Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abitazioni

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In un ambiente sereno

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Altra causa: il rincaro delle abitazioni e l’aumento del valore delle aree di costruzione. C’è dell’ingiustizia in questo rincaro in quanto che le case nuove, fornite di tutti i comodi, d’aria e di luce, fanno base per il prezzo dei quartieri vecchi. Ma una delle cause che dobbiamo accettare tutti è quella che si riferisce agli aumentati bisogni. Il conferenziere la rende evidente con un esempio praticissimo: «Entrate in un’osteria di montagna buttata lì alla vecchia: con poco vi sazierete. Entrate invece in un hotel, e qui dovrete spendere il doppio per sfamarvi: ma qui però avrete tutto quel comfort che corrisponde all’igiene, al progresso. Il progresso dunque è per se stesso una causa del rincaro. Altra causa è nell’essenza del sistema capitalista liberale. Esso s’ispira alla teoria della libera concorrenza. La base è errata. Non meno errato è il sistema socialista. Questo combatte, è vero, il sistema liberale; ma in nome di principii materiali. Invece la base di tutto dovrebbe essere il principio morale. E qui si riaffaccia più imponente che mai la questione sociale. Nel sistema economico si dibattono le grandi questioni morali». L’oratore fa qui un appello ai giovani per lo studio della questione sociale e per la rinascita dei nostri studi. Il conferenziere passa quindi a parlare della questione del rincaro nei rapporti del parlamento, riassumendo il dibattito e spiegando l’ultima votazione.

L'evoluzione della cultura e la stampa quotidiana

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

O padre Dante, se tu scendessi dal tuo piedistallo e muoveresti per entro la città nostra non ti meraviglieresti tanto dei rinnovamenti tecnici e meccanici, né del mutato aspetto delle abitazioni umane, né delle mura abbattute, delle vie, delle piazze allargate fuori verso l’aria, il sole, quasi senza confine. Ma i tuoi occhi profondi penetrerebbero nella mente e nei cuori dell’uomo del secolo ventesimo e tali sarebbero le cose nuove e tanti i mutati aspetti e diverse le forme e misure scoperte dagli occhi tuoi che sdegnoso scoteresti la polvere dai tuoi calzini e ritorneresti lassù, di bronzo, quasi ripetendo: …E non c’era altra via Che questa, per la quale io mi son messo

Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 7 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Fra queste cause: l'addensamento delle famiglie in anguste abitazioni, in vie ottuse, fra ristrette mura cittadine; infelicissima l'igiene privata e pubblica; mediocre e spesso insalubre la alimentazione; soprattutto la carestia e la peste a breve termine ricorrenti e collegate, alla loro volta, collo stato delle campagne, colle fazioni militari, coi pellegrinaggi, col vagabondaggio, colle imprese mercantili e con guerre o crociate in levante (Cibrario). Condizioni letali che si accomunarono più tardi in gran parte ai Comuni d'altre nazioni, e che si protrassero, forse aggravandosi, a gran parte dell'evo moderno. Della sola storica peste nera in tutta Europa, dalla Russia all'Inghilterra e Italia, fra il 1345-50 morirono da 8 a 12 milioni di persone; e d'allora fino a tutto il secolo XVII le popolazioni europee si rassegnarono ad essere, al minimo ogni venti anni, «spazzate da grosse morie» precedute alla loro volta da guerre devastatrici fino alle ultime dei turchi nel 1711, e da carestie desolatrici fino all'ultima generale europea del 1816 (Cunningham, Rogers, Schmoller).

