Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abitanti

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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso

461372
Carlo Darwin 41 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
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Gli abitanti della Terra del Fuoco, del Capo di Buona Speranza e della Tasmania in un emisfero, e quelli delle regioni Artiche nell’altro, debbono avere attraversato molti climi e mutato molte volte il loro genere di vita, prima di giungere alla loro presente dimora Latham, Man and his Migrations, 1851, p. 135.. I primi progenitori dell’uomo debbono, come tutti gli altri animali, avere avuto una forte tendenza a moltiplicarsi molto al di là dei loro mezzi di sussistenza, perciò debbono essere stati occasionalmente esposti alla lotta per l’esistenza, e quindi a seguire la rigida legge della scelta naturale. In tal guisa si devono essere conservate le variazioni benefiche di tutte le sorta, sia abitualmente come occasionalmente, e devono essere state eliminate quelle nocevoli. Non voglio parlare delle grandi e spiccate deviazioni di forma, che seguono solo a lunghi intervalli di tempo, ma di semplici differenze individuali. Sappiamo, per esempio, che i muscoli delle nostre mani e dei nostri piedi che promuovono i nostri movimenti, van soggetti, come quelli degli animali sottostanti, ad incessanti variazioniI signori Murie e Mivart nella loro Anatomy of the Lemuroidea (Transact. Zoolog. Soc. vol. VIII, 1869, p. 96, 98) dicono: «Alcuni muscoli sono così irregolari nella loro distribuzione che non possono classificarsi bene in nissuno degli scompartimenti sopra notati». Questi muscoli differiscono anche nei lati opposti dello stesso individuo.. Quindi se i progenitori dell’uomo somiglianti alle scimmie che abitavano una data contrada, e specialmente una che portasse qualche mutamento nelle loro condizioni, si fossero divisi in due parti uguali, una delle quali avesse racchiuso in sè tutti gl’individui meglio acconci, per le loro facoltà di movimento, a guadagnarsi la sussistenza e a meglio difendersi, quella parte a conti fatti avrebbe conservato maggior numero d’individui e avrebbe procreato maggior prole che non l’altra parte meno bene dotata.

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I, 1838, p. 305. ha trovato che i crani presi dalle sepolture di Parigi del secolo decimonono erano più grandi che non quelli presi nei sepolcri del secolo decimosecondo, nella proporzione di 1484 a 1426; e Prichard è persuaso che gli abitanti presenti dell’Inghilterra hanno «la scatola del cranio molto più spaziosa» che non gli antichi abitanti. Nondimeno dobbiamo riconoscere che alcuni crani di remotissima antichità, come quello famoso di Neanderthal, sono ben sviluppati e spaziosi. Per ciò che riguarda gli animali sottostanti, il sig. LartetComptes Rendus des Séances, ecc., 1 giugno 1868. avendo comparato i crani dei mammiferi terziari coi recenti appartenenti agli stessi gruppi, è giunto a questa notevole conclusione, che il cervello è in generale molto più grande, e con circonvoluzioni più complicate in quelli di forma recente. D’altra parte io ho dimostratoThe Variation of Animals and Plants under Domestication, vol. I, p. 124-129. che il cervello dei conigli domestici ha diminuito notevolmente di volume in confronto di quello del coniglio selvatico e della lepre; e questo fatto può essere attribuito a ciò che essendo stati tenuti racchiusi per molte generazioni, hanno esercitato poco l’intelletto, gli istinti, i sensi ed i movimenti volontari.

