Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Perché protestiamo contro i germanizzatori?

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

«Il difendere e il mantenere la nostra lingua è diritto di natura, impresso dalla volontà creatrice del nostro petto È anche diritto che ci si perviene per la costituzione austriaca, poiché quando all’Austria si diede il nuovo statuto, non vi si scrisse che una nazione è superiore ad un’altra, che i tedeschi potessero opprimere gli slavi, i polacchi i rumeni, ma sta scritto che tutti i popoli, tutte le nazioni sotto lo scettro degli Absburgo debbano avere eguali diritti. Noi non siamo dei ribelli, dei rivoluzionari, non facciamo dell’irredentismo politico, ma vogliamo l’attuazione di quanto sta scritto nella legge. L’imperatore inaugurando col discorso di Trono la sessione parlamentare, disse di voler morire colla coscienza d’aver lasciato intatto ad ogni popolo il proprio possesso nazionale. L’imperatore vuole dunque che ad ogni popolo sia lasciata la propria lingua e il proprio costume. Ed anche noi non vogliamo altro! Chi sono gli avversari che dobbiamo combattere? Forse i tedeschi, tutti i tedeschi? No, la maggior parte di loro vuol vivere in pace con noi. Noi combattiamo una data specie di tedeschi, e sono i prepotenti, i germanizzatori. Sono dappertutto così! In Polonia quando maltrattano i bimbi nelle scuole, in Moravia quando graffiano le lapidi dei cimiteri perché non sono scritte in tedesco: il loro ideale è d’imporre a tutti la propria lingua e d’intedescare il più possibile l’Austria per mandarla in malora e costitutire un grande stato germanico. Per questo li chiamiamo pantedeschi o pangermanisti. Quando arrivarono al castello di Pergine hanno issato forse la bandiera austriaca? No, sicuro, ma la tricolore germanica. Uno dei loro capi a Innsbruck il d.r Frank, ha forse chiuso il suo discorso co] grido “Viva l’Austria”? No, ma tutti hanno gridato: Viva la Pangermania ! Lo so, non tutti i soci del Tiroler Volksbund sono d’accordo con questo indirizzo; ma per noi basta e ne avanza che siano d’accordo quei mestadori e quegli emissari che vengono qui a parlare del Volksbund. Non lasciamoci abbagliare da false promesse di vantaggi economici. È vero, dobbiamo cercare lavoro al nord. Ma sapete perché vi prendono? Non per amore ma perché siete bravi lavoratori. Quanto vi danno non è regalato. Ed infine perché non abbiamo lavoro a casa nostra? Chi è causa in gran parte della nostra miseria? Sempre i prepotenti, i quali per loro ottengono ferrovie, agli italiani invece della provincia lasciano l’onore di costruirgliele. Considerate un caso recente. Il capo del governo al Parlamento ha promesso ai nostri deputati di voler finalmente ricordarsi anche di noi e di riparare all’abbandono in cui ci hanno lasciati tanti anni. Ebbene, sapete chi è insorto subito contro il governo? Il partito dei prepotenti. Il loro giornale, il Tiroler Tagblatt dei 25 luglio scrive che i tedeschi radicali staranno in guardia ed impediranno che si sazi la nostra fame con denari tedeschi? Capito? Ci vogliono sempre affamati perché ci trasciniamo sulle ginocchia a chiedere soccorsi dal loro Tiroler Volksbund! Qui, o donne, vi mandano i vestitini, le camicette come regali di Natale, ma poi costringono i vostri uomini ad emigrare. Ora vogliono separarci, portare tra noi lotta per batterci. Stiamo uniti, cerchiamo di formare una sola fratellanza trentina. Chiediamo al governo quanto ci perviene per il nostro risorgimento economico. Ma stiamo uniti e gridiamo: viva il Trentino, nella sua fede cristiana e nella sua italianità».

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