Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abitanti

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XV legislatura – Tornata del 7 giugno 1883

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Farini 2 occorrenze
  • 1883
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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che abitano piuttosto in uno che in un altro punto della frazione, per la parte amministrativa, siccome il primo mandamento ha due consiglieri provinciali, e due ne ha il secondo mandamento, abbiamo questo sconcio, che Pistoja con 54 o 55 mila abitanti, quanti ne ha adesso, ha due consiglieri provinciali, e l'altro piccolo comune isolato, che compone attualmente il secondo mandamento ha pure due rappresentanti al Consiglio provinciale, non avendo che 7 o 8 mila abitanti.

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Evidentemente, questa è una irregolarità, che non può durare: e per questi motivi io prego che si sanzioni con legge la saggia disposizione del Ministero di grazia e giustizia; poiché io credo che non possa ammettersi che un pretore debba servire a 55 mila abitanti, e un altro solo a 7 mila.

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XV Legislatura − Tornata del 7 marzo 1883

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Farini 4 occorrenze
  • 1883
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E siccome questo aumento si doveva estendere anche agli insegnanti dei comuni di popolazione inferiore ai due mila abitanti, e questi comuni dove l'imposta fondiaria aveva già raggiunto il massimo non avrebbero potuto sostenere la spesa, così la legge dispose che nei predetti comuni l'aumento del decimo dovesse essere pagato dallo Stato in forma di sussidio.

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La legge Casati nell'articolo 320 vi dice che possono i maestri esser divisi e moltiplicati dai comuni in modo da servire ciascuno al bisogno dell'istruzione di parecchie frazioni, di parecchi centri; la legge comunale e provinciale alla sua volta prescrive che i comuni contermini possano essere riuniti solamente nel caso che abbiano una popolazione inferiore ai 1500 abitanti. Poi l'articolo 13 di questa legge autorizza questi comuni riuniti a tenere separate lo loro rendite, le loro passività ed anche le spese obbligatorie, e quindi ancora quelle dell'istruzione. Che succede? Noi abbiamo alla base dello Stato una serie di unità amministrative piccine, meschine, deboli, rachitiche, incapaci di qualunque opera benefica. Paragonate fra loro i grandi ed i piccoli comuni. Nei grandi voi vedete scuole, vedete maestri soddisfatti del loro stato, vedete anche teatri, vedete, insomma, ogni ben di Dio; nei piccoli comuni, non trovate nulla di questo. Se vogliamo, adunque, seriamente provvedere ai bisogni dell'istruzione popolare, è necessario che, nella nuova legge comunale e provinciale si faciliti e promuova con ogni ragionevole mezzo la costituzione di grandi comuni. Mercè di coteste poderose unità amministrative potremo procurare in vent'anni ad ogni angolo d'Italia un grado di benessere e di civiltà che altrimenti non si conseguirebbe in due secoli di studi e di sacrifici.

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E volendo aiutarli in maggior misura io mi sono chiesto se, oltre alle inscrizioni nel bilancio (che è il modo ordinario con cui si provvede ai bisogni delle scuole e degl'insegnanti), nella storia nostra dal 1860 in poi non si fosse proposto qualche altro modo; ed ho trovato che nel 1874 l'onorevole Scialoja propose una legge per la quale i comuni di oltre 4000 abitanti avrebbero dovuto avere l'obbligo, e gli altri facoltà, di richiedere una retribuzione scolastica non minore di lire quattro e non maggiore di lire venti per ogni individuo che frequentasse le scuole. Poi ho trovato nel 1875 un disegno di legge dell'onorevole Bonghi che intendeva ad ordinare la scuola primaria preparatoria retribuita; più innanzi un disegno di legge della Commissione parlamentare nominata per l'esame di quello dell'onorevole Bonghi e presieduta dall'onorevole Berti Domenico, nel quale si sopprimeva bensì la scuola primaria preparatoria retribuita, ma si proponevano due articoli addizionali, dove, sotto altra forma e con altri intenti, si ristabiliva la retribuzione o tassa, instituendo una tassa di registrazione, varia da centesimi 50 a lire 150, per i fanciulli che frequentano le scuole primarie pubbliche, a benefizio del Monte delle pensioni per i maestri. Finalmente, nel 1877 mi è occorso d'incontrare una proposta dell'onorevole Bertani, secondo la quale per ogni dichiarazione di nascita all'ufficio di Stato civile, salvo il caso d'indigenza riconosciuta dei genitori, si sarebbe dovuta pagare la tassa di una lira; e le somme in tal modo percette avrebbero dovuto essere impiegate dal comune ad esclusivo vantaggio dell'istruzione.

