Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abitare

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La Stampa

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AA. VV. 1 occorrenze

Primo di tutto pensò a procurarsi un alloggio gratuito, ottenendo il permesso di abitare un bugigattolo d'un antico convento, passato allor allora in proprietà del Demanio. Quella stanzuccia era attigua alla chiesetta di cui disimpegnava l'ufficio di sagrestano; demolito più tardi il convento per edificarvi un grandioso palazzo, fu lasciata la chiesa con l'annesso cortiletto nel quale appunto era la stamberga di Gaetano ed il povero alloggio d'un calzolaio. Il ricevitore demaniale, che si divertiva della eccentricità del mio eroe, non solo lo lasciava abitare colà gratuitamente, ma lo retribuiva per mandarlo ad impostare pieghi, ritirare la corrispondenza e disimpegnargli altri non pochi incarichi. E siccome erasi proposto di sotterrar danari, volendo metterli al sicuro de' cattivi liri, procacciava appunto quell'alloggio sito ad un passo del palazzo prefettizio, dove vigila giorno e notte la sentinella. Per vivere non spendeva un centesimo, essendo uso pagare zucchero, caffè, combustibile e lume mercé i suoi servigi; al bucato pensava sempre egli medesimo lavandosi settimanalmente i paiinilini; ai pasti poi provvedevano abbondantemente le molte osterie a cui recavasi ogni sera per compilare liste, ascoltare conti, ecc. Quando la popolazione soffriva la sete per mancanza di acqua potabile (l'acquedotto fu solo inaugurato nel febbraio del 1868) ed era costretta, pagandola carissima, ad attendere il beneplacito dei barilai che ogni giorno faceano il giro do'quartieri, egli bevette sempre gratuitamente l'acqua freschissima de1 conventi ai quali facean pur capo molto spesso i cittadini assetati; ed infine a tanto che durò l'uso della distribuzione quotidiana della minestra, Gaetano non mancò mai di recarsi a pigliare la sua porzione con una pentola di metallo che manteneva sì lucida da potervisi rispecchiare la propria immagine. Essendosi poi le condizioni finanziarie dei monaci immiserite per l'incameramento dei beni allo Stato, da costringerli a sopprimere questa costosa limosina, l'uso della pentola fu convertito in quello di secchiolino presentando a preferenza delle anfore, il vantaggio di non essere fragile; onde lo si vedeva bene spesso armato di pentoletta e di una borsa di pelle nera unta e bisunta (da lui chiamata scarsella di furberia) dove egli teneva le chiavi della casa, gli avanzi de' suoi pasti, e dalla quale non separavasi un minuto. E però una volta che gl'impiegati di un certo ufficio riuscirono a nascondegliela, Gaetano si mise a piangere, cosi che gliela restituirono subito esclamando: «Misericordia come sei brutto nel pianto! Pigliati la tua scarsella e vattene in pace per l'amor di Dio! » Né maggior spesa faceva Gaetano per vestirsi, essendo solito infilarsi coraggiosamente tutto quello che gli regalavano senza badare se convenisse o no alla sua qualità o statura. Egli tanto piccolo ed inscheletrito, lo si vedeva oggi con un soprabito lungo e largo di persona altissima e complessa sicché parca chiuso in un guardaroba; ma eccolo domani con un giacchettino corto corto, stretto stretto quale appena si addirebbe ad un fanciulletto. Ora calza un paio di stivaloni che gl'i sopravanzano la metà della coscia, con i quali fa un rumore indiavolato transitando i bastioni, vuoti nelle fondamenta: ora invece si mette un paio di scarpette le cui suole consumate e scucite si rassomigliano ai sottilissimi fogli di pasta sfogliata. Ma la maggiore e più disparata varietà delle forme è specialmente nelle coperture del capo; onde i berretti di guardia civica, di finanza, carceraria; i cappelli all'alpina, alla Lobbia, all'Orsini e magari qualche callotta rossa che parca tolta ad un cardinale, s'alternavano fra loro che era una meraviglia; e credo eziandio che i begli umori il facessero apposta. Un giorno che vollero regalargli mezzo scudo perché discendesse al mercato in cilindro e marsina, rifiutò recisamente ;ò tutto direi), temendo, con troppa ragione, gli attacchi insolenti dei monelli eccessivamente motteggiatori e bizzarri. Non esisteva in Cagliari ufficio civile o militare, ditta industriale o commerciale, famiglia cospicua che non procacciasse a Gaetano un discreto mensile fissandolo per sbrigar commissioni, senza contare poi i guadagni avventizi che raccoglieva recandosi a pigliare il caffè per un impiegato, la colazione per un altro, Al suo entrare tutti si facevano un dramma di buon sangue: e chi avrebbe potuto tenersi serio al vedere quella sua grottesca persona, somigliante nel gestire alla scinda, foggiata quasi sempre in modo si strano: ma il maggior divertimento era nel sentirlo parlare, usando egli un linguaggio tutto suo proprio, intercalato da sentenze latine, le quali avevano quasi sempre che fare col resto come il diavolo nel Credo. Parlava come camminava, cioè velocissimo, non rimanendo fermo un istante, e per trattenerlo a scambiar qualche chiacchiera si tassavano a fine di compensarlo del tempo perduto in quella breve sosta; a questo modo ne alimentavano la ingordigia. Appena raggranellata una lira, fuggiva alla sua caverna (così chiamava egli, non a torto, la sua abitazione), per sotterrarla, senza mai sottrarne uno spicciolo.

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