Martedì, colto l'istante in cui non era sorvegliata salì sul pagliaio della sua abitazione, assicurò una funicella alla trave maestra del tetto, formò un nodo scorsoio, salì sur una scranna, si aggiustò il nodo al collo, respinse la scranna col piede e penzolò nel vuoto… Quando l’atto disperato della Revel fu avvertito, metteva le ultime contorsioni che precedono la morte. Soccorsa, liberata dal capestro, adagiata in un letto, sottoposta ad ima cura medica, si sperò un istante di salvarla, la speranza fu vana, il giorno appresso la suicida spirò.
Appena raggranellata una lira, fuggiva alla sua caverna (così chiamava egli, non a torto, la sua abitazione), per sotterrarla, senza mai sottrarne uno spicciolo.
Accademia della crusca