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Or di comuni al di sotto di 1000 abitanti ne abbiamo in Italia 2250 circa. E in questi, se non in tutti, nel maggior numero almeno, che i maestri si trovano veramente alle prese coll'ultima miseria. Aggiungiamone, dei comuni superiori a 1000 abitanti, altri due o tre mila nei quali i maestri si trovano nello stesso caso: e potremo fare questo calcolo largo; che sopra 45,000 maestri, 5000 forse non vivranno come Torlonia, ma via, non hanno neppure di che lagnarsi: altri 10,000 vivranno meno bene, ma vivono; altri 20 o 25,000 stanno male, assai male davvero, e ci vorrà in essi tutta l'abnegazione, tutto il patriottismo, ci vorranno sacrifici dolorosi per farli aspettare fin quando questa benedetta legge del miglioramento verrà: ma, oltre questi, ve ne sono infine altri cinquemila o poco più, che aspettare assolutamente non possono: che non possono attendere sia sciolta la questione d'Egitto o quella della Baia d'Assab, o risolto il problema della difesa nazionale: perchè son quelli che si trovano a lottare addirittura colla fame.

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XV legislatura – Tornata del 7 febbraio 1883

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Farini 8 occorrenze
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Accenno, è vero, ad un fatto che concerne specialmente la mia provincia; ma mi pare che, quando si tratta di una provincia che ha ben 7000 chilometri quadrati di superficie e 670,000 abitanti, si possa ben dire che l'argomento è d'interesse generale.

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Ed io credo che una provincia di 400 mila abitanti,

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Attualmente per una popolazione di quasi 400,000 abitanti si ha un solo viaggio settimanale, e siccome nelle coste settentrionali dell'isola fanno difetto i porti, salvo quello di Milazzo, non essendovi che spiaggie aperte, avvviene spesso che quando vi è tempo cattivo, e ciò è frequente nella stagione iemale, il vapore non può approdare nè fare operazioni, cosicché quelle popolazioni rimangono spesse volte una, due ed anche tre settimane prive assolutamente di queste comunicazioni.

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Agata aveva una popolazione di 221 mila abitanti; nel 1870 di 4974, che nel 1881 giunse a 5754. Inoltre Sant'Agata è il centro di altri importanti paesi che ne costituiscono il mandamento e sono Aleara di Fusi, S. Marco Alonzio, Militello, Rosmarino con una popolazione totale di circa 13,000 abitanti. Aggiungete il ricco e popoloso comune di San Fratello, con quasi 8000

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I poveri abitanti di Stromboli dunque si vedono tagliati fuori dal consorzio umano, in peggiori condizioni dei selvaggi della Papuasia, nella impossibilità di promuovere e tutelare i loro interessi commerciali.

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Ora in quell' arcipelago vi sono isole che si trovano prive affatto, o quasi, di questo servizio; fra le altre, Stromboli che ha circa 4000 abitanti, e che conta 60 o 70 bastimenti con un tonnellaggio di quasi 2000 tonnellate: tutto il servizio ora si riduce aduna misera barca a vela, la quale spesso deve sospendere le sue corse.

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Tanto più dunque spero che l'onorevole ministro Baccarini vorrà accogliere con favore la mia raccomandazione, in quanto che Sant'Agata è molto più importante di Pisciotta, e tale approdo non porta onere al bilancio, nè grande ritardo nel servizio postale, perchè Sant'Agata di Militello si trova precisamente sulla linea del vapore: quei disgraziati abitanti attualmente soffrono le torture di Tantalo; vedono cioè passare il battello lì sotto i loro occhi, senza poterne usufruire.

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Ma, onorevole ministro, questa condizione di cose, noi la conoscevamo anche prima; anche quando si è fatta la legge relativa, noi sapevamo che gli abitanti erano pochi; sapevamo pure che quel territorio non può essere produttivo per se stesso, ma lo consideravamo come base di commercio possibile avvenire col centro dell'Africa.

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