Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abituali

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Carlo Darwin

411672
Michele Lessona 2 occorrenze

Infine l’uomo non accetta più la lode o il biasimo del suo simile come guida principale, sebbene pochi sfuggano a questa azione, ma le sue convinzioni abituali governate dalla ragione gli somministrano la regola più sicura. Allora la sua coscienza diviene il suo giudice e mentore supremo. Nondimeno il primo fondamento e la prima origine del senso morale si basa sugli istinti sociali, compresa la simpatia; e questi istinti senza dubbio vennero primieramente acquistati, come nel caso degli animali sottostanti, per opera della scelta naturale.

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. - Talune condizioni di spirito determinano certi atti abituali che sono utili, come lo stabilisce il nostro primo principio. Dappoi, allorché si produce uno stato dell’animo direttamente inverso, siamo fortemente e involontariamente tentati di compiere movimenti del tutto opposti, per quanto inutili, e in alcuni casi questi movimenti sono molto espressivi.

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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso

463503
Carlo Darwin 4 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
  • UNIPIEMONTE
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Certi spasmi abituali dei muscoli e una cicatrice venuta da una grave scottatura hanno modificato permanentemente le ossa facciali. In quelle persone giovani nelle quali il capo, in seguito ad una qualche malattia, è rimasto piegato lateralmente o all’indietro, uno degli occhi ha mutato posizione, e le ossa del cranio si sono modificate, e questo è derivato apparentemente da ciò che il cervello ha fatto pressione in una nuova direzioneSchaaffhausen cita da Blumenbach e Busch casi di spasimi e di cicatrici, nella Anthropolog. Review, ottobre 1868, p. 420. Il dottor Jarrold (Antropologia, 1808, pagine 115, 116) riferisce da Camper e dalle sue proprie osservazioni casi di modificazione del cranio, perchè il capo si era atteggiato in una posizione non naturale. Egli crede che certi mestieri, come quello del calzolaio, facendo tenere il capo abitualmente piegato in avanti, possano rendere la fronte più rotonda e più prominente.. Io ho dimostrato che nei conigli dalle lunghe orecchie basta una lieve cagione, come il taglio in avanti di un orecchio, per far sporgere da quel lato quasi tutte le ossa del cranio; per cui le ossa del lato opposto non corrispondono più per l’appunto. Infine, se un animale qualunque cresce o diminuisce molto nella mole generale senza che avvenga qualche mutamento nelle sue potenze mentali, o se le potenze mentali crescono o diminuiscono molto senza qualche grande mutamento nel volume del corpo, è quasi certo che la forma del cranio sarà alterata. Io deduco questo dalle mie osservazioni sui conigli domestici, alcune sorta dei quali sono venuti molto più grandi che non i selvatici, mentre altre sono rimaste a un dipresso della stessa grossezza, ma nei due casi il cervello si è molto rimpicciolito rispetto alla mole del corpo. Ora mi recò dapprima molta sorpresa vedere che in tutti questi conigli il cranio era divenuto più lungo, o dolicocefalo: per esempio, di due crani di quasi pari larghezza, uno di un coniglio selvatico e l’altro di una grossa specie domestica, il primo era lungo solo 3,15 pollici (78 millimetri); ed il secondo 4,3 pollici (1 cent. e 6 decimillietri)Variation of Animals, ecc., vol. I, p. 117 intorno allo allungamento del cranio: p. 119 sull’effetto del taglio di un orecchio.. Uno dei caratteri più spiccati che distinguono le varie razze umane è quello che in alcune il cranio è allungato, e in altre rotondo; e qui la spiegazione suggerita dal caso dei conigli può in parte essere applicata, perchè Welcher trova che gli uomini piccoli inclinano più a divenire brachicefali, e gli uomini alti a divenire dolicocefaliCitato da Schaaffhausen nella Antropolog. Review, ottobre 1868, p. 419.; quindi gli uomini alti si possono comparare al conigli dal corpo più grande e più lungo, i quali tutti hanno il cranio allungato, e sono dolicocefali.

