Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abiti

Numero di risultati: 36 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Astronomia

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J. Norman Lockyer 1 occorrenze

Questo che diciamo per noi, abitanti dell'emisfero nord della Terra, è vero ancora per un osservatore che abiti nell'altro emisfero, in Australia ad esempio. Le apparenze essenzialmente non mutano; solo l’australiano vede la sua cupola celeste, il cielo suo ingemmati da configurazioni stellari differenti dalle nostre.

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Carlo Darwin

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Michele Lessona 1 occorrenze

Noi impariamo cosi che l'uomo è disceso da un quadrupede peloso, fornito di coda e di orecchie aguzze, probabilmente di abiti arborei, e che abitava l'antico continente. Questa creatura, quando un naturalista ne avesse esaminata tutta la struttura, sarebbe stata collocata fra i quadrumani, colla stessa certezza quanto il comune è ancora più antico progenitore delle scimmie del vecchio e del nuovo continente. I quadrumani e tutti i mammiferi più elevati derivano probabilmente da qualche antico animale marsupiale, e questo per una lunga trafila di forme diversificanti da qualche creatura rettiliforme od anfibiforme, e questa del pari da qualche animale pesciforme. Noi possiamo scorgere, nella fosca oscurità del passato, che il progenitore primiero di tutti i vertebrali deve essere stato un animale acquatico, fornito di branchie, coi due sessi riuniti nello stesso individuo, e cogli organi più importanti del corpo (come il cervello e il cuore), imperfettamente sviluppati. Questo animale sembra essere stato più simile alla larva della nostra esistente Ascidia di mare che non a qualunque altra forma conosciuta. "La più grande difficoltà che si presenta, quando siamo tratti alla sovraesposta conclusione intorno all'origine dell’uomo, è il livello elevato di potenza intellettuale e di disposizione morale cui egli è giunto." "Lo sviluppo delle qualità morali è un problema interessantissimo e difficile. Queste qualità si fondano sugli istinti sociali che comprendono i legami della famiglia. Questi istinti sono di natura sommamente complessa, e nel caso degli animali sottostanti producono tendenze speciali verso certe azioni definite; ma gli elementi più importanti per noi sono l’amore e la distinta emozione della simpatia. Gli animali dotati di istinti sociali si compiacciono della compagnia del loro simile, si difendono a vicenda dal pericolo, si aiutano fra loro in molti modi. Questi istinti non si estendono a tutti gli individui delle specie, ma solo a quella medesima comunità. Siccome essi sono sommamente benefici alla specie, sono stati molto probabilmente acquistati per opera della scelta naturale.

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Contro la tubercolosi. Saggio popolare

412819
Giulio Bizzozero 6 occorrenze
  • 1899
  • Fratelli Treves
  • Milano
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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Un piccolo armadio per ogni malato, a custodia degli abiti. Un tavolo, una sedia per ciascun malato, una boccia con bicchieri, una lampada, un candelliere; infine, un campanello elettrico e un portasciugamani a capo d'ogni letto.

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In ogni ala e in ogni piano del fabbricato non manchi un locale per la pulitura degli abiti e delle scarpe, e un altro per riporvi le scope, gli strofinacci, ecc.

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In generale, quindi, dai malati non si richiede altro, se non che si rifacciano il letto, lavino la sputacchiera e si puliscano gli abiti e le scarpe – ammesso, s'intende, che il loro stato di salute lo consenta.

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Gli abiti e gli altri indumenti di lana, le coltri di lana, i guanciali, le materasse, devono essere disinfettate a parte, sia cogli apparecchi di disinfezione dei Municipi, sia secondo le norme fornite dal medico.

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Vi troviamo, infatti, l'obbligo pel medico di denunciare ogni malato di tubercolosi; ordinate le precauzioni da usarsi nell'assistere il malato, allo scopo di procurargli aria pura e di renderne innocui gli sputi, in cui principalmente si riponeva il principio contagioso della malattia; prescritte le pratiche di disinfezione da usarsi in caso di morte, sia riguardo alla camera, sia riguardo agli oggetti letterecci, alla biancheria, agli abiti dei defunti.

