A rendere ancora più drammatica questa storia di abusi in famiglia è lo stato di malattia dell'imputato, contagiato dal virus dell'Aids e colpito anche dalla sifilide. Chiudendo l'inchiesta, nata dalle confidenze raccolte dal padre delle tre vittime, il pm Pietro Forno, specialista in delitti sessuali, contesta all'imputato anche il tentato omicidio. Il concetto chiave è il cosiddetto «dolo eventuale»: essendo consapevole del suo stato di sieropositività, lo zio avrebbe «accettato il rischio» di provocare, attraverso quei rapporti, la morte dei propri nipotini.