Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abitavano

Numero di risultati: 15 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Contro la tubercolosi. Saggio popolare

412381
Giulio Bizzozero 1 occorrenze
  • 1899
  • Fratelli Treves
  • Milano
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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Le poverette erano state assistite da una zia e da sua figlia, che abitavano la stessa casa, erano perfettamente sane, e non avevano in famiglia alcun antecedente tubercolare: ebbene, queste pure ammalano e muojono. In complesso, cinque morti in sei anni!

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L'evoluzione

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Montalenti, Giuseppe 1 occorrenze

Oggi gli Equidi vanno scomparendo: i cavalli selvatici che abitavano le steppe asiatiche sono praticamente estinti, e anche gli asini e le zebre sono in via di estinzione come animali selvatici.

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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso

460174
Carlo Darwin 6 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
  • UNIPIEMONTE
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Quindi se i progenitori dell’uomo somiglianti alle scimmie che abitavano una data contrada, e specialmente una che portasse qualche mutamento nelle loro condizioni, si fossero divisi in due parti uguali, una delle quali avesse racchiuso in sè tutti gl’individui meglio acconci, per le loro facoltà di movimento, a guadagnarsi la sussistenza e a meglio difendersi, quella parte a conti fatti avrebbe conservato maggior numero d’individui e avrebbe procreato maggior prole che non l’altra parte meno bene dotata.

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Il fatto che essi appartenevano a questo stipite dimostra chiaramente che abitavano l’antico continente; ma non l’Australia nè nessuna isola oceanica, siccome possiamo dedurre dalle leggi della distribuzione geografica. In ogni grande regione del mondo i mammiferi esistenti sono intimamente affini alle specie estinte della stessa regione. È quindi probabile che l’Africa fosse abitata primieramente da scimmie estinte strettamente affini al gorilla ed al scimpanzè; e siccome queste due specie sono ora i più prossimi affini dell’uomo, è in certo modo più probabile che i nostri primi progenitori vivessero nel continente africano che non altrove. Ma è inutile speculare intorno a ciò, perchè una scimmia grossa quasi quanto un uomo, cioè il Dryopithecus di Lartet, che era strettamente affine agli Ilobati antropomorfi, esisteva in Europa durante il periodo miocenico superiore; e da quel remotissimo periodo la terra è stata certamente soggetta a molti grandi rivolgimenti, e vi è stato un lungo spazio di tempo per compiere amplissimamente le migrazioni.

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In quel periodo o in un altro ancora più antico l’intestino dava origine a un intestino cieco molto più grande di quello che esiste ora, il piede, giudicando dalla condizione del dito grosso nel feto, era allora prensile; ed i nostri progenitori erano senza dubbio di costumi erborei, ed abitavano qualche terra calda e coperta di foreste. I maschi erano forniti di grossi denti canini, che facevano ufficio di armi formidabili. In un periodo molto più antico l’utero era doppio; gli escrementi si versavano in una cloaca; e l’occhio era protetto da una terza palpebra o membrana nittitante. In un periodo ancor più remoto i progenitori dell’uomo dovevano avere costumi acquatici; perchè la morfologia ci dimostra chiaramente che i nostri polmoni sono fatti di una vescica natatoria modificata, che serviva un tempo come organo idrostatico. Le fessure nel collo in embrione umano dimostrano ove stavano le branchie. Verso questo periodo i veri reni erano sostituiti dai corpi di Wolf. Il cuore non era altro che un semplice vaso pulsante; e la corda dorsale teneva il posto della colonna vertebrale. Questi antichissimi predecessori dell’uomo, veduti così negli oscuri recessi del tempo, debbono aver avuto una organizzazione bassa quanto l’Amphioxus lanceolatus, od anche più bassa.

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In questi ultimi casi è presumibile che i pediculi venissero da indigeni che abitavano distretti differenti. Negli insetti le leggere differenze di struttura, quando sono costanti, sono generalmente stimate di valore specifico; e il fatto che le razze umane sono infestate da parassiti che sembrano essere specificamente distinti, può bene essere portato come un argomento che le razze stesse debbano essere classificate come specie distinte.