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.° che la biancheria, gli abiti, gli oggetti letterecci, e specialmente i fazzoletti adoperati dai tubercolosi vengano cambiati di frequente e regolarmente disinfettati o nella casa stessa del malato o nella stazione municipale di disinfezione; 2.° che nelle camere dei tubercolosi e nelle sale degli ospedali lo spolvero dei mobili e la pulizia del pavimento si facciano sempre con straccio umido, per impedire che la polvere posatasi su quelli e su questi si rimescoli poi all'aria dell'ambiente La pulizia di qualsiasi locale frequentato dall'uomo in modo intermittente dovrebbe sempre esser fatta molto tempo prima che l'uomo ci entri, per dar tempo alla polvere di posarsi sul pavimento e sui mobili, e aver così dell'aria più pura. P. es. la pulizia dei teatri dovrebbe esser fatta al mattino, quella delle scuole e dei caffè alla sera. La polvere si posa lentamente, in un'ora o due. Di ciò tengan conto coloro che abitano in camere mobiliate; evitino di rientrarvi subito dopo che le persone di servizio le hanno pulite col solito metodo preadamitico dello straccio asciutto e della scopa, il quale rimette in movimento nell'aria e spinge nei polmoni del nuovo abitatore la polvere e i bacilli che vi possono aver lasciato i suoi predecessori.; 3.° che quando un tisico muore o cambia d'abitazione, il medico sia obbligato a farne tosto denuncia, affinchè la camera venga rigorosamente disinfettata per cura o sotto la sorveglianza dell'autorità. È una precauzione che spesso si trascura, e che tuttavia può preservare da gravissimi guai. In genere, chi cambia alloggio dovrebbe sempre far disinfettare quello in cui entra; gli gioverebbe così per la tubercolosi, come per la difterite, la scarlattina ed altre malattie contagiose non meno gravi.

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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso

454857
Carlo Darwin 13 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
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Gli abiti, inoltre, seguiti per molte generazioni, tendono, probabilmente, ad essere ereditati.

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Spence Bate, i maschi hanno abiti più attivi e più girovaghi che non le femmine. Negli insetti e nei crostacei, quando gli organi dei sensi o la locomozione sono presenti in un sesso e mancanti in un altro, o quando, come segue di frequente, sono molto meglio sviluppati in uno che non nell’altro, è quasi invariabilmente il maschio, per quanto io mi sappia, che conserva quegli organi, o che li ha più sviluppati; e ciò dimostra che il maschio è il più attivo membro dei due sessi nel corteggiareUn insetto Imenottero parassita (Westwood, Modern Class. of Insects, vol. II, p. 160) forma una eccezione alla regola, non avendo il maschio che ali rudimentali, e non abbandonando mai la cella ove è nato, mentre la femmina ha ali bene sviluppate. Audouin crede che le femmine vengano fecondate dai maschi che nascono nelle medesime celle con loro; ma è più probabile che le femmine visitino altre celle, e così scansino una troppo stretta parentela. Avremo occasione in seguito di incontrare alcuni pochi casi eccezionali, nelle varie classi, in cui la femmina, invece del maschio, è quella che cerca ed ama..

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Wood dà nello Student (aprile 1870, p. 116) una eccellente relazione degli atteggiamenti e degli abiti di questo uccello durante il suo corteggiare. Egli asserisce che i ciuffi degli orecchi o le piume del collo si rialzano, cosicchè si incontrano sull’apice del capo.. Il maschio di un’altra specie di Tetraone (Tetrao urophasianus), mentre corteggia la femmina, fa gonfiare il suo «esofago giallo nudo

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Wood dà nello Student (aprile 1870, p. 116) una eccellente relazione degli atteggiamenti e degli abiti di questo uccello durante il suo corteggiare. Egli asserisce che i ciuffi degli orecchi o le piume del collo si rialzano, cosicchè si incontrano sull’apice del capo.

