Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abituare

Numero di risultati: 5 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Contro la tubercolosi. Saggio popolare

412435
Giulio Bizzozero 2 occorrenze
  • 1899
  • Fratelli Treves
  • Milano
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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Ora, a tale scopo il clima di montagna risponde assai meglio di quello di pianura; quando poi sia vinta la malattia, non è difficile trovar modo di abituare di nuovo gradatamente il malato al suo clima primitivo. Quanto alle altre obbiezioni, sono di poco conto. Le spese di viaggio saranno sempre poca cosa rispetto al costo della cura, e la lontananza della famiglia, piuttosto che dannosa, è da considerare come giovevole all'esito della cura stessa, sia perché le visite dei parenti sono spesso causa di alterazioni nella regolarità di vita del malato, e non di rado anche di disobbedienza alle prescrizioni mediche a cagione dei pregiudizii popolari contro l'alimentazione abbondante, la vita all'aria libera, ecc., sia perché il malato nel sanatorio non deve essere disturbato dalle noie grandi o piccine della vita familiare. Ogni suo pensiero, come ogni sua azione, devono essere diretti a favorire la guarigione.

Pagina 131

Dà maggiore sicurezza il vivere in un ambiente salubre, che il tentare di abituare il proprio corpo a resistere in un ambiente pieno d'insidie e di pericoli.

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Fisiologia dell'uomo sulle Alpi: studii fatti sul Monte Rosa

435154
Angelo Mosso 1 occorrenze
  • 1897
  • Fratelli Treves Editori
  • Milano
  • fisiologia
  • UNIPIEMONTE
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Chi ha un po' di pratica della vegetazione nelle serre calde, sa che bisogna abituare poco per volta le piante alla luce. Alle begonie, per esempio, se ai primi giorni della primavera si lasciano colpire dalla piena luce del sole, le foglie si bruciano, diventano gialle sul bordo e poi seccano. Gli amaranti accartocciano pure le foglie, ed altre piante appassiscono. Se invece si temperano alla luce, come dicono i giardinieri, possono dopo portarsi in piena terra ed essere esposte ai raggi cocenti del sole, senza che ne soffrano. In questi fenomeni non è il calore, ma la luce che ha la parte preponderante.

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L'uomo delinquente

471073
Cesare Lombroso 1 occorrenze
  • 1897
  • Fratelli Bocca Editori, Librai di S. M. Il Re D'Italia
  • Torino
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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Il lavoro deve essere la molla, il passatempo e lo scopo di ogni stabilimento carcerario, per suscitare l'assopita energia, per abituare ad una occupazione fruttuosa dopo la liberazione, come stromento di disciplina carceraria, e anche per risarcire lo Stato delle spese incontrate per loro Ch'io sappia, solo le carceri di Charlestown, di Chatam, di Portsmouth, di Alipore diedero proventi di poco inferiori alle spese. Nel 1871-72, Chatam e Portsmouth diedero, anzi, un avanzo di 17,759 Ster. Du Cane, 1872. - Secondo Garelli le carceri nostre costavano allo Stato 32 milioni e ne rendevano solo 1 e 1/2. Lezioni sulla riforma delle carceri, 1862. - Nella Relazione Sul lavoro dei detenuti, presentata nel 1876 dal Nicotera, troviamo che nel 1874-75 si aveano 38.407 detenuti operosi, di cui 400 in arti distinte (eban.), 32.178 inoperosi, 1/4 erano tessitori, 1/10 calzolai, 1/20 falegnami, 1/10 agricoltori, 1/40 alle saline. - L'utile netto per l'amministrazione nel 1871 fu di 1.632.530 ed il detenuto ebbe per prezzo della mano d'opera it. L. 0,473, il doppio quasi del Belgio 0,266, Ungheria 0,218 e dell'Austria 0,407. Notiamo qui che in Austria un condannato può essere obbligato a pagare un tanto per la sua detenzione; in Berna deve almen guadagnare 75 centesimi al dì prima di poter fruire del suo lavoro. In Francia tiene 1/3 del suo prodotto.: ma siccome questo ultimo non deve essere l'unico scopo da raggiungere, non tutti i lavori più lucrosi possono attuarsi; noi dobbiamo, per le ragioni che sopra toccammo, evitare i lavori di ferraio, ottonaio, calcografo, fotografo, calligrafo, che preparerebbero le vie ad altri delitti. Dobbiamo preferire i lavori agricoli i quali ci diedero il minimo delle mortalità nelle nostre statistiche e permettono ai dimessi un facile collocamento; quindi i lavori in paglia, sparto e cordame, in tipografia, in sartoria, in terra cotta, in pietra dura, e, solo da ultimo, i lavori di calzoleria, ebanista e falegname, pei quali si esigono ordigni che possono riuscire pericolosi. E sarà meglio scegliere, a preferenza, quei lavori in cui s'adoperino strumenti da taglio, commessi come nell'officina di castagne d'India della casa penale di Milano, solidamente ad ingranaggi non amovibili, ma meglio ancora i lavori che non esigono stromenti atti a ferire; e devo a questo proposito molta lode al cav. Costa pell'introdotta lavorazione delle scatole di zolfini, nelle torinesi carceri cellulari, che rende 36.000 lire all'anno allo Stato e dà un compenso che va da 15 a 75 centesimi all'operaio. A Noto si introdusse nelle case di pena il lavoro di corbe d'erba (tipha fluv.), che fu premiato più volte.

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Il Nuovo Cimento | Giornale di fisica, di chimica e scienze affini

539332
Stanislao Cannizzaro 1 occorrenze
  • 1858
  • Società italiana di fisica
  • Bologna
  • chimica
  • UNIPIEMONTE
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In somma è facile abituare gli allievi a considerare i pesi degli atomi rappresentati o da un intero volume o da una frazione di volume, secondo che l’atomo è eguale alla intera molecola o ad una frazione di essa. In questo sistema di formule quelle che rappresentano i pesi e la composizione delle molecole, sia dei corpi semplici che dei composti, rappresentano i pesi e la composizione di volumi gassosi eguali in eguali condizioni. L’atomo di ciascun corpo semplice è rappresentato da quella quantità di esso che entra costantemente intera in volumi eguali, sia del corpo libero, sia dei suoi composti; questa quantità può essere o tutta intera quella contenuta in un volume del corpo libero, o un sotto-multiplo intero di questa quantità.

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