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Tuttavia l’incessante incrociamento, fra tribù e tribù che segue necessariamente da qualsiasi forma di questo comune, deve aver avuto una certa tendenza a mantenere tutte le genti che abitavano lo stesso paese di carattere quasi uniforme; e ciò deve aver messo grande ostacolo alle forze della scelta sessuale nel rendere le tribù differenti.

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Quindi per ciò che riguarda le modificazioni, acquistate indipendentemente dalla scelta, e dovute a variazioni derivanti dalla natura dell’organismo e dall’azione delle condizioni circostanti, o dal mutamento negli usi della vita, nessuna singola coppia sarà stata modificata in un grado molto maggiore che non le altre coppie che abitavano lo stesso paese, perchè saranno state continuamente mescolate mercè il libero incrociamento.

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L'uomo delinquente

469461
Cesare Lombroso 1 occorrenze
  • 1897
  • Fratelli Bocca Editori, Librai di S. M. Il Re D'Italia
  • Torino
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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Secondo Plutarco, Atene dopo la sedizione di Cimone si divise in tre partiti corrispondenti alla varia configurazione geografica del paese: gli abitanti della montagna volevano ad ogni costo il Governo popolare, quelli della pianura chiedevano un Governo oligarchico, e coloro che abitavano presso il mare stavano per un Governo misto.

Pagina 288

Sulla origine della specie per elezione naturale

538912
Carlo Darwin 6 occorrenze
  • 1875
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
  • UNIPIEMONTE
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Thompson, che la terra nei primi tempi sia stata soggetta a cambiamenti delle fisiche condizioni più rapide e più violente che non al presente; al certo tali cambiamenti avrebbero prodotto dei cambiamenti corrispondentemente rapidi negli esseri organici che allora abitavano il nostro globo.

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Credendo, per le ragioni alle quali accennai, che i nostri continenti siano rimasti per lungo tempo in una posizione relativa quasi uguale, benchè soggetti a grandi e parziali oscillazioni di livello, io sono assai propenso ad estendere le precedenti idee e a dedurne che durante qualche periodo più antico e più caldo, come il periodo pliocenico primitivo, un gran numero delle medesime piante e degli stessi animali abitavano le quasi continue terre circumpolari; e che queste piante e questi animali, nel vecchio e nel Nuovo Mondo, cominciarono lentamente a rivolgersi verso il sud, quando il clima diveniva meno caldo assai prima del periodo glaciale. Io penso che noi ora vediamo i loro discendenti, quasi tutti in una condizione modificata, nelle parti centrali dell'Europa e degli Stati Uniti. Con questi concetti possiamo intendere la relazione di affinità esistente fra le produzioni dell'America settentrionale e dell'Europa, relazione che è tanto più rimarchevole se si consideri la distanza dei due continenti e la loro separazione per mezzo dell'Oceano Atlantico. Ci è facile inoltre spiegare il fatto singolare, avvertito da parecchi osservatori, che le produzioni dell'Europa e dell'America erano più strettamente affini fra loro negli ultimi periodi terziari, che nell'epoca attuale; perchè in questi periodi più caldi le parti settentrionali del Vecchio Mondo e del Nuovo debbono essere state unite quasi in continuità delle terre, che avranno servito a guisa di ponte per congiungere le due regioni, finchè il freddo impedì completamente l'intermigrazione dei loro abitatori.

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Durante il calore lentamente diminuente del periodo pliocenico, non appena le specie che abitavano i due mondi emigrarono in comune al sud del circolo polare, esse dovettero separarsi interamente le une dalle altre. Questa separazione deve essersi effettuata in epoca molto remota, per quanto riguarda le produzioni delle zone più temperate. E siccome queste piante e questi animali migravano verso il sud, essi saranno stati frammisti in una delle due grandi regioni colle produzioni native dell'America e avranno lottato con esse; e nell'altra con quelle del Vecchio Mondo. Perciò qui tutto era favorevole alla produzione di molte modificazioni, di modificazioni maggiori di quelle che si ebbero nelle produzioni alpine, rimaste isolate, in un periodo assai più recente, sopra diverse catene di montagne e sulle terre artiche dei due mondi. Quindi avviene che se noi confrontiamo le produzioni ora esistenti nelle regioni temperate del Nuovo Mondo e del Vecchio, noi troviamo pochissime specie identiche (quantunque Asa Gray abbia ultimamente dimostrato che un maggior numero di piante, di quel che prima si era supposto, sono identiche); ma noi troviamo in ogni grande classe molte forme che alcuni naturalisti collocano tra le razze geografiche e che altri considerano quali specie distinte, ed una schiera di forme strettamente affini o rappresentative, che sono classificate da tutti i naturalisti come specificamente distinte.

