Il contributo si sofferma ad analizzare criticamente la consolidata interpretazione giurisprudenziale del disposto dell'art. 6 comma 1 lett. c) d.p.r. 601/1973 da ultimo riproposta nella sentenza commentata evidenziandone i molteplici risvolti problematici e la valenza sostanzialmente abrogatrice della norma. Si riflette brevemente sui possibili limiti all'attività ermeneutica con riferimento alle norme di esenzione e di agevolazione.
Rimane sullo sfondo l'interrogativo sulla effettiva ratio del comma 3 e sugli effetti che potrebbero derivarne sulle normative settoriali, ove inteso come norma generale abrogatrice per ridisciplina dell'intera materia, capace di contenere al proprio interno fattispecie dotate di elevata specificità, in presenza di un quadro normativo già sovraccarico e non risolto, all'interno del quale provocherebbe ulteriore frammentazione e incertezza.