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Il maschio è di un bianco puro, mentre la femmina è verde-scuro; ed il primo colore nelle specie terrestri di mole moderata e di abiti innocui è rarissimo. Parimente il maschio, come è stato descritto da Waterton, ha un tubo spirale lungo quasi sette centimetri che sorge alla base del becco. È di un nero lucido, punteggiato sopra di minutissime piume caluginose. Questo tubo può essere gonfiato d’aria mercè una comunicazione col palato; e quando non è gonfio pende giù da un lato. Il

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Le lievi differenze naturali del canto nella medesima specie che abiti diversi distretti possono essere comparate, appunto come osserva Barrington, ai dialetti delle varie provincie, e i canti di specie affini ma distinte possono essere paragonati alle lingue delle diverse razze umane. Ho dato questi particolari per dimostrare che l’istintiva tendenza ad imparare un’arte non è una facoltà esclusiva all’uomo.

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Quindi la scomparsa delle macchie e delle striscie nel nostro cervo attuale adulto, nei maiali e nei tapiri, può essere dovuta ad un mutamento nel colore generale dei loro abiti; ma non è possibile decidere se questo mutamento venisse effettuato mercè la scelta sessuale o la naturale, o sia stato l’effetto dell’azione diretta delle condizioni della vita, o di qualche altra causa ignota. Una osservazione fatta dal signor Sclater dimostra bene la nostra ignoranza delle leggi che regolano la comparsa e la scomparsa delle striscie; le specie dell’Asino che abitano il continente asiatico mancano di striscie, non avendo neppure la striscia in croce sulle spalle, mentre quelle che abitano l’Africa hanno striscie vistose, tranne l’eccezione parziale dell’A. toeniopus che ha soltanto la striscia a croce sulle spalle e generalmente qualche fascia sbiadita sulle zampe; e questa specie abita la regione quasi intermedia del superiore Egitto e dell’AbissiniaProc. Zool. Soc., 1862, p. 164. V. pure il dott. Hartmann, Ann. d. Landow, Bd. XLIII, s. 222..

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Siccome nè il piacere nè l’attitudine a produrre note musicali non sono facoltà che abbiano il menomo utile diretto per l’uomo per ciò che riguarda gli abiti ordinari della vita, esse debbono essere collocate fra le più misteriose di cui l’uomo vada dotato. Sono presenti, sebbene in una condizione molto rozza e come sembra quasi latente, negli uomini di tutte le razze, anche le più selvagge; ma il gusto è così differente nelle differenti razze, che la nostra musica non procura alcun piacere ai selvaggi, e la loro è per noi orribile e incomprensibile. Il dottor Seemann, in alcune interessanti osservazioni a questo riguardoJournal of Anthropolog. Soc., ottobre 1870, p. clv. Vedi pure i vari ultimi capitoli dell’opera di sir J. Lubbock, Prehistoric Times, seconda edizione, 1869, che contiene un notevole ragguaglio dei costumi dei selvaggi., «dubita se anche fra le nazioni dell’Europa occidentale, per quanto intimamente connesse esse siano e sia frequente il loro commercio, la musica dell’una venga interpretata nello stesso senso dall’altra. Viaggiando verso Oriente troviamo che la musica ha certamente un linguaggio differente. I canti di gioia ed i ballabili non son più, come presso di noi, in tuono maggiore, ma sempre in minore». Sia che i progenitori semi-umani dell’uomo possedessero o no, come il sopramenzionato ilobate, la facoltà di produrre, e senza dubbio di apprezzare le note musicali, abbiamo ogni ragione di credere che l’uomo abbia posseduto queste facoltà in un periodo remotissimo, perchè il canto e il suono sono arti estremamente antiche. La poesia, che si può considerare come la figlia del canto, è parimente tanto antica che molte persone provano meraviglia pensando che abbia avuto origine durante le epoche più antiche di cui abbiamo memorie.

