Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: aberrazione

Numero di risultati: 66 in 2 pagine

  • Pagina 1 di 2

Elementi di genetica

413848
Giuseppe Montalenti 2 occorrenze
  • 1939
  • L. Cappelli Editore
  • Bologna
  • biologia
  • UNIPIEMONTE
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Di questa aberrazione e della sua importanza per la costruzione delle carte citologiche ci siamo già occupati (pag. 205).

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In alto, a sinistra, Vanessa antiopa normale; a destra, aberrazione hygiaea; in basso, a sinistra, V. atalanta normale, a destra aberrazione klimene (sec. Fischer, da Emery-Ghigi).>

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Le Stelle. Saggio di astronomia siderale

477893
Angelo Secchi 4 occorrenze
  • 1877
  • Fratelli Dumolard
  • Milano
  • astronomia
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Distanza del Sole conclusa dalla aberrazione delle stelle.

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La seconda, la grandezza usuale, la terza l’ascensione retta, la quarta la variazione annuale di questa per la precessione, aberrazione, nutazione, e moto proprio. La quinta la declinazione e la sesta le sue variazioni per le stesse cagioni. Il segno + indica declinazione boreale il − australe. Queste posizioni variano necessariamente di giorno in giorno di piccolissime quantità per le quali volendo tutta l’esattezza bisogna ricorrere alle effemeridi.

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Lezioni di meccanica razionale. Volume primo

488537
Tullio Levi Civita - Ugo Amaldi 2 occorrenze

Pagina 223

Determinare l’angolo di aberrazione χ fra il raggio assoluto e il raggio relativo, cioè fra c u e c u - v. Mostrare in particolare che, per v molto piccolo rispetto a c, si

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Manuale di Microscopia Clinica

510321
Giulio Bizzozero 1 occorrenze

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Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia

516217
Venanzio Giuseppe Sella 25 occorrenze
  • 1863
  • Tipografia G.B. Paravia e Comp.
  • Torino
  • Fotografia
  • UNIPIEMONTE
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Da ciò nasce nelle immagini degli specchi sferici un difetto di nitidezza, che si dinota col nome di aberrazione sferica, e che dicesi per riflessione, onde distinguerla dall’aberrazione sferica che producono le lenti, che dicesi aberrazione per rifrazione.

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Aberrazione sferica. — Questa aberrazione, che non si deve confondere colla curvatura della immagine prodotta da una lente, è un difetto delle lenti, che deriva dalla loro figura sferica, in virtù della quale i soli raggi vicinissimi all’asse possono concorrere sensibilmente in un punto comune. Ciò succede quando l’apertura angolare della lente non oltrepassa 10 a 12 gradi. Con una apertura angolare più grande i raggi che attraversano la lente presso i suoi margini sono rifratti in modo, che vanno a tagliare l’asse al di qua, ossia più vicino alla lente che il foco dei raggi centrali. Dal che risulta che il foco di tutti i raggi luminosi emanati da uno stesso punto di un oggetto, non è un punto unico, e da ciò nasce la confusione nelle immagini che si ottengono colle lenti. La qual confusione deriva dalle caustiche, o superficie brillanti, che si formano presso l’immagine, dovute, come qui abbiamo detto, dalla più o meno lontana intersezione dei raggi rifratti dalla lente.

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Infatti il foco di una lente, supposta priva di aberrazione, quando essa è rivolta verso un punto lucido a grande distanza, p. e., una stella, i cui raggi cadono paralleli sulla lente, non è che un punto lucido posto in un piano perpendicolare all’asse della lente; ma se il piano si avanza, o si fa retrocedere, il punto lucido si stende in un disco indistinto di luce; ciò, che è vero per un punto, è vero per una riunione di qualunque numero di punti luminosi, che fuori del foco si confondono gli uni cogli altri in altrettanti circoli, per cui l’immagine dapprima si confonde, e poi sparisce affatto, se maggiormente si allontana dal foco. La nitidezza dell’immagine non si può dunque ottenere che in un punto solo, cioè al foco della lente, e la confusione che si trova fuori del foco, supposta la lente assolutamente priva di aberrazione sferica, è proporzionale alla distanza dell’immagine dal foco, ed all’apertura della lente, per cui essendo F la lunghezza focale, d la distanza dal punto F, ed A l’apertura della lente, la confusione si troverà colla proporzione F/d = A/x. Da questo nasce, che con un diaframma molto piccolo si può avere una immagine abbastanza nitida anche a notevole distanza dal vero foco, per cui in essa si possono avere nitidi nel tempo stesso oggetti vicini ed oggetti lontani. In questo caso si ha realmente una profondità di foco, ed una lente di pochissimo valore può dare una immagine nitida quando viene usata con un piccolo diaframma.