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Quali maggiori impressioni somatologiche non dovevano esercitare sopra la giovane umanità quelle stesse cause, avuto specialmente riguardo — ad una natura esteriore allora selvaggia ed oltrepotente (la terra coperta quasi del tutto da foreste, stagni e paludi sterminate, animali mastodontici), — ed alla incapacità umana di schermirsi, in quei primordi della civiltà, senza le cognizioni ed i mezzi dell'arte ancor bambina (indumenti, abitazioni), dagli influssi deleteri del clima? Sta bene che l'uomo in certe regioni assorgesse rapidamente (come avvertimmo) a miglioramenti tecnici, ma frattanto poteva rimanere insensibile sullo stato corporeo l'alloggio sulle palafitte lacustri o all'aperto, flagellato da soli tropicali e da piogge torrenziali? — Col progresso stesso si aggiunsero modificazioni morfologiche accidentali, acquisite con determinati esercizi fisici.Oggi riscontrasi tutte le professioni lasciare tracce o fisiologiche o morfologiche (malattie) sugli operai; quanto più gli esercizi o straordinariamente rudi o secolarmente uniformi di generazioni dedite alla caccia, alla pastorizia, alla pesca? E soprattutto quali differenze fisiche fra gli abiti corporei di popolazioni presto fattesi sedentarie in climi snervanti come i cinesi o quelle durate per millenni nella vita vagabonda e aggressiva, come le razze turaniche dell'altopiano di Gobi? E in tempi più avanzati sopravvengono le cause differenziali della agiatezza o della miseria,della morigeratezza o del mal costume,che oggi stesso lasciano impronte così varie e visibili fra ceti e popoli integri ovvero corrotti.

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Duplice elemento materiale e psicologico, in cui quest'ultimo è preponderante; sicché nell'India, Cina, Russia, nel nostro Napoletano, vi hanno grossi addensamenti di abitazioni e di uomini, che tuttavia serbano tipo ed abito di campagna; e invece minori centri come quelli di Toscana e d'Italia del nord, che hanno spiccata impronta e spirito di città.

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In questo cammino razionale, ben prima della tecnica produttiva (propriamente detta) si afferma con certi indizi anticipati la tecnica dei consumi; intendendosi per essa l'arte di accomodare i prodotti elementari all'uso definitivo umano (ammannire il cibo, adattare e abbellire le vesti, corredare le abitazioni), arte domestica e femminile per eccellenza. La quale tecnica si combina per lo più colla economia occupatoria,cioè colla apprensione di quanto la natura fornisce senza lavoro dell'uomo, p. e. le frutta spontanee dell'albero, l'erba della prateria, la pelle della belva, la carne del pesce, la pietra del torrente o della cava. Grado rudimentale della tecnica, — in cui segnano un progresso i metodi di conservazione dei raccolti e il loro accumulo in riserve, — e in cui sembra decisivo il passaggio alla ittiofagia od uso delle carni; perché importa l'impiego del fuoco,il quale fu sempre considerato sacro per la sua importanza. Mentre infatti il fuoco determina un centro di convivenza (focolare domestico), esso, trapassando alla produzione, diventa il mezzo per rimaneggiare le materie prime dell'industria, donde col fuoco lo spezzamento delle pietre, l'incandescenza dei metalli, il bruciamento delle radici, ecc. Di qui il rinvenimento nelle primitive abitazioni di arnesi di consumo, forchette, stoviglie, arredi abbastanza progrediti quando ancora gli stromenti dell'arte acquisitiva (spesso tutt'uno con quelli di difesa) si riducono all'arco, alla freccia, alla clava, alla rete. Ma frattanto deve notarsi come questa tecnica dei consumi in una economia occupatoria rappresenta anche uno stadio infimo di civiltà,«perché l'uomo che si limita passivamente alla semplice raccolta dei doni di natura, rimane alla balìa di essa, quasi mendicante nel giardino e talora nel deserto del mondo» (Schmoller).

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Favorevoli al formarsi di agglomerazioni familiari sono le abitazioni o gli alloggi sui carri viaggianti dei nomadi (oggi gli zingari), le tende dei popoli pastori in Asia, le capanne di legno e paglia, addensate in certi punti agricoli, che poi divennero i villaggi dell'India e della Cina odierna, e che precedettero il sorgere delle città (queste in Germania solo dal sec. xii); forme tutte di abitazioni facili a moltiplicarsi con poca fatica e a disporsi all'ingiro di quella del capofamiglia, che le vigila e domina.