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. – Nella vita civile l’uomo è grandemente propenso, sebbene non affatto in modo esclusivo, a lasciarsi guidare nella scelta di una moglie dall’aspetto esterno; ma noi ci occupiamo principalmente dei tempi primitivi, e il nostro solo mezzo per formarci un giudizio intorno a ciò è quello di studiare gli abiti delle nazioni selvagge e semi-incivilite attuali. Se si può dimostrare che gli uomini delle differenti razze preferiscono le donne che hanno certi caratteri, o reciprocamente che le donne preferiscono certi uomini, avremo allora da ricercare se questa scelta, continuata per molte generazioni, avrebbe prodotto un qualche sensibile effetto sulla razza, sia sopra un sesso o sopra i due sessi; quest’ultima circostanza dipenderà dalla forma di eredità che avrà prevalso.

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Giudicando dagli abiti sociali dell'uomo come esiste attualmente, e da ciò che la maggior parte dei selvaggi sono poligami, il modo di vedere più probabile è che l’uomo primitivo vivesse in origine in piccole comunità, ognuno con quante mogli egli potesse mantenere ed ottenere, le quali egli avrà custodito gelosamente contro tutti gli altri uomini. Oppure avrà vissuto solo con parecchie mogli, come il gorilla; perchè tutti gli indigeni sono d’accordo per dire «che un maschio adulto si vede in un branco; quando il maschio giovane cresce, nasce una contestazione per avere la supremazia, ed il più forte, uccidendo o scacciando gli altri, si pone alla testa della comunità»Il dott. Savage, nel Boston Journal of Nat. Hist., vol. V, 1845-47, p. 423.. I maschi più giovani, essendo così espulsi, ed obbligati ad andar vaganti, quando alla fine riescono a trovarsi una compagna impediscono le relazioni troppo intime nei limiti della stessa famiglia.

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Le orde sarebbero così esposte a condizioni ed abiti di vita lievemente differenti, e più presto o più tardi verrebbero a differire in qualche lieve grado. Appena questo avrà avuto luogo, ogni tribù isolata si sarà formata da se stessa un differente concetto intorno alla bellezzaUno scrittore molto arguto asserisce, comparando le pitture di Raffaello e di Rubens con quelle degli artisti francesi moderni, che l’idea della bellezza non è assolutamente la stessa in tutta l’Europa: vedi le Lives of Haydn and Mozart, del sig. Bombet, trad. ing., p. 278.; e allora la scelta inconsapevole sarà venuta in azione pel fatto che i selvaggi più forti e più dominatori avranno preferito certe donne a certe altre. Così le differenze fra le tribù, dapprima lievissime, andrebbero gradatamente ed inevitabilmente crescendo in un grado sempre maggiore.

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Noi impariamo così che l’uomo è disceso da un quadrupede peloso, fornito di coda e di orecchie aguzze, probabilmente di abiti arborei, e che abitava l’antico continente. Questa creatura, quando un naturalista ne avesse esaminata tutta la struttura, sarebbe stata collocata fra i quadrumani, colla stessa certezza quanto il comune è ancora più antico progenitore delle scimmie del vecchio e del nuovo continente. I quadrumani e tutti i mammiferi più elevati derivano probabilmente da qualche antico animale marsupiale, e questo per una lunga trafila di forme diversificanti, da qualche creatura rettiliforme od amfibiforme, e questa del pari da qualche animale pesciforme. Noi possiamo scorgere, nella fosca oscurità del passato, che il progenitore primiero di tutti i vertebrati deve essere stato un animale acquatico, fornito di branchie, coi due sessi riuniti nello stesso individuo, e cogli organi più importanti del corpo (come il cervello ed il cuore), imperfettamente sviluppati. Questo animale sembra essere stato più simile alla larva della nostra esistente Ascidia di mare che non a qualunque altra forma conosciuta.

