Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Rivoluzione e ricostruzione

398751
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 264-308.
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Le camere inoltre non possono nella pratica arrivare a fissare la tecnica delle leggi, ma debbono dare la linea politica e la direttiva giuridica, specialmente per quelle leggi ove la tecnica soverchia la ragione politica o almeno vi dà forma concreta e definitiva. Per questa ragione quanto più sono aumentate le competenze dello stato, amministratore, industriale, agricoltore, commerciante, assicuratore, pedagogo, monopolista, tanto più è aumentata l'influenza legislativa della burocrazia, ed è divenuto prepotente il bisogno del governo a sostituirsi al parlamento. L'esercizio dei poteri legislativi da parte del governo è ormai un fatto normalizzato, prima della guerra dai pieni poteri del maggio ʼ15, poi dall'abuso dei decreti-legge nel periodo post-bellico, nel quale si son fatti valere anche i poteri avuti dall'inizio della guerra; e infine oggi colla nuova delegazione dei poteri tributari e amministrativi dati dall'attuale governo.

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Note sommarie sui contratti agrari e le cooperative agricole di lavoro in Sicilia

399152
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1901
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 205-216.
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Pagina 211

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400939
Murri, Romolo 7 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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Esso è particolarmente diretto a temperare l'abuso della carne, abuso favorito anche, spesso, da una medicina alla moda, contro la quale reagisce oggi in maniera quasi violenta il vegetarianismo; sistema, questo, che fu sovente in uso nell'ascesi cristiana e che unito ad un genere di vita laborioso e normalmente tranquillo, lungi dall'essere nocivo, è vantaggiosissimo all'organismo.

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Secondo difetto, un cotale realismo, insito in esso, pel quale ebbe bisogno sempre di appoggiare i suoi progressi ad un rigido concetto dell'individuo dall'una parte e dalla collettività politica dall'altra, così che la sua tendenza fu sempre di opporre rigidamente l'individuo ai suoi simili e la collettività ai singoli; e gli sfuggì quella più alta considerazione la quale supera ed integra i diritti dei singoli col concetto d'un intimo e fondamentale dovere comune e d'una solidarietà in cui l'individuo diviene parte d'un organismo spirituale vivente, che assomma ed unifica i diritti e le azioni dei singoli nel raggiungimento d'un grande scopo comune, il quale è poi il contenuto pieno ed ideale della civiltà: l'incremento della cultura e della vita dello spirito. Così il diritto civile non conosce che le due forme di giustizia: commutativa e distributiva; misura della prima è l'individuo nella pienezza della affermazione egoistica rivendicante per sé le proprie facoltà e le cose possedute, ad esclusione di ogni altro e con potere di uso e di abuso; misura della seconda è lo Stato, nell'affermazione della sua forza, che circonda ed assorbe ed ordina burocraticamente, con tendenza all'accentramento ed al dispotismo, le attività dei singoli. Così che questo dritto si risolve quasi naturalmente nella forza che lo crea e lo sancisce e che pur tuttavia è insieme la negazione del diritto; donde quei due aforismi notissimi, pieni di verità e di ironia, che son come la critica del diritto stesso: la force prime le droit, e summum jus summa infuria.

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Un amore del prossimo, come quello domandatoci dal Cristo, il quale lasciasse sussistere, nei rapporti fra i singoli, quelle varie forme di violenza, di abuso, di cupidigia personale che la giustizia proibisce, sarebbe un amore irrisorio. Se non è seguace del Cristo chi non è al simile suo ciò che è un fratello al fratello, molto meno sarà chi nel simile vede non già un fratello né un uguale, ma una vittima da sfruttare per la propria cupidigia, un debole del quale profittare, un nemico da vincere e da umiliare. Nella scala dei doveri che la carità ci impone, i primi, evidentemente, sono quelli che la legge stessa, la quale esprime il senso di giustizia e di dovere che è comune, in un dato momento, alle coscienze de' socii non guasti di una aggregazione politica, accoglie sotto la sua tutela: chi non osservi questi potrà star certo di non essere nello spirito del Cristo, anche se egli si concede l'illusione di ristabilire l'equilibrio con forme di carità e di beneficenza. A queste l'egoismo e la cupidigia lasciano sempre un piccolo margine; talora non sono, anzi, se non un calcolo raffinato di egoismo e di cupidigia, esse stesse.

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Con ciò noi abbiamo anche una misura certa per giudicare dell'efficacia dello spirito del cristianesimo in un individuo od in una società; la misura cioè nella quale le varie forme di attività e di rapporti sociali, e l'attività collettiva, formatrice del dritto nuovo, si ispirano al precetto di solidarietà e di eguaglianza umana lasciatoci dal Cristo, ed escludono da sé le varie maniere di abuso e di sfruttamento cui il dritto codificato lasciò in ogni tempo un amplissimo margine; il quale solo con grande fatica, e solo sotto la pressione viva ed operosa d'un possente desiderio di giustizia, si va restringendo. Con l'applicazione di questo criterio noi verremmo forse a modificare profondamente parecchi nostri giudizii sia su persone sia su fatti storici; e discerneremmo spesso l'uomo vecchio sotto le forme ipocrite e sottili della religiosità esteriore, e distingueremmo nella filantropia quello che è cristianesimo inconscio e larvato da quel che è sentimentalismo vago od occasione e pretesto di vanità; e infine giudicheremmo molto diversamente delle vie segrete e profonde del cristianesimo nella storia e nel governo dei costumi dei popoli cristiani. Vi fu chi osservò che la costituzione americana, con il suo profondo senso di libertà e di dritto umano, è un magnifico fiore della coscienza cristiana degli esuli religiosi, cattolici o protestanti, che primi popolarono e colonizzarono gli Stati dell'Unione del Nord: e chi nella rivoluzione francese, più profondo di tutti i traviamenti della filosofia del secolo XVIII e gli eccessi delle passioni scatenatesi sulla Francia e sull'Europa, poté discernere lo spirito vivo di fratellanza e di solidarietà cristiana del quale il motto della rivoluzione rinvigoriva l'eco, affievolita dai secoli.

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Introduzione alla sez. "Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922)

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 101-131.
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