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Tutto ciò che sappiamo intorno ai selvaggi, o possiamo dedurre dalle loro tradizioni e da antichi monumenti, la storia dei quali è del tutto dimenticata dai presenti abitanti,dimostra fino dai tempi più remoti certe tribù più fortunate hanno soppiantato altre tribù. Si sono scoperti nelle regioni più civili della terra, nelle selvaggie pianure dell’America, nelle isole solitarie dell’Oceano Pacifico, avanzi di tribù estinte e dimenticate. Oggi le nazioni incivilite stanno ovunque sostituendosi alle nazioni barbare, tranne nei luoghi ove nei climi è un ostacolo mortale; e riescono principalmente, sebbene non esclusivamente, per le arti loro, che sono il prodotto del loro ingegno. È perciò probabilissimo che le facoltà intellettuali siano andate, nel genere umano, perfezionandosi gradatamente mercè la scelta naturale; e questa conclusione basta pel nostro intento. Non v’ha dubbio che sarebbe stato molto interessante segnare lo sviluppo di ogni separata facoltà dallo stato in cui si trova negli animali sottostanti a quello in cui esiste ora nell’uomo; ma non mi permettono di ciò tentare nè il mio sapere, nè le mie cognizioni.

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Siccome in questi calcoli entrano tanto i ricchi che i poveri, non v’ha dubbio che più del doppio del numero delle nascite avrebbero servito a tener alto il numero dei poverissimi abitanti delle città, relativamente a quelli della campagna. Per le donne, il matrimonio in età troppo giovanile è dannoso; perchè è stato osservato in Francia che «muoiono nell’anno un numero doppio di donne maritate sotto i venti anni, di quello che ne muoia di nubili». Parimenti la mortalità degli uomini ammogliati al di sotto di venti anni è «sommamente elevata»Queste citazioni sono prese dalla nostra più sicura autorità in cosifatte questioni, cioè dal dottor Farr nel suo scritto On the influence of Marriage on the Mortality of the French People, letto innanzi alla Nat. Assoc. for the Promotion of Social Science, 1858., ma non se ne conosce bene la ragione. Infine, se gli uomini, i quali aspettano prudentemente finchè abbiano tanto da mantenere comodamente le loro famiglie, scegliessero, come fanno sovente, la moglie nel fiore degli anni, la statistica dell’accrescimento delle razze migliori sarebbe solo lievemente diminuita.

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Gli abitanti di Tahiti quando vennero visitati per la prima volta erano per molti rispetti più avanti che non gli abitanti della maggior parte delle isole della Polinesia. Non vi sono buoni motivi per credere che l’elevata cultura degli indigeni del Perù e del Messico fosse venuta dal di fuoriIl dottor F. Muller ha fatto alcune buone osservazioni intorno a ciò nel Reise der Novara; Anthropolog. Theil, Abtheil III, 1868, s. 127.: molte piante del paese erano colà coltivate, ed alcuni pochi animali indigeni addomesticati. Dobbiamo tener presente nella nostra mente che se fosse sbarcata sulle spiaggie d’America una comitiva errante di qualche paese semicivile, non avrebbe, se giudichiamo dalla piccola influenza della maggior parte dei missionari, prodotto nessun effetto ben evidente sugli indigeni, a meno che fossero già divenuti in certo modo avanzati. Guardando ad un periodo remotissimo della storia del mondo, troviamo, per adoperare i vocaboli ben noti di sir J. Lubbock, un periodo paleolitico e neolitico; e nessuno pretenderà che l’arte di lavorare le rozze selci fosse un’arte presa ad imprestito. In tutte le parti d’Europa fino alla Grecia, nella Palestina, nell’India, nel Giappone, nella Nuova Zelanda e nell’Africa, compreso l’Egitto, si sono trovati abbondantissimi gli strumenti di selci; e gli abitanti che esistono oggi non hanno nessuna tradizione intorno al loro uso. Vi è pure una indiretta evidenza del loro uso primiero dai Cinesi e dagli antichi Ebrei. Quindi non vi può essere guari dubbio che gli abitanti di tutti quei paesi, che comprendono quasi tutto il mondo civile, non siansi trovati un tempo in uno stato di barbarie. Credere che l’uomo fosse aboriginariamente incivilito e che in tante parti sia stato soggetto ad un così pieno degradamento, è avere una opinione ben meschina dell’umana natura. Sembra che sia un’idea molto più vera e più confortante quella di credere che il progresso sia stato molto più generale che non il regresso; che l’uomo da una bassa condizione siasi elevato, invero con passi lenti ed interrotti, al più alto livello finora da esso raggiunto, in sapere, cognizioni, morale e religione.