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Infine l’uomo non accetta più la lode o il biasimo del suo simile come guida principale, sebbene pochi sfuggano a questa azione, ma le sue convinzioni abituali governate dalla ragione gli somministrano la regola più sicura. Allora la sua coscienza diviene il suo giudice o mentore supremo. Nondimeno il primo fondamento o la prima origine del senso morale si basa sugli istinti sociali, compresa la simpatia; e questi istinti senza dubbio vennero primieramente acquistati; come nel caso degli animali sottostanti, per opera della scelta naturale.

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Muscoli, rudimentali, loro presenza nell’uomo; loro variabilità; effetti dell’esercizio e della mancanza di esercizio; anormalità nell’uomo simili a quelle degli animali; loro variazione correlativa nel braccio e nella gamba; loro variabilità nelle mani e nei piedi; delle mascelle, loro azione sulla fisionomia delle scimmie; spasimi abituali di essi, che cagionano modificazioni nelle ossa facciali; dei primieri progenitori dell’uomo; maggiore variabilità di essi, negli uomini che non nelle donne.

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Siccome disse anticamente Marco Aurelio: «come sono i tuoi abituali pensieri, così sarà l’indole della tua mente; perchè l’anima prende le impressioni del pensiero»I pensieri dell’imperatore Marco Aurelio Antonino. Marco Aurelio era nato A. D. 121..

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L'uomo delinquente

466248
Cesare Lombroso 14 occorrenze
  • 1897
  • Fratelli Bocca Editori, Librai di S. M. Il Re D'Italia
  • Torino
  • scienze
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E non solo i beoni abituali sono immorali e generano figli pazzi, o delinquenti, o con precoci libidini (Ann. Méd-Psyc., 1877), il che ci verrà dimostrato dalla storia degli Juke; ma l'ubbriachezza acuta, isolata, dà luogo a delitti. Gall narra di un brigante, Petri, che, appena beveva, sentiva nascersi le tendenze omicide; e di una donna di Berlino, a cui l'ubbriachezza suscitava tendenze sanguinarie.

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Sarebbe evidente una frequenza maggiore nelle ferite e percosse e nelle offese al pudore e ribellione; venendo poi in seconda linea gli assassini e gli omicidi; in ultimo gli incendiari ed i ladri (i rei dunque, contro la proprietà), che però sono più abbondanti dei primi fra i beoni abituali. Un minimum degli uni e degli altri si ha nei falsi e nelle truffe e pour cause; perchè, com'essi mi dicevano; «Ci vuol la testa a posto per commettere le truffe».

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Or ora l'inglese Hill (Criminal capitalist, 1872) propone, egli, il concittadino del paese più scrupoloso delle libertà personali, di spiare, sorvegliare, ed al caso sopprimere, nelle grandi città, quelle case che servono di ricetto ai delinquenti abituali, i quali, così, oltre al non potersi associare, stenterebbero a vivere anche isolati. E propone pure di colpire con gravi pene il così detto capitalista del delitto, o manutengolo quasi sempre impunito, il quale, essendo della buona società, ha o dovrebbe avere più terrore della legge.

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Già Despine proponeva il sequestro dei delinquenti abituali, quando in libertà siansi vantati di commettere un delitto; sapendosi che in tali casi troppo bene mantengono la data parola. Io ho osservato ora, per es., dopo più di 11.000 esami, che i tatuaggi coloriti a miniatura sono speciali ai criminali francesi, o ai nostri che dimorarono nelle carceri, o nelle navi di Francia.

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Nel Kentuky, la legislatura ordinò con editti che chiunque, per abuso d'oppio o di arsenico o droghe eccitanti sarà ridotto inabile a dirigersi, sarà posto sotto tutela o rinchiuso in un asilo come i bevoni abituali (Fazio, Dell'ubbriachezza, 1875, p 370). A Londra si introdussero nel 1857 ben 118.913 libbre d'oppio - nel 1862 il doppio quasi - a 280.750; e peggio noi centri industriali nel Lancashire (Fazio, op. c.).

