Il musco baciava loro i piedi, le erbe abbracciavano le ginocchia e i fiori accarezzavano le mani. Gli arbusti e le siepi sfioravano gentilmente le guance, le altre piante salutavano con le braccia immerse nell'azzurro del cielo. Gli uccellini curiosavano e cantavano il meglio che sapevano, saltellavano e svolazzavano vispi sui rami; i fiorellini di bosco gareggiavano in bellezza, un soave profumo giungeva al cuore. La natura era in festa e i due fanciulli si sentivano pieni di gioia. Sedettero, e quasi pensavano di prendere dimora fra quella moltitudine di piante e di creature liete. Essi pensavano all'erica e al musco che vivono contenti coi loro numerosi amici e vicini, in pace e buona armonia, sotto la rugiada e le ombre protettrici dei grandi alberi. Pensavano ai fiori per quali è sempre una festa quando il sole li tocca, e li scuote il venticello. Il maestro, disteso anch'egli sull'erba, con la lunga barba bianca, li guardava contento. Si sentiva cantare il cucù.
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