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Spesso la distribuzione geografica vien portata inconsapevolmente e talora consapevolmente in causa; cosicchè certe forme che vivono in due aree lontanissime fra loro, nelle quali la maggior parte degli altri abitanti sono specificamente distinti, sono esse stesse usualmente considerate come distinte; ma invero questo non aiuta a distinguere le razze geografiche dalle cosidette buone o vere specie.

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Egli tuttavia ammette che l’arte di far fuoco è stata probabilmente già scoperta, perchè è comune a tutte le razze che esistono oggi, ed era nota agli antichi abitanti delle caverne di Europa. Forse l’arte di costruire rozze barche o zattere era nota del pari; ma siccome l’uomo ha esistito in un’epoca remota, quando la terra in molti punti era di un livello molto differente, egli può esser riuscito ad espandersi grandemente senza l’aiuto di barche. Sir J. Lubbock osserva inoltre quanto sia improbabile che i nostri primieri antenati abbiano potuto «contare fino a dieci, mentre tante razze che esistono ora non possono andare più in là di quattro». Nondimeno, in quell’antichissimo periodo le facoltà intellettuali e sociali dell’uomo non possono essere state di molto inferiori a quelle che posseggono oggi i selvaggi più degradati; altrimenti l’uomo primitivo non avrebbe potuto rimanere cosifattamente vincitore nella lotta per l’esistenza come lo dimostra la sua antica e grande diffusione.

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Monumenti antichi ed utensili di pietra trovati in tutte le parti del mondo, intorno ai quali non si è conservata alcuna tradizione degli abitanti attuali, indicano molte estinzioni. Alcune piccole e spezzate tribù, avanzi di razze primiere, sopravvivono ancora in regioni isolate e per lo più montuose. In Europa, secondo SchaaffhausenTradotto in inglese nella Anthropological Review, ottobre 1868,pag. 431., le antiche razze erano tutte «più basse nella scala che non i più rozzi selvaggi dei nostri giorni»; quindi debbono aver differito, fino a un certo punto, da ogni razza esistente. Gli avanzi descritti dal prof. BrownTransact. International Congress of prehistoric arch., 1868,pag. 172, 175. Vedi pure Broca (traduzione) nella Anthropological Review, ottobre 1868,pag. 410., presi da Les Eyzies, sebbene non sembrino sfortunatamente avere appartenuto ad una famiglia, indicano una sola razza fornita di una singolarissima combinazione di caratteri bassi o scimmieschi, ed altri elevati, ed «al tutto differente da qualunque altra razza, antica o moderna, di cui abbiamo inteso parlare». Perciò essa differiva dalla razza quadernaria delle caverne del Belgio.

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Nella punta meridionale dell’America gli abitanti della Terra del Fuoco vivono senza vestimenti, e senza essere protetti da un qualche abituro degno di tal nome. Nell’Africa meridionale gl’indigeni vanno erranti per le più aride pianure, dove abbondano gli animali più pericolosi. L’uomo può sopportare la mortifera azione del Terai ai piedi dell’Imalaya e le spiaggie pestilenziali dell’Africa dei tropici.

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Non si conosce per nessuna prova evidente se un popolo eterogeneo, come quello degli abitanti di qualche isola della Polinesia, formato dall’incrociamento di due razze distinte, con pochi o nessuni individui puri, sarebbe per divenire mai omogeneo. Ma siccome nei nostri animali domestici una razza incrociata può sicuramente, nel corso di poche generazioni, farsi colla debita scelta stabile ed uniformeThe variations of animals and plants under domestication, vol. II, p. 95. possiamo dedurre che il libero e prolungato incrociamento durante molte generazioni di un miscuglio eterogeneo terrà luogo nella scelta, e vincerà qualunque tendenza ad un regresso, cosicchè una razza incrociata finirà per divenire omogenea, sebbene possa non partecipare in uno stesso grado dei caratteri dei due primi progenitori di razze diverse.