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Nel Kentuky, la legislatura ordinò con editti che chiunque, per abuso d'oppio o di arsenico o droghe eccitanti sarà ridotto inabile a dirigersi, sarà posto sotto tutela o rinchiuso in un asilo come i bevoni abituali (Fazio, Dell'ubbriachezza, 1875, p 370). A Londra si introdussero nel 1857 ben 118.913 libbre d'oppio - nel 1862 il doppio quasi - a 280.750; e peggio noi centri industriali nel Lancashire (Fazio, op. c.).: e nell'Irlanda quando le prediche del padre Mathiew dissuasero i popoli dagli alcoolici, essi si diedero improvvisamente all'abuso dell'etere, a cui il buon padre non aveva pensato. «Questo, dicevano, non è vino, questo non è gin, questo non ci fu proibito dal padre Mathiew e ci mette in allegria con pochi centesimi, dunque di questo possiamo usarne». E ne usavano fino all'ebbrezza Era un miscuglio di etere etilico e metilico.. La quantità che ingoiavano in media era dai 7 ai 14 grammi, ma ve n'erano degli ostinati che si spingevano fino a 90. Dopo le prime dosi la faccia si colorava, il cuore batteva più forte, si esaltava la psiche, e quindi si osservava un chiaccherio interrotto da risa smodate, isteriche e non di rado anche da tendenze alla rissa, ma il tutto svaniva con una straordinaria rapidità, lasciando posto ad una calma beata, cosicchè uno poteva ubbriacarsi 6 volte in 24 ore, e ricominciare il dì dopo colla stessa facilità, il tutto per 3 pence. Ma notisi che qualche volta la cosa non andava così liscia e dalla calma dell'etere si passava all'insensibilità e fino alla morte apparente prima, reale poi, se non si ricorreva alla respirazione artificiale; in altri casi il vapor d'etere prese foco mentre il bevitore voleva accendere la pipa (Revue Britann., 1871).

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L'evoluzione verso il bene ha luogo in ogni modo nell'uomo sano - come la trasformazione delle forme inferiori nel feto man mano che diventa infante - ; solo la cattiva educazione se stimola attivamente gli istinti malvagi che sono in pieno slancio nell'infanzia, può fare in guisa che, invece di mutarsi e' diventino abituali; Spencer c'insegna anche nel suo mirabile libro Sull'educazione che altrettanto male fa un'educazione troppo severa, la quale irriti il fanciullo e non lo convinca dei suoi torti, un'educazione che non segua, cioè, l'istinto naturale del fanciullo, che voglia ottenerne più di quanto esso possa dare, che dimentichi l'immensa influenza della simpatia, per cui anche noi adulti proviamo assai più dolore di aver offeso una persona simpatica che con una antipatica: ciò ci dà modo di ridurre le correzioni a forme mitissime eppure più efficaci, perchè consone alla sua indole: per es., quando un bambino abbia sciupato un oggetto caro, dobbiamo comperarglielo a sue spese, diminuendogli una leccornia, o quando abbia disordinato la casa coi proprii balocchi, farglieli rassettare, il che gli mostra, nel medesimo tempo, le conseguenze del suo fallo; lasciarlo perciò anche incontrare lievi graffiature, scottature, ma avvisandonelo prima; e quando non obbedisca ai nostri ordini, punirlo col dimostrargli minore simpatia, ma non trascendere in ira: poichè un'ira anche breve è sempre nociva tanto al padre quanto al figlio: nel padre perchè in fondo è un resto di vendetta, e nel figlio perchè considerata come tale fa nascere una reazione dannosa; mentre occorre che il giovane si corregga piuttosto naturalmente da sè che non costrettovi dalla violenza del correttore. Si impedisca piuttosto che favorire, come dai più si fa, nel fanciullo l'associazione d'idee costante fra le azioni malvagie e le punizioni, per cui, cessato il freno del maestro e dei genitori, essi non hanno più paura a commetterle. Causa questa per cui spesso i figli delle persone troppo rigide nei costumi, giunti all'età adulta e fatti liberi, commettono maggiori mancanze e finanche delitti dei figli dei genitori men severi.