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Aberrazione cromatica. — Questa aberrazione deriva dalla diversa rifrangibilità dei raggi colorati che compongono la luce. Perciò essa chiamasi anche spesso aberrazione di rifrangibilità; ma sarebbe forse più esatto chiamarla col nome di dispersione cromatica, perchè essa non è propriamente un’aberrazione “consistendo essa (come si esprime il signor Porro in una sua memoria alla società fotografica di Parigi) in una decomposizione dell’onda incidente, in apparenza unica, in un numero infinito di onde elementari componenti, che, in virtù delle loro differenti velocità di vibrazione, benchè arrivate nel tempo stesso sulla prima superficie del mezzo dirimente, provano, al momento di penetrarvi, delle resistenze differenti, e producono in noi la sensazione dei colori, il cui carattere dinamico non è altra cosa che la velocità di vibrazione.”

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Le lenti che abbiano una forte aberrazione sferica non danno un foco precisamente in una sola superficie, e si chiamano come dissimo, a foco profondo, ma queste lenti, quando vengono usate con larga apertura, non possono produrre una immagine perfettamente nitida in alcun punto, non avendo esse alcun punto ove si trovi il loro vero foco; si direbbe che esse sono lenti senza foco.

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Per ottenere una lente affatto priva di aberrazione cromatica bisognerebbe costruire delle lenti composte di sette vetri diversi, o almeno di tre vetri diversi, ma ciò offrirebbe maggiori difficoltà pratiche, per la difficoltà di combinare più di due vetri. Del resto, anche supponendo che si arrivasse ad ottenere un acromatismo perfetto, siccome nell’ottenere questo si tiene sol conto dei raggi paralleli, non sarebbe tuttavia evitata ogni aberrazione cromatica, quando si fa servire la lente agli usi pratici per la fotografia, perchè gli oggetti che si riproducono, sono generalmente a poca distanza, e così inviano raggi obliqui sulla lente.

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5° Havvi uno spessore del vetro, ed una posizione del diaframma, che combinate producono una trasfigurazione matematicamente nulla, una aberrazione molto piccola ed un campo grande; ma la superficie focale è allora sferica, essa ha il suo centro nell'interno dello spessore del vetro, che è terminato da due curvature convesse.

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7° Con due vetri semplici convenevolmente combinati si può arrivare a diminuire considerevolmente la trasfigurazione e la aberrazione, e ad ottenere una pianezza soddisfacente per la superficie focale sino a circa 30 gradi di campo per la fotografia, e sino a 3 gradi per l’astronomia; ma al di là di questo limite questi difetti aumentano rapidissimamente.

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Problemi della scienza

527328
Federigo Enriques 11 occorrenze

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La necessità di una correzione emerge dai fenomeni ottici che si presentano nei corpi in moto relativo, ed in ispecie dalla aberrazione astronomica.

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Storia sentimentale dell'astronomia

534896
Piero Bianucci 4 occorrenze

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Aveva scoperto quella che fu poi chiamata “aberrazione della luce”: poiché la Terra si muove intorno al Sole alla velocità di 30 chilometri al secondo ora in una direzione ora nell’altra, occorre inclinare il telescopio di una ventina di secondi da un lato o dall’altro per raccogliere la luce di una stella, proprio come bisogna inclinare in avanti l’ombrello per intercettare tutta la pioggia quando si cammina di buon passo sotto un acquazzone.

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Pagina 98

Sulla origine della specie per elezione naturale

539030
Carlo Darwin 1 occorrenze
  • 1875
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
  • UNIPIEMONTE
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ABERRAZIONE (nell'ottica). Nella rifrazione della luce col mezzo di una lente convessa i raggi che passano attraverso alle differenti parti della lente, sono rifratti verso un foco a distanze leggermente diverse; quella dicesi aberrazione sferica: nello stesso tempo i raggi colorati sono separati per l'azione prismatica della lente ed in modo simile rifratti verso un foco a diversa distanza: questa dicesi aberrazione cromatica.

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