Note in tema di possibile tutela penale contro gli abusi del trustee
Il Tribunale di Venezia afferma che nell'ordinamento penale italiano esiste una lacuna che non consente di punire gli abusi del trustee infedele. Si esamina la motivazione della sentenza per esprimere qualche perplessità su alcuni punti e si indicano le ragioni che avrebbero meglio potuto sostenere una pronuncia di condanna, alternativamente, per truffa o per appropriazione indebita.
Fu adottato un modello costituzionale, ultrademocratico per quel tempo, sulla cui attinenza, ad un paese estremamente arretrato, nulla può dirsi di certo, perché fu applicato per meno di un anno, in un contesto di necessità tra abusi e disordini. L'ondata rivoluzionaria e lo sviluppo del costituzionalismo liberaldemocratico, che avevano toccato punte di massimo consenso in difesa delle libertà politiche e civili dei popoli ed in favore di una soluzione federalistica della questione italiana, verranno arginati e repressi dall'incalzare dei nuovi eventi. Il nuovo Stato ed il suo Governo, vittime della spedizione borbonica del Filangieri, sarebbero comunque stati destinati a fallire per cause intrinseche alla politica locale, tra le quali oltre alla carenza di forze militari e di alleati in campo europeo, occorre considerare la mancata soluzione dinastica. Nella primavera del 1849, lo Stato di Sicilia, ad appena sedici mesi dalla nascita, attaccato dall'esterno e debole nel suo interno sarà così costretto a soccombere.
Il contributo ha lo scopo di fornire agli operatori un punto di vista sulle non facili problematiche connesse alla circolazione delle singole unità mediante vendite "frazionate" ed ai possibili abusi che ne potrebbero derivare qualora queste non si accompagnino a specifici vincoli pattizi del diritto di proprietà per garantire (sempre) il rispetto dell'effettiva destinazione d'uso.
Le indagini nei casi di sospetti abusi su minori. La prova dichiarativa debole e la fruibilità degli atti di indagine
Tuttavia, ammesso l'ingresso del consumatore nella sfera della tutela "antitrust", è necessario prevedere efficaci strumenti processuali collettivi volti a garantire un più ampio accesso alla giustizia ed eque compensazioni del danno sofferto ai soggetti di mercato più deboli e più intensamente colpiti dagli abusi della moderna "corporate society".
In realtà, il problema appare strutturale, i parametri diretti di valutazione della legittimità costituzionale delle norme vengono elusi dalla Consulta nei giudizi in cui è parte lo Stato e ciò provoca il collasso del sistema, rimanendo gli abusi della pubblica amministrazione sulle regole e sul processo privi di controlli e di sanzioni effettivi. L'unica soluzione possibile appare il rispetto di patti e regole che sono su un livello sovraordinato rispetto a quello dell'ordinamento nazionale e rafforzare attraverso la tutela comunitaria e internazionale il potere del giudice interno, organo dello Stato che abusa, di risolvere le controversie dando immediata protezione alle istanze di giustizia, senza inutili verifiche della legittimità costituzionale di norme palesemente illegittime.
Il lavoro dello schiavo è altro, non è lavoro, con l'intreccio di abusi che fanno tornare tempi antichi con la modernità dell'indifferenza alle barriere nazionali.
Gli abusi del Ministero della giustizia in materia di trasferimento del personale. Il commento
Infatti, la sanzione di una intesa avente oggetto distorsivo non può certamente fornire prova dell'esistenza di un effetto, e dunque di un danno privato; negli abusi escludenti, un danno alla concorrenza può non implicare un danno risarcibile ad un concorrente, in quanto non tutti i comportamenti escludenti dell'impresa dominante hanno necessariamente carattere abusivo, o non hanno un effetto escludente su tutti i suoi concorrenti. Pertanto, anche nelle azioni follow-on, è quasi indispensabile che l'Attore provi adeguatamente il nesso causale e quantifichi il danno. A questo fine, la metodologia più ragionevole è quella, frequentemente applicata dalle corti civili nelle liti commerciali, di costruire uno scenario ipotetico, che differisce da quello effettivo soltanto per il mancato verificarsi del comportamento dannoso. Tale scenario può essere creato in vari modi, che vengono discussi nell'articolo, tra i quali quello in generale preferibile, se le informazioni disponibili lo consentono, è la ricostruzione analitica, in base ad informazioni dettagliate sull'impresa, sui suoi piani, e sulla sua effettiva capacità di realizzarli in assenza dei comportamenti dannosi. Quando non si disponga di dati adeguati per questa ricostruzione, è possibile basarsi sull'andamento economico del mercato dell'impresa in un periodo precedente o successivo al verificarsi del comportamento dannoso (metodo before and after), oppure infine confrontare l'impresa danneggiata con un'altra impresa - fortemente simile ad essa - che però non abbia subito il comportamento dannoso (metodo yardstick,o benchmark). In tutti questi casi, la corte deve avere modo di convincersi che la differenza tra le due situazioni confrontate risulti, almeno in via preponderante, dal comportamento dannoso.
Sullo sfondo, non evocata ma immanente, la normativa comunitaria sul contratto a tempo determinato e le sentenze della Corte di Giustizia, che hanno di fatto imposto all'Italia la stabilizzazione del precariato come adeguata misura sanzionatoria degli abusi delle pubbliche amministrazioni.
Lungi dal caricare la disciplina in materia di tratti autoritari, a tali poteri andrebbero, in prospettiva, affiancati piuttosto poteri più incisivi, ma non repressivi: quello di accertamento e di trasparenza delle cause di insorgenza del conflitto e quello di denuncia degli abusi e delle violazioni della legge. Mediante l'informazione ad opera della Commissione, i lavoratori che scioperano trasgredendo le regole verrebbero isolati dalla perdita del sostegno dell'opinione pubblica, indispensabile per la riuscita di qualsiasi legittima protesta.
Gli AA. affrontano il tema dei richiedenti asilo politico vittime di tortura, "fenomeno" che, in ogni parte del mondo, si caratterizza per abusi e violenze fisiche e psichiche compiuti ai danni di uomini, donne e bambini. Viene analizzato lo status di "rifugiato" e la richiesta di asilo in Italia alla luce di quanto esplicitamente previsto all'art. 14 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, cioè il "diritto di cercare e di godere in altri Paesi di asilo dalle persecuzioni", prendendo in considerazione le convenzione ed i trattati che definiscono la tortura, i metodi e gli strumenti utilizzati, nonché le conseguenze fisiche, psicologiche e sociali che ne derivano e le possibili cure per il recupero delle vittime. Infine gli AA. illustrano un progetto per la verifica e l'accertamento dei "requisiti certificativi medico-legali" necessari per l'ottenimento dello status di rifugiato.
Nell'ambito di tale progetto, l'Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Palermo si è posta l'obiettivo di attivare un servizio specializzato per gli abusi su donne e minori, diventando polo di sperimentazione per le procedure interdisciplinari (pronto soccorso, ostetricia, pediatria, chirurgia, medicina legale) che gli operatori sanitari devono adottare nell'ambito dell'intervento in emergenza, in un'ottica d'integrazione con la Rete antiviolenza dei servizi sociali della città e provincia. L'adozione di tali procedure ha più semplice e standardizzata la presa in carico delle presunte vittime di abusi.