fumoso delle meteore. Cade: ghignano le cortecce degli abeti colle boccacce rugose. Si lamenta collo strido della lupa trafitta: l'alito suo, uscendo dalle
prosa letteraria
, e scorse tra il nero degli abeti una striscia più chiara che montava, montava, si perdeva: era una stradetta. Dio sa per dove! Ugo nulla conosceva
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scarmigliati dai ciglioni a squarci gli arbusti selvatici: gli abeti davano le loro tinte fosche a quell'immenso cimitero della natura: cadevano foglie
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