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Pensando alle future generazioni, non v’è ragione per temere che gl’istinti sociali si vadan facendo più deboli, e possiamo prevedere che gli abiti virtuosi si faranno più forti, e mercè l’eredità forse diverranno stabili. In questo caso la lotta fra i nostri migliori impulsi contro i cattivi sarà meno forte e la virtù finirà per trionfare.

Pagina 80

L'uomo delinquente

468087
Cesare Lombroso 3 occorrenze
  • 1897
  • Fratelli Bocca Editori, Librai di S. M. Il Re D'Italia
  • Torino
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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Nella Russia settentrionale pure i Bialoriztzi (Revue des Revues, 15 ottobre 1895) non bevono alcool, non fumano, si vestono di abiti bianchi da loro tessuti, non praticano che la virtù, e così i Soutasewtzy, che rigettano i preti, le immagini, le servitù militari: soffrendo perciò fin il martirio; essi predicano la guerra alla violenza; uno giunse a perseguire i ladri per cambiar loro in buona la farina cattiva rubatagli.

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I diamanti che ci mostra Satana non sono che vetro, i suoi abiti, cenci. Quando io era triste pure facendo tremare gli altri, era così paurosa che non potevo dormire senza una lampada al letto e non sapevo la mattina se la sera non avrei finito in carcere».

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Trascorso questo stadio, s'inizia pei ricoverati quello della quasi completa indipendenza (prigioni intermediarie) nei campi; sono vestiti dei propri abiti con qualche stipendio, hanno permessi di assenza e contatti continui colla gente di fuori; e da questo stadio passano poi a quello della libertà provvisoria, sotto la sorveglianza fino al termine della pena, della polizia, che fa, loro, in casi di mancanza (e fra questi si calcolano l'ozio e la mala compagnia), riprendere la via del carcere. Prima di uscirne essi sono registrati e fotografati; avvertiti che ad ogni lieve fallo sarebber rivocati; appena giunti al distretto assegnato o prescelto si presentano alla questura e le si ripresentano ogni mese; questa li patrona, li aiuta a trovare un mestiere, li sostiene presso i nuovi padroni, che però sono avvisati dei loro antecedenti e quindi meglio li sorvegliano. Così il reo può ottenere un risparmio di pena Vedi Holtzendorf, Das Irische Gefangensystem. Leipzig, 1859. - Id., Bemerkungen über den gegenwartige Zustand der irische Gefange, 1862. - Crofton, A brief descript of the irische convict., 1863. - In Inghilterra, secondo Du Cane, An Account of the Manner, etc. London, 1872, dopo l'isolamento cellulare di un anno riducibile a 9 mesi, si hanno due soli stadî ciascuno almeno di un anno, che si sorpassano tutti dopo conseguito 6560 marche, e appreso a leggere e scrivere; ogni giorno non festivo può il reo conseguirsene 8 di queste marche coll'assiduo lavoro, ed alla domenica 6 con la condotta; nei due ultimi anni, il lavoro è pagato a 18 e 20 scellini., e lo Stato di denaro, che può salire da 1/6 ad 1/3; e siccome ogni mancanza porta un regresso ai primi stadî, la pena più temuta, non occorrono più in questi stadî intermedi le altre pene disciplinari. Stupendi furono, in apparenza almeno, in Irlanda i frutti di tale riforma; dal 1854, in cui venne introdotta, si ebbe una diminuzione notevole di reati:

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Le macchine invisibili: scienza e tecnica in tre camere e cucina

510194
Piero Bianucci 4 occorrenze

Raccontare l’evoluzione degli abiti sarebbe interessante ma porterebbe troppo lontano. Diamo per nota la storia della lana, della seta e delle mode che si sono susseguite nei secoli. Soffermiamoci soltanto su qualche tecnologia del vestire più curiosa. La prima riguarda i sistemi per tenere gli abiti aderenti al corpo.