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Tristram afferma che sonovi certe regioni nell’Africa settentrionale cui ogni anno gli abitanti indigeni sono obbligati a lasciare, mentre i neri possono rimanervi senza danno.

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Gli esquimali vivono esclusivamente di cibo animale, si vestono d’una pelliccia fitta, e sono soggetti ad un freddo intenso e ad una lunga oscurità; tuttavia non differiscono grandemente dagli abitanti della Cina meridionale, che vivono al tutto di cibo vegetale, e sono esposti quasi nudi ad un clima caldo ed aridissimo. Gli indigeni della Terra del Fuoco non si nutrono che dei prodotti marini che somministrano le loro inospite spiaggie; i Botocudi del Brasile vanno girovagando per le calde foreste dell’interno, e vivono principalmente di prodotti vegetali; tuttavia queste tribù si rassomigliano tanto fra loro che gli indigeni della Terra del Fuoco a bordo del Beagle erano scambiati da qualche Brasiliano per Botocudi. Parimente i Botocudi, come gli altri abitanti dell’America tropicale, sono al tutto differenti dai Neri che abitano le sponde opposte dell’Atlantico, che sono esposti ad un clima a un dipresso simile al loro, e conducono quasi lo stesso genere di vita.

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., rispetto agli abitanti del Sahara, tutti sono protetti pel loro colore «isabella o color di sabbia». Richiamando alla mia mente gli uccelli del deserto che aveva veduto nell’America meridionale, come pure la maggior parte degli uccelli terragnoli dell’Inghilterra, mi sembrava che i due sessi in quel caso fossero generalmente coloriti quasi ad un modo. In conseguenza mi rivolsi al sig. Tristram per ciò che riguarda gli uccelli del Sahara, ed egli mi diede cortesemente i seguenti ragguagli. Sonovi ventisei specie che appartengono a quindici generi, che evidentemente hanno avuto il loro piumaggio colorito per scopo di protezione; e questo coloramento è tanto più notevole, in quanto che nella maggior parte di questi uccelli è differente da quello dei loro congeneri. I due sessi di tredici di queste ventisei specie sono coloriti nello stesso modo, ma queste appartengono a generi in cui prevale comunemente questa regola, cosicchè esse non ci dicono nulla intorno ai colori protettori che sono gli stessi nei due sessi degli uccelli del deserto. Delle altre tredici specie, tre appartengono a generi in cui i sessi sogliono differire fra loro, tuttavia hanno i sessi simili. Nelle rimanenti dieci specie il maschio differisce dalla femmina; ma la differenza è limitata principalmente alla superficie inferiore del piumaggio, che è nascosta quando l’uccello si accovaccia sul terreno; il capo ed il dorso hanno nei due sessi la stessa tinta color di sabbia. Cosicchè in queste dieci specie le superfici superiori dei due sessi hanno sopportata un’azione e sono divenute simili, mercè la scelta naturale, per scopo di protezione; mentre le superficie inferiori dei maschi soli sono state mutate dalla scelta sessuale per scopo di ornamento. Qui, siccome i due sessi sono nello stesso modo bene protetti, noi vediamo con evidenza che le femmine non sono state impedite dalla scelta naturale di ereditare i colori dei loro genitori maschi; noi dobbiamo tener conto della legge di trasmissione sessualmente limitata, come abbiamo spiegato prima.

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Nell’Oceano Pacifico gli abitanti dell’arcipelago Fiji hanno grandi barbe ispide, mentre quelli degli arcipelaghi non molto distanti di Tonga e di Samoa sono senza barba; ma questi uomini appartengono a razze distinte. Nel gruppo delle Ellici tutti gli abitanti appartengono alla medesima razza; tuttavia in una sola isola, cioè a Nunemaga «gli uomini hanno bellissime barbe»; mentre nelle altre isole «hanno di regola una dozzina di rari peli per barba»Il dott. J. Barnard Davis, intorno alle Razze Oceaniche, nella Anthropolog. Review, aprile 1870, p. 185, 191..

