. - prevedendo che, con la condanna dell'imputato, sarebbe stata disposta la confisca dell'edificio abusivamente realizzato - aveva ordinato.
La pronuncia correttamente afferma che la condotta di chi si allaccia abusivamente alla rete dell'ENEL, manomette il contatore e reitera in tempi diversi prelievi abusivi di energia elettrica, costituisce un unico reato di furto. Si analizzano, allora, le condizioni alle quali, pur in presenza di condotte naturalisticamente distinte, la legge e la dottrina ne ammettono l'unificazione in uno stesso reato (reato complesso, reato continuato, concorso di reati, moltiplicazione della medesima fattispecie legale nello stesso contesto spazio-temporale, reato permanente, reato abituale). Ci si sofferma sull'analisi dei reati permanenti e abituali, concludendo che, nel caso concreto, è possibile ravvisare un reato unico di natura eventualmente permanente.
Anche a causa della tecnica del rinvio, l'incriminazione dell'attività finanziaria esercitata abusivamente costituisce spunto sulla funzione del diritto penale e su quale sia il bene giuridico, tutelato in via diretta o mediata dalla fattispecie. Il non chiaro confine tra l'atto di finanziamento giuridicamente lecito e l'attività di "concessioni di finanziamenti sotto qualsiasi forma", penalmente rilevante in assenza di autorizzazione, richiama considerazioni sulla sufficiente determinatezza della fattispecie e sulla conformità al principio di non sostituibilità della pena. Nella sentenza che si annota, il Tribunale ambrosiano sintetizza l'oggetto giuridico nella stabilità del sistema finanziario la cui tutela, nell'ultimo ventennio, ha interessato tanto la normativa nazionale quanto quella comunitaria ed internazionale. Spunti per ulteriori considerazioni in ordine alla meritevolezza di pena provengono dalla giurisprudenza comunitaria sul punto dei rapporti tra libertà fondamentali garantite dal diritto comunitario e diritto penale.
La pronuncia suscita interesse, e certo non mancherà il dibattito in dottrina tra gli studiosi impegnati a discutere e ridefinire le linee guida del nuovo diritto dei contratti, anche alla luce dell'ampiezza argomentativa con cui la Suprema Corte ha ritenuto di motivare la decisione di cassare con rinvio una sentenza che, a dire del giudici di legittimità, non avrebbe valutato se il recesso ad nutum contrattualmente previsto fosse stato in concreto esercitato correttamente o, al contrario, abusivamente, in tal modo perseguendo il recedente fini diversi e ulteriori rispetto a quelli consentiti dall'ordinamento (è quasi testualmente una delle espressioni dell'articolata motivazione). Al centro dell'elaborato percorso motivazionale la Corte colloca il concetto, tradizionalmente materia di dibattito tra i giuristi di ogni epoca, di abuso del diritto, chiamato ad operare come criterio decisivo per la soluzione di una delle più frequenti controversie nei rapporti tra imprese attive nel settore della distribuzione commerciale