Partendo dal dato normativo della soppressione delle circoscrizioni di decentramento nei comuni con popolazione inferiore a 250.000 abitanti, l'A. compie una riflessione in chiave storico - evolutiva delle forme di partecipazione dei cittadini, evidenziando la necessità di superare l'equivoco circoscrizioni - partecipazione popolare, ridimensionando in tal modo le preoccupazioni nutrite dagli stessi circa la sorte sia delle funzioni comunali attribuite o delegate alle circoscrizioni, sia delle attività partecipative svolte nel loro ambito. Evidenziando che il comune è "necessariamente partecipativo", prende in esame la possibilità di sviluppare forme di partecipazione innovative, indicandone i principi di riferimento e le finalità.
La norma prevede che i comuni con popolazione inferiore a 30.000 abitanti non possano costituire società nonché che entro il 31 dicembre del 2013 i comuni debbano mettere in liquidazione le società già costituite alla data di entrata in vigore del decreto, ovvero che debbano cederne le partecipazioni. Sebbene la norma confermi l'attenzione del legislatore per le società pubbliche, ben diversa appare la ratio ispiratrice rispetto a quella delle precedenti riforme. L'art. 14, comma 32 D.L. 31 maggio 2010, n. 78, infatti, mira unicamente al contenimento della spesa pubblica. E, tuttavia, benché in linea astratta l'intento sia senz'altro ammirevole, sul piano pratico la disciplina è risultata di difficile comprensione e coordinamento con le restanti norme. Se ne ritrae, quindi, la sensazione che il quadro delle norme relative alla posizione delle società pubbliche sul mercato pare necessitare di un riesame complessivo, volto ad appurare se, da una lettura combinata delle stesse, emerga un quadro di regole, che ad onta delle pur differenti finalità perseguite, evidenzi in definitiva un quadro armonico o, piuttosto, incongruenze e lacune.
Modello di procedura concorsuale con stazione unica appaltante per comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti
Qualora fosse nelle intenzioni di una Società iscritta all'Albo dei riscossori di cui all'art. 53 del d.lgs. n. 446/1997 realizzare un "Progetto Pilota" inquadrabile nel novero della Fiscalità Locale, ed in particolare, nella sfera d'azione dei comuni impositori, predisponendo tutto quanto risulti necessario sia formalmente che informalmente per la realizzazione di un Modello Aggregativo finalizzato alla concretizzazione di una "Centrale di Committenza ad hoc" che consenta agli enti impositori eventualmente interessati, in osservanza alla normativa attualmente vigente in sede civile, amministrativa e tributaria, l'esternalizzazione di tutti i servizi nonché delle attività relative alla gestione delle entrate locali di qualsiasi genere e natura anche cosiddette "propedeutiche" (o preliminari) rispetto all'attività di accertamento, dell'attività di accertamento strictu sensu nonché dell'attività di riscossione coattiva delle entrate tributarie (lci - Tarsu e Tributi minori), facendo particolare attenzione alle esigenze impositive dei comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti. Il presente lavoro, attraverso una panoramica imprescindibile sulla normativa di riferimento, affronta la problematica in questione, cercando di evidenziare le possibili modalità operative che possono legittimare rendendo fattibile l'esternalizzazione dell'attività accertativa e di riscossione dei tributi locali e delle entrate extratributarie riconducibili a piccoli e piccolissimi comuni.
Non solo sono stati ridotti i consiglieri e gli assessori, ma si è eliminata la Giunta nei Comuni sino a 1.000 abitanti e nelle Province, delle quali si è ideato un nuovo ordinamento che, di fatto, le esautora ogni loro potere di unico ente intermedio tra Regioni e Comuni. Si è dato vita, specie per i Comuni minori ad un nuovo assetto strutturale ed organizzativo, che vede un nuovo ente locale territoriale, l'Unione dei Comuni esercitare le funzioni tipiche dei Comuni che la compongono.