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In Africa alcuni fra gli indigeni si fanno il tatuaggio, ma è molto più comune farsi protuberanze sfregando con sale le incisioni fatte nelle varie parti del corpo; e queste sono considerate dagli abitanti del Cordofan e del Darfur «come grandi attrattive personali». Nei paesi arabi non vi ha bellezza perfetta a meno che le guance «o le tempia non siano state tagliate»The Nile Tributaries, 1867; The Albert N’yanza, 1866, vol. I, p. 218.. Nell’America meridionale, come osserva Humboldt, «una madre sarebbe accusata di colpevole indifferenza verso i suoi figli, se non adoperasse mezzi artificiali per foggiare il polpaccio della gamba secondo la moda del paese». Nel vecchio e nel nuovo continente la forma del cranio veniva anticamente modificata durante l’infanzia nel modo più straordinario, come è ancora il caso in molti luoghi, e cosifatte deformità sono considerate come adornanti. Per esempio, i selvaggi della ColombiaCitato da Prichard, Phys. Hist. of Mankind, 4a ediz., vol. I, 1851, p. 321. considerano una testa molto piatta «come un punto principale di bellezza».

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Nei Figiani del Pacifico, la barba è abbondante ed ispida, ed è il loro maggior orgoglio; mentre gli abitanti degli arcipelaghi adiacenti di Tonga e di Samoa sono «senza barba, e detestano un mento ruvido». In una sola isola del gruppo delle Ellici «gli uomini hanno molta barba, e non ne vanno poco alteri»Il dott. Barnard Davis cita il sig. Prichard ed altri per questi fatti che riguardano i Polinesi, nell’Anthropological Review, aprile 1870, p. 185, 191..

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Gli abitanti della Nuova Zelanda sono senza barba; si sradicano con gran cura i peli del volto, ed hanno un motto che dice: «Non v’ha donna per uomo peloso»Intorno ai Siamesi, Prichard, ibid., vol. IV, p. 533. Intorno ai Giapponesi, Veitch, nella Gardeners Chronicle, 1860, p. 1104. Intorno agli indigeni della Nuova Zelanda, Mantegazza, Viaggi e Studi, 1867, p. 526. Per le altre nazioni menzionate, vedi ragguagli nell’opera di LawrenceLectures on Physiology, ecc. 1862, p. 272..

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Gli abitanti della Terra del Fuoco, come fui informato da un missionario che risiedette lungamente fra loro, considerano le donne europee come sommamente belle; ma da ciò che abbiamo veduto del giudizio degli altri aborigini di America, non posso a meno di credere che questo deve essere un errore, a meno che quel ragguaglio si riferisca solo ai pochi indigeni della Terra del Fuoco che hanno vissuto per qualche tempo cogli Europei, e che debbono considerarsi come esseri superiori. Aggiungerò che un espertissimo osservatore, il capitano Burton, crede che una donna, la quale noi consideriamo bella, è ammirata in tutto il mondo. Anthropological Review, marzo 1864, p. 245.

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Tuttavia, dobbiamo tenere a mente che il naso molto depresso e le mascelle molto sporgenti dei neri della costa occidentale sono tipi eccezionali negli abitanti dell’Africa. Malgrado i sovra citati fatti, il signor Reade non crede probabile che i neri preferirebbero mai le donne più belle di Europa, per ciò che riguarda semplicemente l’ammirazione fisica, ad una avvenente neraGli abitanti della Terra del Fuoco, come fui informato da un missionario che risiedette lungamente fra loro, considerano le donne europee come sommamente belle; ma da ciò che abbiamo veduto del giudizio degli altri aborigini di America, non posso a meno di credere che questo deve essere un errore, a meno che quel ragguaglio si riferisca solo ai pochi indigeni della Terra del Fuoco che hanno vissuto per qualche tempo cogli Europei, e che debbono considerarsi come esseri superiori. Aggiungerò che un espertissimo osservatore, il capitano Burton, crede che una donna, la quale noi consideriamo bella, è ammirata in tutto il mondo. Anthropological Review, marzo 1864, p. 245..

