La squadra mobile della questura di Modena sta portando a termine in questi giorni una vasta operazione di rastrellamento di armi da guerra detenute abusivamente in abitazioni private.
I due sono usciti con gli abiti in fiamme dai rottami e sono stati soccorsi da alcuni passanti; hanno raggiunto le rispettive abitazioni dove li hanno trovati gli agenti della polizia stradale.
La stessa commissione ufficiale d'inchiesta formata dopo i disordini dell'anno passato ammonì che bisognava urgentemente provvedere a migliorare la condizione delle abitazioni, ridurre gli indici di disoccupazione, affrontare il problema delle scuole. «Lo rivolta - concludeva il rapporto - potrebbe rivelarsi solo l'alzarsi del sipario su una tragedia più vasta se non si agirà rapidamente per migliorare la situazione della comunità negra».
Nelle abitazioni dei tre fermati, tutti domiciliati nella zona di Porta Garibaldi (uno in via Legnano), sono stati sequestrati un mitra, tre pistole di vario calibro, numerose pallottole, mascherine nere e altro materiale «scottante». Le armi erano perfettamente lubrificate. Anche alcune automobili rubate dal terzetto, e che sarebbero dovute servire per portare a termine un'impresa brigantesca, sono state recuperate. I tre giovani sottoposti da parecchie ore ai pressanti interrogatori del dottor Corradini e del dottor Viola, continuano a negare disperatamente di avere preso parte a qualsiasi rapina, ammettendo soltanto di essersi procurati le armi e le mascherine, e di avere rubato le automobili, perché avevano progettato l'assalto a un'agenzia bancaria di via Cenisio. All'ultimo momento, però, l'intervento della squadra Mobile aveva mandato all'aria il loro progetto.
Accademia della crusca
