano eminentemente: per esempio, nel caso dei muscoli del piede, il professore TurnerTransact. Royal Soc. Edimburgo, vol. xxiv,pag. 175, 189. ha trovato che sopra cinquanta corpi non ve ne erano due ove quei muscoli fossero perfettamente uguali; ed in alcuni le deviazioni erano notevoli. Il professore Turner aggiunge che la facoltà di compiere gli acconci movimenti deve essersi modificata in rapporto con parecchie deviazioni. Il signor J. Wood ha riferitoProc. Royal Soc., 1867,pag. 544: parimente 1868,pag. 483, 524. Vi è uno scritto precedente, 1866,pag. 229. il caso di 295 variazioni muscolari sopra trentasei soggetti, e in una serie dello stesso numero non meno di 558 variazioni, calcolando i due lati del corpo come uno. Nell’ultima serie non un corpo dei trentasei «che non si dipartisse al tutto dalle regole descritte del sistema muscolare che si trovano in tutti i trattati di anatomia». Un solo corpo presentava lo straordinario numero di venticinque distinte anomalie. Talora lo stesso muscolo varia in molti modi: così il professore MacalisterProc. R. Irish Academy, vol. x, 1868, p. 141. descrive non meno di venti distinte variazioni nel palmaris accessorius.

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Acad. Pietroburgo, 1778, part. 2a,pag. 217.

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Acad. Pietroburgo, 1778, part. 2a,pag. 217., famoso e antico anatomico, afferma che i visceri interni sono più variabili che non le parti esterne: Nulla particula est quae non aliter et aliter in aliis se habeat hominibus. Egli ha inoltre scritto un trattato sulla scelta degli esemplari tipici dei visceri per dimostrazione. Suona stranamente al nostro orecchio una discussione intorno alla bellezza ideale del fegato, dei polmoni, dei reni, ecc., come della faccia divina dell’uomo.

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Irish Acad., vol. x, 1864, p. 138) certe variazioni nel flexor pollicis longus, notevoli per le loro relazioni collo stesso muscolo nei Quadrumani..

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Irish Acad., vol. x, 1864, p. 138) certe variazioni nel flexor pollicis longus, notevoli per le loro relazioni collo stesso muscolo nei Quadrumani.

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Problemi della scienza

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Federigo Enriques 2 occorrenze

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