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Gli abitanti di Arakhan «ammirano una fronte larga, liscia, ed onde produrla, legano una piastra di piombo sul capo dei loro bambini appena nati». D’altra parte, «un occipite largo, bene arrotondato viene considerato come una grande bellezza» dagli indigeni delle isole FijiIntorno ai crani delle tribù americane, vedi Nott e Gliddon, Types of Mankind, 1854, p. 440; Prichard, Phys. Hist. of Mankind, vol. I, 3a ediz., p. 321; intorno agli indigeni di Arakhan, ibid., vol. IV, p. 537, Wilson, Physical Ethnology, Smithsonian Institution, 1863, p. 288; intorno ai Fijiani, p. 290. Sir J. Lubbock (Prehistoric Times, 2a ediz., 1866, p. 506) dà un eccellente sunto intorno a questo argomento..

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Negli abitanti di Taiti, essere chiamato naso lungo viene considerato come un insulto, ed essi comprimono il naso e la fronte dei loro bambini per farli più belli. Così segue pure fra i Malesi di Sumatra, Ottentoti, certi Neri, e gl’indigeni del BrasileIntorno agli Unni, Godron, De l’Espèce, tom. II, 1859, p. 300. Intorno ai Taitiani, Waitz, Anthropolog., trad. ingl., vol. I, p. 305. Marsden, citato da Prichard, Phys. Hist. of Mankind, 3a ediz., vol. V, p. 67. Lawrence, Lectures on Physiology, p. 337.. I Cinesi hanno naturalmente piedi piccolissimiQuesto fatto venne riconosciuto nel Reise der Novara: Anthropolog. Theil, dottore Weisbach, 1867, s. 265.; e tutti sanno che le donne delle classi superiori si deformano i piedi per farli sempre più piccoli. Infine, Humboldt crede che gl’indigeni Americani preferiscono di colorire il loro corpo di rosso onde esagerare la loro tinta naturale; e fino a poco tempo fa le donne europee accrescevano il loro vivace colorito naturale con liscio bianco e rosso; ma dubito che molte nazioni barbare abbiano avuto una intenzione particolare nel dipingere il loro corpo.

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Cina meridionale, suoi abitanti.

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Belgio, antichi abitanti di esso.

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Europa, antichi abitanti di essa.

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Cocincina, nozione della bellezza negli abitanti.

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Malese, arcipelago, abitudini nuziali presso gli abitanti di esso.

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Martin, barba degli abitanti di Santa Kilda.

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Diavolo, gli abitanti della Terra del Fuoco non ci credono.

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King e Fitzroy, costumi nuziali degli abitanti della terra del Fuoco.

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., monopolio delle belle fanciulle per parte degli abitanti della Nuova Zelanda.

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Sproat, estinzione dei selvaggi nell’isola di Vancouver; sradicamento dei peli della faccia per parte degli abitanti dell’isola di Vancouver; sradicarsi la barba per parte degli indigeni dell’isola Vancouver.

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Terra del Fuoco, suoi abitanti; loro facoltà mentali; loro sentimenti quasi religiosi; loro potenza nella vista; loro abilità nello scagliare un sasso; loro resistenza al crudo loro clima; differenza di statura fra essi; loro modo di vita; somiglianza loro cogli Europei nelle facoltà mentali; loro avversione pei peli della faccia; si dice che ammirino le donne europee.

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., sviluppo dei molari posteriori nelle varie razze umane; mascella trovata alla Naulette; relazione fra la muscolosità e la sporgenza degli archi sopraorbitali; intorno al processo mastoideo nell’uomo; modificazione delle ossa del cranio; sacrifizi umani; probabilità di una rapida distruzione delle scimmie antropomorfe; antichi abitanti dell’Europa; effetti dell’esercizio o della mancanza di esso sulle parti; arco sopracigliare dell’uomo; mancanza di differenze di razza nel cranio del bambino; bruttezza.

