LISTA DELLE ABBREVIAZIONI.
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Il testo a stampa conteneva frequenti abbreviazioni decise dall’editore, che si facevano più numerose alla fine dei capitoli per non dover iniziare una nuova pagina: la carta era uno dei costi maggiori. Petreius usò fogli di 40 per 28 centimetri con in filigrana una P, la sua iniziale. Il rapporto fra queste misure fa sì che quando il foglio veniva piegato a metà conservava la stessa proporzione tra il lato maggiore e il lato minore, come i formati A oggi in uso in Europa. Su ogni foglio venivano stampate due pagine affiancate e altre due sul lato opposto; poi il foglio veniva ripiegato dando origine a due fogli congiunti. Risultato finale: quattro pagine dal formato 20 per 14 centimetri. La segnatura era di 8 pagine e ogni foglio singolo era indicato da una C (Copernicus) seguita da un numero progressivo.
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Per ridurre i risultati a forma regolare, le annotazioni esposte nei registri in modo istorico, furono, con acconce abbreviazioni, ridotte in quadri propri a mostrare a colpo d’occhio l’andamento dei fenomeni di giorno in giorno. Nel formare i risultati medii fu scelta d’ordinario la divisione dell’anno in decadi, siccome quella che è più propria a mostrare con precisione l’andamento annuo dei fenomeni: ogni decade essendo stata osservata 38 volte, il suo risultato medio si appoggia sopra osservazioni di circa 880 giorni. La prima decade d’ogni mese comprende i dieci primi giorni 1—10: la seconda altri dieci, 11—20: la terza abbraccia quella parte del mese che rimane dal giorno 21.° fino alla fine, e può comprendere, a seconda dei casi, 8, 9, 10 ed 11 giorni. Ogni decade fu designata col numero d’ordine ch’essa tiene nell’anno, da I a XXXVI: ed in questo modo essa si trova indicata nelle Tavole numeriche annesse a questa memoria.
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