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Uno dei segni più abituali per tali indicazioni, è il patterau di cui esistono due tipi: l'antico a tridente; il nuovo a croce latina.

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Maxime du Camp (Revue des Deux Mondes, 1889) pure conviene che il patronato è inutile pei rei-nati od abituali, ma non per quelli occasionali: «Fra i criminali (dice egli giustamente) vi hanno rei che s'annegano in un bicchier d'acqua, cassieri che sbaglian le cifre, commessi che confondono i prezzi e finiscono con irregolarità che sembrano indelicatezze e che li conducono al tribunale; quivi, imbrogliandosi sempre più, sono condannati. Costoro, una volta liberati, se trovano un impiego adattato alla loro poca intelligenza, non recidivano». - Per questi è utile, ne convengo, il patronato.

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Pochi giorni di carcere, e il più delle volte scontati in comunione con delinquenti abituali, mentre non possono avere alcun effetto intimidativo, massime coi minimi grotteschi di un giorno o di tre giorni, dei codici penali d'Olanda, d'Italia, ecc., hanno invece degli effetti disastrosi, sia nel togliere ogni serietà all'opera della giustizia, sia specialmente col cancellare nei condannati ogni timore della pena e collo spingerli fatalmente alla recidiva per il disonore ormai incontrato e per i contatti corruttori coi delinquenti abituali nelle carceri stesse (Ferri, o. c.).

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Quegli altri alienati, poi, che non hanno, nè ebbero le prave tendenze abituali di questi, che non passarono nei delitti la vita, ma che furono o sono vittime di un impulso delittuoso, isolato, spuntato in una data epoca dell'esistenza, benchè non destino il ribrezzo dei primi, non ne sono meno pericolosi; essi non possono, spesso, contenersi dal compiere quegli atti feroci cui li spinge una crudele natura; feriscono, incendiano; superano, per la maggior lucidezza di mente, quanti ostacoli voi loro frapponiate. Altri fingono la calma più completa, ma solo per poter persuadervi a porli in libertà, o per combinare alla sordina un'evasione, un complotto. Poichè questo hanno di speciale i pazzi criminali che non rifuggono, come gli altri alienati, dalla società, cui pure tormentano colle loro violenze, ma tendono ad associarsi fra loro; e siccome conservano quello spirito di continua irrequietudine e di incontentabilità che li animava prima d'essere pazzi o delinquenti, così credono che voi siate sempre sul maltrattarli, insultarli; riescono quindi a istillare queste idee false negli altri, e dare, a poco a poco, corpo, alle idee di fughe, di ribellione, di cui sarebbero incapaci i comuni alienati, isolati nel proprio mondo come sonnambuli; in questo s'accordano appieno tutti gli alienisti, il Roller, il Boismont, il Delbruck, il Reich, il Solbrig, ed io n'ebbi delle prove palpitanti nei manicomî da me diretti. per es., Er..., già carcerato per ricettazione, era sempre in sul lagnarsi dell'ingiustizia dei tribunali e dei trattamenti nostri, non mai abbastanza riverenti; protestava con lettere grottesche al re, al prefetto; un giorno si mostrò tutto cangiato, era divenuto umile e buono; egli avea preso a complottare con tre altri malati per fare una strage degli infermieri; poco tempo dopo, infatti, mentre essi erano occupati alla distribuzione della zuppa, disselciò co' suoi compagni una parte del cortile, accatastò una piramide di sassi, che si diede a scaraventare a dritta e sinistra. - Alcuni anni dopo un epilettico omicida, Mar..., rinnovò la triste impresa e per poco non pose in fuga tutto il corpo degli infermieri. - Un omicida, allucinato, così intelligente da poter scrivere, egli povero ciabattino ineducato, la propria biografia con istile degno d'un Cellini, si comportò per due anni bene; ma un giorno gli si rinvenne nascosta nel letto una barra di ferro, preparata per colpire gli infermieri: un altro giorno fattosi con dei pezzi di legno un passe-partout, dischiuse due usci, si calò da una finestra ed evase.