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., dell’antichità dell’uomo; origine dell’uomo; facoltà, mentali dei selvaggi; origine degli utensili; amplificazione del linguaggio; mancanza dell’idea di Dio in certe razze umane; origine della credenza di agenti spirituali; intorno alle superstizioni; sentimento del dovere; pratica di seppellire i vecchi ed i malati fra gli abitanti della terra del Fuoco; non prevalenza del suicidio fra i barbari più bassi; immoralità dei selvaggi; diritto del signor Wallace sull’idea della scelta naturale; intorno alla mancanza di rimorso nei selvaggi; primiera barbarie dei popoli civili; miglioramento nelle arti presso i selvaggi; rassomiglianze nei caratteri della mente nelle varie razze umane; facoltà di contare nell’uomo primitivo; organi prensili del maschio, della Labidocera Darwini; intorno al Chloëon; intorno al Smynthurus luteus; lotte per le donne presso gli indigeni del Nord America; intorno alla musica; ornamenti praticati dai selvaggi; stima della barba presso gli Anglo-Sassoni; deformità artificiali del cranio; matrimoni comunali; intorno alla exogamia; intorno ai Veddah; intorno alla poliandria.

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Intorno agli abitanti dell’Australia vedi Huxley in Lyell’s Antiquity of Man, 1863,pag. 87. Intorno agli isolani delle Sandwich il prof. J. Wyman, Observations on Crania, Boston, 1868, p. 18.

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Sebbene in certe parti del mondo predomini il cranio allungato e in altre parti prevalga il cranio corto, pure havvi una gran diversità di forma anche entro i confini di una stessa razza, come negli indigeni dell’America e dell’Australia del Sud, quest’ultima razza essendo «probabilmente tanto pura ed omogenea nella genealogia, nei costumi e nel linguaggio, quanto qualunque altra che esista»; ed anche come negli abitanti delle isole Sandwich che hanno un’area tanto limitataPer ciò che riguarda le Cranial forms of the American aborigines, vedi il dott. Aitken Meigs nei Proc. Acad. Nat. Sci. Filadelfia, maggio 1866. Intorno agli abitanti dell’Australia vedi Huxley in Lyell’s Antiquity of Man, 1863,pag. 87. Intorno agli isolani delle Sandwich il prof. J. Wyman, Observations on Crania, Boston, 1868, p. 18.. Un distinto dentista mi ha assicurato che vi è quasi tanta diversità nei denti quanta ve n’è nelle fattezze. Le arterie principali scorrono così spesso anormalmente, che è stato giudicato utile per la chirurgia calcolare sopra 12000 corpi quanto sovente s’incontri una data disposizioneAnatomy of the Arteries, di R. Quain.. I muscoli variano eminentemente: per esempio, nel caso dei muscoli del piede, il professore TurnerTransact. Royal Soc. Edimburgo, vol. xxiv,pag. 175, 189. ha trovato che sopra cinquanta corpi non ve ne erano due ove quei muscoli fossero perfettamente uguali; ed in alcuni le deviazioni erano notevoli. Il professore Turner aggiunge che la facoltà di compiere gli acconci movimenti deve essersi modificata in rapporto con parecchie deviazioni. Il signor J. Wood ha riferitoProc. Royal Soc., 1867,pag. 544: parimente 1868,pag. 483, 524. Vi è uno scritto precedente, 1866,pag. 229. il caso di 295 variazioni muscolari sopra trentasei soggetti, e in una serie dello stesso numero non meno di 558 variazioni, calcolando i due lati del corpo come uno. Nell’ultima serie non un corpo dei trentasei «che non si dipartisse al tutto dalle regole descritte del sistema muscolare che si trovano in tutti i trattati di anatomia». Un solo corpo presentava lo straordinario numero di venticinque distinte anomalie. Talora lo stesso muscolo varia in molti modi: così il professore MacalisterProc. R. Irish Academy, vol. x, 1868, p. 141. descrive non meno di venti distinte variazioni nel palmaris accessorius.

