Infine si è evidenziato come la medicina possa contribuire non soltanto alla costruzione della pace, soprattutto sul piano della prevenzione, ad esempio riguardo alle situazioni di guerra e di soccorso in caso di catastrofe e nel negare l'uso della stessa scienza medica per scopi sbagliati e abusi delle conoscenze, ma anche nell'ottica di un nuovo "giuramento" che vada oltre quello ippocratico, che tuteli tanto l'uomo sano quanto quello malato, nella più ampia prospettiva non soltanto di riumanizzare tutto il sistema sanitario, ma di garantire una reale giustizia sanitaria: entrambi punti nodali per la costruzione di una trama sociale egalitaria e pacifica.
L'articolo si divide in tre parti: delineazione del concetto di futilità; delineazione dei suoi abusi all'interno di particolari decisioni cliniche; definizione nel suo uso proprio nel contesto dell'antropologia e dell'etica medica cattolica. Correttamente interpretato il termine "futilità", come guida prudenziale all'interno di limiti morali specifici, può essere d'aiuto per recuperare e spiegare la persistente importanza dei termini tradizionali ordinario e straordinario, proporzionato e sproporzionato. Questi termini sono centrali nell'insegnamento del Magistero Cattolico sull'assistenza alla fine della vita, e hanno fortemente influenzato le prospettive cattoliche successive riguardo alle decisioni di fine vita.
La dottrina e la giurisprudenza hanno studiato ed analizzato casi di abusi e conseguente responsabilità civile dei magistrati soprattutto in ambito civile e penale, ma tali problematiche si possono verificare anche nei giudizi dinanzi alle Commissioni tributarie, per i quali, attesa la particolarità della materia tributaria e la natura degli interessi coinvolti, si avverte l'esigenza di un ripensamento dell'intera disciplina, che individui ipotesi di responsabilità più specifiche, soprattutto quando evidente è il sopruso perpetrato a danno del contribuente.