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Non appena col declinare dell'epoca glaciale i due emisferi riacquistarono la primitiva temperatura, le forme nordiche temperate, le quali abitavano nelle bassure sotto all'equatore, saranno state cacciate nell'antica loro patria, o saranno state distrutte, e sostituite dalle forme equatoriali reduci dal Sud. Frattanto alcune delle forme nordiche temperate avranno quasi certamente, ascendendo, raggiunto il più vicino altipiano, e se questo era sufficientemente elevato, vi si saranno lungamente conservate, a guisa delle forme artiche sulle montagne dell'Europa. E saranno sopravvissute anche colà, dove il clima non era loro interamente favorevole; imperocchè il mutamento di temperatura sarà avvenuto assai lentamente, e senza dubbio le piante posseggono una certa capacità di acclimazione, come risulta dal fatto ch'esse trasmettono ai loro discendenti un diverso potere costituzionale di resistere al caldo ed al freddo.

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Ciò è accaduto cogli occhi degli animali viventi in oscure caverne, e colle ali degli uccelli che abitavano isole oceaniche, dove raramente venivano costrette dai carnivori a volare, e perdettero in fine completamente questa facoltà. Inoltre un organo, utile in determinate condizioni, può in altre diventare perfino dannoso; così le ali degli insetti che abitano in isole piccole ed aperte. In tale caso l'elezione naturale tenderà a ridurre lentamente questo organo, fino a renderlo innocuo e rudimentale.

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L'effetto prodotto sugli insetti deve essere stato anche maggiore, perchè sei specie di uccelli insettivori erano comuni nella piantagione e non abitavano la landa, che al contrario era frequentata da due o tre altre specie d'uccelli insettivori. Vediamo quindi quali effetti rilevanti abbia prodotto l'introduzione di un solo albero; null'altro essendosi fatto che cingere di siepi la terra piantata, affinchè il bestiame non potesse entrarvi. Ma io potei verificare con evidenza, presso Farnham nel Surrey, quanto importi il recinto in tal caso. Colà stendonsi vaste lande sparse di alcuni ceppi di vecchi pini di Scozia, che ornano la vetta delle colline. Negli ultimi dieci anni essendosi cinti di siepi vasti spazi, i pini vi sparsero da sè i propri semi; ed ora vi crescono in gran numero e tanto fitti, che non tutti possono vivere. Quando io mi fui accertato che quei giovani alberi non vi erano stati seminati, nè piantati, rimasi tanto più sorpreso del loro numero, in quanto che vidi centinaia d'acri di landa libera, ove non potei contare un solo pino, ad eccezione dei ceppi piantati anticamente. Frattanto osservando più da vicino fra i fusti della landa libera, trovai una moltitudine di pianticelle e di piccoli alberi ch'erano continuamente sfruttati dai bestiami. In uno spazio della grandezza di un metro quadrato, alla distanza di poche centinaia di passi dalle antiche macchie, io numerai trentadue di questi alberetti, ed uno di essi, nel quale contavansi ventisei anelli di sviluppo, aveva cercato per altrettanti anni di alzare la sua cima sopra le piante della landa, indi era perito. Non è dunque a stupire che la terra, appena cinta di siepi, venisse ricoperta di pineti folti e vigorosi. Tuttavia questa landa era tanto sterile ed estesa, che niuno avrebbe mai immaginato che il bestiame potesse cercarvi con tanta frequenza e con tanto successo il nutrimento.

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