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Abiti sexy e pillola blu

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Gli abiti del futuro avranno una memoria. Ricorderanno i movimenti di chi li porta, le sue condizioni fisiche e le informazioni sugli ambienti in cui è stato. Realizzati con sensori flessibili stampati su pellicole da inserire tra le fibre dei tessuti, trasmetteranno queste informazioni in tempo reale a sale di controllo dove un allarme scatterà quando il battito cardiaco è troppo lento o troppo veloce, quando l’ossigeno scarseggia o l’ossido di carbonio ha superato il livello di guardia. Parliamo di abiti salvavita che sfruttano le micro e le nanotecnologie, realizzati nell’ambito del progetto europeo Proetex, un investimento di 12 milioni di euro in quattro anni, 23 partner, e tra questi il Cnr e l’Istituto nazionale di fisica della materia. I primi a indossarli saranno tecnici della Protezione Civile, vigili del fuoco, forze di polizia. Il passaggio alla produzione commerciale sarà solo questione di tempo.

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La camera da letto è il luogo dove l’arte di togliere gli abiti dovrebbe raggiungere livelli da università. Naturalmente con una avvertenza: togliere significa talvolta anche indossare: calze, reggicalze, slip e reggiseno nel coprire alcuni centimetri quadrati di pelle ne mettono in bella vista estensioni ben maggiori. I nuovi tessuti tecnologici, poi, hanno inaugurato un vasto campionario di indumenti-feticcio che vengono incontro alle fantasie di entrambi i sessi. Mentre non esistono prove scientifiche dell’efficacia della cucina tradizionalmente considerata afrodisiaca (peperoncino, spezie, tartufi, frutti di mare, vini bianchi formicolanti di bollicine), la potenza di certi esigui indumenti è ben assodata.

Pagina 282

Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia

519525
Venanzio Giuseppe Sella 3 occorrenze
  • 1863
  • Tipografia G.B. Paravia e Comp.
  • Torino
  • Fotografia
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Distribuito che tu avrai l'albumina sopra tutta la superficie ripulita, inclina la tua lastra verso uno dei suoi angoli per raccogliere verso di esso la maggior parte del liquido, quindi, con una certa vivacità e speditezza, rialza la lastra ed abbassala dall'angolo opposto per versar via dal vetro l'albumina eccedente, e per dare nel tempo stesso all'albumina che parte un moto piuttosto rapido, onde essa possa più facilmente strascinare con sè le sostanze estranee galleggianti alla sua superficie, le quali sostanze non mancano mai di presentarsi trasportate come sono dall'aria, e continuamente prodotte nel laboratorio dall’agitazione dei nostri abiti, dal toccare degli oggetti che avviciniamo.

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Il colore degli abiti della persona, di cui si prende il ritratto, non può non essere di seria preoccupazione al fotografo, che sia in cerca di risultati perfetti. Noi sappiamo infatti, che i colori i più luminosi, il giallo, il rosso, non hanno quasi alcuna azione fotogenica, mentre i colori meno luminosi, il blù, il violetto impressionano il collodio con somma facilità. Perciò è cosa evidente, che per ottenere una conveniente relazione nelle tinte del ritratto fotografico è necessario che i colori del modello producano un effetto armonico fotograficamente, anzichè otticamente.

Pagina 378

.; gli abiti dovranno venire coi maggiori dettagli possibili, ritenendo sempre che nello estricamento dell’immagine si deve interrogare specialmente la buona venuta della faccia, fosse anche a detrimento del resto.

Pagina 402

Storia sentimentale dell'astronomia

534592
Piero Bianucci 3 occorrenze

La sua preferenza personale però andava non all’indaco ma al cremisi, un rosso acceso che evoca il sangue: elaborò tinture per fare stoffe di questo colore, che poi adottò per abiti, divani e un suo letto a baldacchino.