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Ma ciò generalmente nelle campagne soltanto, ove la copia del materiale e la larghezza dello spazio agevolarono l'ampliarsi di abitazioni solide, completate (avvertasi bene) da stalle, granai, e da mura che ricingevano l'orto adiacente alla casa (l'«Hof» dei tedeschi). È questa una forma di abitazione rurale che risale ai greci di Omero ed ai romani di Cincinnato; nella quale, a rassodare e perpetuare la numerosa famiglia, si aggiunge alla stabilità dell'alloggio la continuità del lavoro agrario in massa, l'affetto alla zolla natia e il sentimento incipiente della proprietà. Così questi alveari di vita patriarcale resistettero in campagna fino ai dì nostri.

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Ma allora come ora, per i mediocri e per il popolo, le abitazioni cittadine tornano di ostacolo al vivere di grosse famiglie.

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Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 4 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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I continenti per gran parte coperti dal mare, lento il ritiro dell'acque dopo il diluvio, i laghi in seno alle terre compatte, gli stagni nei boschi e nel piano, le abitazioni umane sulle palafitte lacustri, le migrazioni lungo i grandi fiumi fino alle spiagge marine, danno a tutto ciò spiegazione; sicché la pesca fu prima ancora terrestre che marittima. 2. Bensì per la semplicità dei suoi processi (nell'America meridionale e nell'Australia i selvaggi pescatori, senza reti e battelli, raccolgono colle mani i pesci lasciati dalla fiumana in ritiro o gettati dal mare sulla spiaggia) e per il poco dispendio del suo esercizio, il progresso di essa è tardivo. — A tempi avanzati viene a distinguersi, in forma di specificazione,la pesca lacuale e fluviale (acqua dolce) da quella marina (acqua salsa); e questa in litoranea e d'alto mare,cui si aggiunge talora distintamente quella delle valli e lagune salmastre (Russia, Olanda, Veneto, Taranto).

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La pietra sul fianco montano servì di materiale alle case, come altrove il legno per le capanne; — terre argillose per rinsaldare e coprirle; — né sempre i trogloditi o abitatori delle caverne attestano un degradamento di uomini che abbiano comune la tana colle belve; ma in terreni di tufo e pozzolana, naturalmente cavernosi e facilmente lavorabili, attestano opportunità di abitazioni in luoghi riparati e asciutti, come oggi le vaste cantine della enologia francese. — E quella escavazione sotterra di abitazioni, caratteristica p. e. nelle antiche popolazioni di Frigia (Asia Minore), ebbe generale impulso dovunque dal culto dei morti, donde le necropoli in forma di ipogei (sotterranei), estesissime in Egitto, Etruria, in tutte le genti pelasgiche e più tardi continuate dalle catacombe cristiane aperte dai fossores. E come il sasso del torrente o del fianco montano servì per difesa balistica (la fionda), e poi ripulito nell'età neolitica alle arti belliche (freccia) e pacifiche (utensili di pietra in Germania fino al sec. VII d. C.), così più tardi in località favorite da natura, frugando il sottosuolo, il ferro diventò arma di guerra o stromento d'industria. Tubalcain è ricordato nella bibbia come malleator di metalli; l'arte del ferro sembra sviluppata fra gli accadi e sumeri (tartaro-mongoli) dell'alto Eufrate; e il ferro fu sempre noto agli egizi (Schmoller). E come una terra colorante serve tuttora a dipingersi il corpo del selvaggio, così l'oro e l'argento remotamente divennero oggetto ambito di ornamento e di moneta; e la loro più intensa ricerca nei momenti critici della civiltà precorse le altre esplorazioni minerarie (Roscher, Schmoller).