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Rei abituali. - Quanto ai recidivi e ai criminaloidi divenuti abituali vanno trattati come i delinquenti nati, con questa differenza, che siccome sono in maggior parte autori di reati meno gravi (ladri, truffatori, falsari ecc.), così dovranno sottoporsi ad una disciplina men severa. E sopratutto poi, mentre per il delinquente nato può bastare il primo delitto, se molto grave, a decretarne la segregazione indefinita, nel carcere, o nella colonia agricola, per il delinquente abituale occorrerà un numero di recidive più o meno grande secondo la specie e le circostanze dei reati commessi, prima di decretarne l'incorreggibilità.

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. - Siccome i delinquenti meno temibili, d'occasione e per passione, hanno per carattere psicologico costante di agire isolatamente, senza complici, e l'inverso invece si verifica tra i delinquenti più pericolosi (nati ed abituali), così la complicità, almeno nei reati di grassazione ed assassinii Sighele, La teoria positiva della complicità. Torino, Bocca, 1694., fra adulti, deve costituire per sè sola una circostanza aggravante, come si direbbe colle classiche teorie; o ad ogni modo deve considerarsi non solo, come si fece finora, nel rapporto della parte più o meno efficace presa dai vari associati nell'impresa criminosa, ma sopratutto come carattere distintivo dei delinquenti appartenenti alle categorie più pericolose (Ferri, p. 577).

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E, come è noto, è in questi, che si condensa la maggior parte dei delinquenti abituali. Questo malaugurato concorso si spiega per i maggiori profitti o le maggiori immunità che offrono ai rei i grandi centri. Ma questa causa non può esser la sola, perché se nella capitale è minore la vigilanza, più attiva e concentrata è la repressione, e se vi sono maggiori incentivi alle seduzioni, si aprono anche più larghe le vie al lavoro. Io credo vi agisca un'altra, un'influenza più potente di tutte, quella dell'agglomero, il quale spinge da per sè solo al delitto od all'immoralità.

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Sulla origine della specie per elezione naturale

537857
Carlo Darwin 1 occorrenze
  • 1875
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
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Quanti atti abituali non si fanno da noi inavvertitamente, ed anche non di rado in diretta opposizione alla nostra volontà conscia? Tuttavolta essi possono essere modificati dalla volontà o dalla ragione. Certe abitudini ponno facilmente associarsi ad altre; come pure ponno manifestarsi a certi periodi di tempo, o in determinate situazioni del corpo. Quando esse si sono acquistate una volta, spesso rimangono costanti per tutta vita. Sarebbero a notarsi parecchi altri punti di rassomiglianza fra gli istinti e le abitudini. Come avviene la ripetizione di una canzone ben conosciuta, così negl'istinti un'azione segue l'altra con una sorta di ritmo; se una persona viene interrotta nel canto, o nel ripetere qualche brano a memoria, essa è generalmente costretta di tornare indietro per ricuperare la serie abituale delle idee; così P. Huber trovò avvenire di un bruco, che si costruisce un'amaca molto complicata: perchè se egli prendeva un bruco che avesse compiuto la sua amaca fino al sesto stadio del lavoro e lo riponeva in altra amaca portata soltanto al terzo stadio, il bruco non si applicava che a rifare il quarto, quinto e sesto stadio della costruzione. Se invece fosse stato levato un bruco che avesse compiuto il terzo stadio e si fosse trasportato in altra amaca avanzata fino al sesto stadio, per modo che una gran parte del lavoro ch'egli doveva fare si trovava ultimata, anzichè valutare questo vantaggio, egli si mostrava molto imbarazzato, e sembrava che per condurre a fine la sua amaca fosse costretto a partire dal terzo stadio, in cui aveva lasciato la propria, e faceva così ogni sforzo per completare l'opera quasi finita.

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