Pagina 122

Laureatasi nel 1892, l’anno seguente divenne assistente volontaria all’Osservatorio di quella università, e finì nell’”harem”, lei, signorina dagli abiti castigatissimi, i capelli imprigionati sulla nuca con uno spillone. Severa e diligente, si trovò tuttavia a suo agio alle dipendenze di Pickering, che una volta aveva affermato: “un grande Osservatorio dovrebbe essere organizzato meticolosamente e amministrato come una ferrovia”. Dopo anni di lavoro gratuito, otterrà un compenso di 25 centesimi di dollaro l’ora, il minimo sindacale, che con un premio di anzianità salirà poi a 35 centesimi. Pickering guadagnava 2 dollari l’ora, sei volte più di lei, ma neppure il suo stipendio era sontuoso.

Pagina 229

È un lusso pretenzioso che copre gli abiti sottostanti, miseri e laceri a causa della magra paga dei professori in una Università sempre più degradata (niente di nuovo sotto il Sole). Ma soprattutto, osserva Galileo, la toga diventa imbarazzante quando si va a trovare qualche signorina di facili costumi e si deve attendere il proprio turno davanti alla sua porta sotto l’occhio dei passanti. Antonio Marzo, annotando le Rime galileiane (sei sonetti, due canzoni e il Capitolo) fa notare come questo componimento in terza rima riprenda lo stile burlesco del Berni e come vi si riconoscano doppi sensi libertini. Uno forse si nasconde anche nella terzina “ Lo stile dell’invenzione è molto vario, / ma per trovare il bene, io ho provato / che bisogna proceder pel contrario ”. Il senso letterale è nobile e chiaro, si riferisce all’andare contro corrente dell’uomo di genio; ma si può anche intravedere una allusione a rapporti contro natura, o meglio extra natura. Un Galileo a luci rosse.

Pagina 93

Sulla origine della specie per elezione naturale

538774
Carlo Darwin 1 occorrenze
  • 1875
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
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La forma imitata e la imitante abitano sempre la medesima regione; non conosciamo alcuna forma imitante che abiti a distanza dalla imitata. Le forme imitanti sono quasi senza eccezione insetti rari; le imitate vivono quasi sempre a grandi stormi. Nello stesso distretto, in cui una Leptalis imita una Ithomia, trovansi talvolta altri lepidotteri che imitano la stessa Ithomia; così che nella stessa località si possono trovare specie di tre generi di farfalle, e perfino di una tignuola, le quali tutte somigliano in modo straordinario ad una specie di un quarto genere. Merita qui di essere particolarmente notato, che tanto molte delle forme imitanti di Leptalis, come molte delle forme imitate possono essere riconosciute col mezzo delle serie graduate come semplici varietà di una medesima specie, mentre altre sono senza dubbio specie distinte. Ma perchè, potrà domandarsi, certe forme sono considerate come imitate, ed altre come imitanti? Il Bates risponde a questa domanda in modo soddisfacente, dicendo che la forma imitata conserva l'abito generale del gruppo cui appartiene; mentre la imitante ha cambiato il suo abito e non somiglia più ai suoi prossimi parenti.

Pagina 381

L'Opinione

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Quintino Sella 1 occorrenze
  • 1863
  • Tipografia dell'Opinione diretta da C. Carbone
  • Torino
  • alpinismo
  • UNIPIEMONTE
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Non dirò che i nostri abiti fossero in condizione egualmente buona. I miei scarponi, che al mattino erano muniti di buone file di chiodi di montagna li avevano pressoché tutti perduti. Era un vero oggetto di curiosità la pelle palmare dei nostri guanti, che le acute sporgenze a cui ci aggrappavamo avevan quasi per intiero annichilata. Il Barracco si rallegrava che non vi fossero signore alla maita Boarelli, tanto serie erano le avarie di una parte del suo vestire.

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