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La estrazione dalle cave di materiali, per lo più per costruzioni edilizie e stradali, venne a maturarsi e grandeggiare assai prima, seguendo dappresso i costumi civili privati e pubblici, la costruzione delle abitazioni di mattoni, di pietra, di marmi, delle mura di città e fortezze e dei piani stradali. Presto arriva per ogni nazione l'età della monumentomania, dei faraoni, di Assurbanipal, di Pericle, di Giulio Cesare e di Augusto, che vantavano di aver eternata nel marmo la capitale dell'orbe, porgendo grande impulso all'estrazione e talora all'esaurimento dei marmi preziosi delle montagne libiche, dell'Atlante, di Paros, di Pontelico, dell'Alpi apuane (Carrara), dalle cave in parte private in parte di Stato, le quali venivano esercitate ora da questo direttamente, ora per mezzo di pubblicani appaltatori e del lavoro di schiavi. Oggi, prototipo di queste cave risalenti all'antichità, di proprietà privata, di una ricchezza e di un pregio unico nel mondo, esercitate da una classe potente di imprenditori e cavatori, rimangono quelle del marmo statuario di Carrara. Ma comprendendovi l'escavazione di tutte le terre argillose, coll'annessa industria dei laterizi, del caolino, della porcellana, delle sabbie vetrarie, si arguisce quale espansione abbia assunto questo ramo minerario nella storia, col moltiplicarsi e grandeggiare di città corpulente e sontuose fino ai nostri dì.

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. — Crescono parallele da un canto le piante arboree fruttifere, da un altro le colture orticole e di giardinaggio, le quali già originarie presso le prime abitazioni umane, diffondendosi più rapidamente sopra stabili territori nazionali con indefinite specie, finiscono a preponderare nelle medie e piccole aziende della coltura intensiva progredita. — Infine appagati con questi prodotti ai bisogni alimentari più generali, soppravvengono e s'ampliano le colture industriali e coloniali,intendendosi per esse o le materie prime ed ausiliari delle manifatture, il lino, la canapa, il cotone, la robbia; o certi prodotti alimentari di complemento (prima diffusi nelle colonie) come la canna da zucchero, il the, il tabacco, ecc. Sono esse le colture caratteristiche delle popolazioni moderne, industriose, mercantesche, doviziosissime.

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La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
  • Politica
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Più frequente sempre l'impiego delle donne nelle industrie e quindi la loro lontananza dalla famiglia e l'agglomeramento, favorevole alla diffusione degli stati d'anime e delle tendenze meno spirituali ed elevate: precarii i guadagni, insufficienti e costose le abitazioni, maggiore, nei periodi di lavoro normale, il lusso, costoso sempre e ruinoso, anche se volto alle piccole cose; più frequenti sempre i concubinati, così da raggiungere in alcuni centri operai il numero di un terzo delle unioni sessuali non precarie, e superarlo; maggiore sempre l'avversione all' aver prole.

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Il Mezzogiorno e la politica italiana

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 309-353.
  • Politica
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Sono case di contadini che, considerate come abitazioni urbane, vengono regolarmente colpite. E questo fenomeno demografico e sociale, imposto da condizioni fisiche, storiche e politiche, e che è argomento di inferiorità economica, si ripercuote in tutto il regime fiscale ed economico dello stato. I comuni sono classificati in base alla popolazione, agli effetti del dazio di consumo e delle varie tasse comunali. Questa classificazione opera in senso inverso per i sussidi e gli aiuti finanziari dello stato, per le scuole, per gli acquedotti e per ogni altro provvedimento. Onde, a correggere questa sperequazione, sono state create leggi a favore, quali le leggi speciali per la Sardegna, per la Basilicata, per la Calabria, e la legge fondamentale del 1906 per tutto il mezzogiorno. Ma mentre la pressione tributaria e il regime doganale operano con costanza e normalità, le leggi di favore non sono applicate: ovvero, nella loro applicazione, subiscono, e per i limiti del bilancio e per le ulteriori difficoltà finanziarie (dalla guerra libica ad oggi), una costante diminuzione, sicché il di-squilibrio fra le regioni delle altre parti l'Italia e il nostro mezzogiorno ne viene più che mai aggravato.

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