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Per gli abitanti della Polinesia, vedi la Physical Hist. of Mankind di Prichard, Volume v, 1847, p. 145, 283. Per lo stesso argomento Godron, De l’Espèce, tom. II, p. 289. Vi sono pure differenze notevoli nell’aspetto fra gli affinissimi Indi che abitano il Gange Superiore ed il Bengala vedi la History of India, vol. I, p. 324, di Elphinstone.

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Se poi paragoniamo le differenze della statura tra i capi della Polinesia e gli ordini inferiori del popolo delle stesse isole; le differenze fra gli abitanti delle isole fertili, vulcaniche, e quelli delle nude e basse isole coralline dello stesso OceanoPer gli abitanti della Polinesia, vedi la Physical Hist. of Mankind di Prichard, Volume v, 1847, p. 145, 283. Per lo stesso argomento Godron, De l’Espèce, tom. II, p. 289. Vi sono pure differenze notevoli nell’aspetto fra gli affinissimi Indi che abitano il Gange Superiore ed il Bengala vedi la History of India, vol. I, p. 324, di Elphinstone.; oppure anche le differenze fra gli abitatori della terra del Fuoco, delle spiaggie orientali ed occidentali dello stesso paese, ove i mezzi di sussistenza sono molto differenti, non si può non riconoscere che il migliore nutrimento ed i maggiori comodi hanno azione sulla statura. Ma i fatti fermati sopra dimostrano quanto sia difficile giungere ad un preciso risultamento. Il dottor Beddoe ha ultimamente dimostrato che per gli abitanti dell’Inghilterra, la residenza nelle città e certe occupazioni hanno un’azione deteriorante sulla statura; e ne deduce che quest’effetto è fino a un certo punto ereditato, come è pure nel caso degli Stati Uniti. Il dottor Beddoe crede inoltre che ogni luogo ove una «razza raggiunge il massimo del suo sviluppo fisico, aumenta di molto in energia e vigore morale»Memoirs Anthropolog. Soc., vol. III, 1867-69, p. 561, 565, 567..

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Io ebbi acconcie opportunità di osservare la forza straordinaria della vista degli abitanti della Terra del Fuoco. Vedi anche Lawrence (Lectures on Physiology, ecc., 1822, p. 404) sullo stesso argomento. Il signor Giraud-Teulon ha raccolto recentemente (Revues des Cours Scientifiques, 1870, p. 625) un gran numero di esempi molto evidenti che dimostrano le cagioni della vista corta: «C’est le travail assidu, de près». asserisce di aver ripetutamente osservato alcuni europei che erano cresciuti ed avevano passata tutta la loro vita fra gli Indiani selvaggi, essere nondimeno inferiori a questi nella finezza dei sensi. Osserva lo stesso naturalista che quelle cavità nel cranio le quali accolgono parecchi organi dei sensi sono più larghe negl’indigeni d’America che non negli Europei: e senza dubbio questo indica una corrispondente differenza nelle dimensioni degli organi stessi.

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Io ebbi acconcie opportunità di osservare la forza straordinaria della vista degli abitanti della Terra del Fuoco. Vedi anche Lawrence (Lectures on Physiology, ecc., 1822, p. 404) sullo stesso argomento. Il signor Giraud-Teulon ha raccolto recentemente (Revues des Cours Scientifiques, 1870, p. 625) un gran numero di esempi molto evidenti che dimostrano le cagioni della vista corta: «C’est le travail assidu, de près».

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Se in Inghilterra questi mezzi fossero raddoppiati, il numero degli abitanti raddoppierebbe in poco tempo. Presso i popoli civili l’impedimento principale sopra menzionato opera soprattutto diminuendo i matrimoni. Il numero più grande dei bambini che muoiono nelle classi povere è pure importantissimo; come anche il maggior numero delle morti ad ogni età, e per varie malattie, negli abitatori di case ristrette e miserabili. Gli effetti delle gravi epidemie e delle guerre sono, nelle nazioni in favorevole condizioni, ben presto compensati e più che compensati. Anche l’emigrazione produce un temporaneo arresto, ma nelle classi poverissime questo arresto non è mai molto importante.

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