Sembra che si sia abusato di questa osservazione, in certi recenti indirizzi antiscientifici del pensiero. La sola conseguenza legittima che se ne deduce, è che le sensazioni e volizioni considerate come uguali, possono distinguersi in un ordine più esteso di considerazioni (dica chi vuole, che sono soltanto simili), e che perciò codesti dati entrano a costituire il reale soltanto come elementi astratti, cioè rappresentanti di certi elementi (riconoscibili) che si corrispondono entro gruppi diversi di sensazioni e volizioni effettive.
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