Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La Stampa

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In «Matrilineare» (I dischi del Mulo, i Cd) incontriamo voci diverse, e tutte femminili, passando dal Coro delle Mondine di Correggio (cinque simpaticissime nonne, utlime eredi di un antico fascino dei canti di lavoro in Padania) alle nipotine che frequentano più abitualmente i territori del rock. Fra queste ultime figurano, in ordine di valori; delle proposte, la cantautrice Cristina Dona, Odette Di Maio dei Soon, Mara Redeghieri degli Ustmamo, Valeria Cevolani e i Disciplinatha, Valeria Nativo dei Divine. Un disco ricco di poesia e serenità, che unisce passato e presente, ma che ha l'ambizione di guardare a tracciare una strada nel futuro. Un progetto, ben coltivato e realizzato, del Consorzio Produttori Indipendenti, che riesce anche ad inserire per la loro prima esperienza pubblica i rampolli Mira Spinosa, estAsia, Otero. Nella tradizione padana pesca a piene mani anche un disco tipicamente e originalmente natalizio: «La santa notte dell'Oriente» (Robi Droli, 1 Cd) dei Baraban, gruppo milanese da oltre un decennio ricercatore di suoni e assonanze multiculturali. E così vecchi racconti musicali della buona novella natalizia vengono recuperati dalla tradizione lombarda e del Nordest con classici organetti e ocarine, ma vivacizzati e arricchiti da uillean pipes irlandesi, bouzuoki greci, percussioni mediorientali. Altro progetto «senza frontiere» è quello di Egea, «un'intenzione, un'emozione verso cui convergono artisti con esperienze diverse e la comune esigenza di dare alla loro ricerca musicale espressioni che non si riducano a formule». Un progetto che guarda all'area mediterranea. Del progetto Egea fa parte «Come una volta» (L'Abaco, Perugia, 1 Cd) realizzato dai bravissimi musicisti Gianni Coscia (fisarmonica), Gabriele Mirabassi (clarinetto), Battista Lena (chitarra), Enzo Pietropaoli (contrabbasso). Con quattordici brani che il sottotitolo definisce «sogni, ricordi, riflessioni italiane», il quartetto ricama e ricostruisce con mano jazzistica, infinita dolcezza e sapienza, uno stile di racconto musicale in cui riconosciamo le nostre radici e le nostre atmosfere. Un disco acustico di grande ricchezza. Un disco diverso è anche «Outback. Entroterra» (Window Communication, Venezia, 1 Cd), terzo album di un sacerdote, don Paolo Spoladore, impegnato a tradurre in musica la vita vista con l'energia della fede. Dodici i brani in cui elementi rock si legano a quelli melodici creando una musica senza grandi caratteristiche di novità ma che fluisce con semplicità e gradevolezza. D'altronde l'obiettivo di don Spoladore non è propriamente musicale. Bensì la musica pop e il suo linguaggio sono la forma più efficace per sottolineare ad un pubblico giovanile la rilettura della vita secondo il messaggio cristiano.

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