A livello regionale, il recente regolamento UE 995/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio si pone come un primo valido strumento finalizzato a contrastare il disboscamento illegale e il connesso commercio di legname tagliato abusivamente, mentre alcune perplessità permangono nel considerare lo stesso come un atto rilevante ai fini di un'effettiva tutela delle foreste europee. L'articolo, dopo aver analizzato tale normativa, la pone a confronto con altri strumenti esistenti a livello internazionale come l'ITTA [Accordo internazionale sui legni tropicali] e la CITES [Convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione] che, pur non prefiggendosi quale scopo "primario" la lotta al disboscamento illegale, a ciò vi contribuiscono in un contesto più ampio. Non mancano, infine, alcune considerazioni in merito alle lacune del 'regime' così delineato, con riferimento al fatto che il Regolamento si occupa esclusivamente di disboscamento illegale (e non anche di conservazione e gestione sostenibile delle foreste europee), che ITTA si incentra sulle sole foreste tropicali e che la CITES ha ad oggetto unicamente le foreste a rischio di estinzione mediante un meccanismo di inserzione in lista.
[legge sul diritto d'autore]) "per aver detenuto per la vendita all'interno di un magazzino supporti musicali e DVD abusivamente duplicati e privi del contrassegno SIAE". In applicazione dei principi sopra espressi, la Suprema Corte ha assolto l'imputato perché il fatto (commesso in epoca antecedente alla notifica della regola tecnica alla Commissione Europea) non sussiste.
La legge antiusura n. 108/1996, copiando dai francesi, aveva inteso colpire molto più duramente di questi, penalmente e civilmente, la pattuizione di tassi fuori mercato (bancario e finanziario); ed invece, a causa delle difettose rilevazioni di Bankitalia e della manifesta violazione della legge stessa da parte dei giudici, ha finito per qualificare abusivamente come usuraria una parte non irrilevante della stessa attività creditizia, suscitando un contenzioso che assorbe ingenti risorse e penalizza la concessione di nuovo credito in un avverso contesto di recessione e di sottocapitalizzazione degli enti finanziari.
L'A. rintraccia nel "non riconoscimento" la sanzione per i trust liquidatori che si pongano abusivamente in contrasto con i principi imperativi "interni" sulla tutela dei crediti e suggerisce il ricorso alla regola di "Saunders v. Vautier" nell'ottica di governare la vicenda dei trust liquidatori in concomitanza con la sopravvenuta dichiarazione di fallimento.